´ «Ribadisco che lo stato è laico e come tale deve comportarsi laicamente», dice Gigliola Cinquetti all’Unità (2 aprile).
Sulla questione della laicità dello Stato, tra problemi di metodo e di contenuto, ci sono più aspetti da esaminare di quelli che si possono trovare riflettendo sul noto dilemma se si abbia o meno l’età per baciarsi.
´ «Trovo ingiusto che questo denaro debba andare a contribuire ai fasti della Chiesa cattolica, con tutte queste cerimonie, questi abiti, questi copricapi che si mette papa Ratzinger», dice Mario Monicelli alla Stampa (31 marzo).
L’otto per mille serve a comprare i cappellini del Papa?
´ «Si è cercato di cancellare i movimenti di massa No Tav, No Vicenza, No ponte, No Mose», dice Franco Giordano al Corriere della Sera (2 aprile).
Reggono appena appena i movimenti No Smoking e No Grazie.
´ «Nessuno pensa che facciamo le liberalizzazioni per favorire le cooperative rosse», dice Piero Fassino alla Stampa (31 marzo).
Ma adesso non si faccia beccare al telefono a dire: «Abbiamo le aspirine» o «Abbiamo le pompe».
´ «Non possiamo continuare a dirci: per Dio, cosa ho eletto, per cosa mi sono battuto», dice Dario Fo al Corriere della Sera (1 aprile).
Il premio Nobel è più consapevole di Nanni Moretti del disastro della sinistra, conosce meglio la situzaione: una delle senatrici («per Dio, cosa ho eletto») è sua moglie.
´ «Oggi c’è davvero “lassativismo” in tv», dice Mike Bongiorno al Corriere della Sera (31 marzo).
Ce l’ha con la Marcuzzi?
´ «Un documento che non è cristiano», dice Antonio Di Pietro alla Repubblica, riferendosi alla nota della Cei sulla famiglia (31 marzo).
Meno male che non è più pm, se no arrestava i vescovi per impostura.
´ «Sono in condizioni di indifferenza filosofica», dice Guido Rossi al Sole 24 Ore (5 aprile).
Sarà, intanto si è preso un gesto dell’ombrello di tipo kantiano da Marco Tronchetti Provera.
´ «Divisione dei beni? È l’ultima cosa di cui voglio parlare», dice Ugo Sposetti all’Unità (31 marzo).
Dopo la scissione mussiana, il tesoriere dei Ds cambierà nome in Divorzietti.
´ «I vescovi che parlano così li manderei tutti in missione, a rendersi conto dei guai che tormentano la gente», dice Rosa Russo Iervolino all’Unità (1 aprile).
A Napoli, per esempio. Il vescovo vada a trovare il sindaco e appena l’avrà vista, coglierà subito uno dei guai che tormentano i partenopei.
´ «Fassino per ora tace», dice Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore (1 aprile).
Il che suscita sentito entusiasmo tra i Ds.
´ «È ora che in Italia ci siano governi che dicano la verità», dice Romano Prodi all’Unità (1 aprile).
Annuncio di dimissioni?
´ «Siamo figli della stessa storia», dice Walter Veltroni all’Unità (1 aprile).
Piano con gli insulti.
´ «Noi abbiamo un governo di servi e di vigliacchi», dice Gino Strada alla Stampa (2 aprile).
Se no, perché si sarebbero rivolti a uno come lui per risolvere un problema che era di stretta competenza dello Stato?
´ «C’è sconcerto per l’ipotesi che si sta delineando per il piano industriale», dice Pierluigi Bersani alla Repubblica (2 aprile).
Mica come quelle genialate del suo amichetto Roberto Colaninno.
´ «Non possono essere il regno di un privato italiano o, peggio ancora, straniero», dice Valentino Parlato sul Manifesto (3 aprile).
Rivoluzionari, ma sulla linea del Piave.
´ «Il 70 per cento dei cittadini si è dichiarato a favore dell’eutanasia, ma la Chiesa è riuscita a bloccare perfino una legge incredibilmente moderata sulle coppie di fatto», dice Paolo Flores d’Arcais (5 aprile).
Il pensiero di Flores spesso non è molto lineare. Non capiamo se in questo caso ritenga che i cosiddetti Dico consentirebbero ai conviventi di uccidersi (sia pure “felicemente”) tra loro.
´ «A me piace stare al fianco di chi pratica la libertà», dice Sabrina Ferilli alla Stampa (3 aprile).
Se, trascinata da Flavio Cattaneo, la Ferillona si sposta politicamente, il centrodestra potrebbe addirittura cambiare nome da “Casa della libertà” a “Fianco (e tette) della libertà”.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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