Non sono mica tutti come Beppe Grillo, che si diverte con poco, deformando i nomi dei ciellini per sparare sul Meeting. In questi giorni, ad esempio, sui giornali capita di leggere anche osservazioni interessanti, di chi – pur non appartenendo alla “setta di Cl”, come la chiama Grillo – un giro a Rimini (a differenza del comico genovese) se lo fa, e racconta cosa vede.
A parte il sempre mitico Giacomino Poretti, ci sembra interessante segnalarvi un articolo apparso su Italia Oggi a firma del giornalista Marco Cobianchi. Il titolo è ironico (“I politici che vengono a Rimini per accreditarsi presso Cl, sono degli illusi. Non diciamoglielo, ovviamente. Altrimenti non vengono più”) e il pezzo brillante e scorrevole. A parte prendere in giro i colleghi tutti intenti nel valutare col bilancino le inclinazioni politiche dei ciellini, Cobianchi scrive che spiegare il Meeting è difficile e che per farlo deve ricorrere a un esempio.
Questo:
Qualche anno fa venne Draghi, uno che non sorride nemmeno se lo paghi in bund, parlò e poi visitò un padiglione dove dei carcerati di Padova facevano vedere come avevano imparato a fare i dolci e dove i secondini, gli stessi che tutto l’anno gli chiudevano le sbarre della cella dietro le spalle, li aiutavano a mescolare l’impasto dando il senso di una possibilità diversa (e costituzionale, se ci tieni) di espiare la pena. Mario Draghi si commosse. Draghi, capisci? Giuro: ho i testimoni. Chissà quanti politici, studiosi, professori, scienziati, disoccupati, studenti, padri di famiglia, impiegati, industriali, manager, dipendenti pubblici, ragionieri, coppiette, liceali, pensionati che sono venuti quest’anno si sono commossi vedendo la mostra della comunità di recupero L’Imprevisto di Pesaro che strappa i minorenni dalla droga facendogli recitare l’Amleto di Shakespeare (!) e dicendo loro: «Tu sei una promessa, perciò non è importante ciò che sei stato, ma ciò che puoi essere».