Mamma cinese costretta ad abortire al nono mese. Per la legge del figlio unico

Di Elisabetta Longo
31 Agosto 2013
L'ufficio pianificazione famigliare ha contattato il marito di Zeng Lili, perché aveva già un figlio da un precedente matrimonio. Questi pur di non pagare la multa, l'ha consegnata nelle mani dei carnefici. La donna ha già tentato il suicidio tre volte

Un mese dopo la storia di Li Fengfei, donna cinese incinta costretta ad abortire in seguito alla somministrazione di un mix di farmaci, ecco una nuova triste storia, frutto della politica del figlio unico. Il fatto è avvenuto nel 2011, ma è stato raccontato dai giornali cinesi solo ora.
Zeng Lili, della provincia di Guangdong, è stata costretta a subire un aborto al nono mese, dopo che il bambino è nato vivo ed è sopravvissuto qualche momento tra le sue braccia, e poi è stato lasciato morire. Una storia terribile, avvenuta dopo che a Zeng Li e a suo marito è stato notificato il telegramma dell’ufficio pianificazione famigliare.

AL MACELLO. Reggie Littlejohn, attivista del “Women’s Rights Without Frontiers”, si è subito messa in contatto con Zeng Lili, dopo aver letto la sua vicenda su un giornale cinese. La donna le ha detto di essersi sentita «come un maiale al macello». La colpa è stata del suo, ormai, ex marito, precedentemente sposato e già padre. Quindi quando Zeng Lili è rimasta incinta, questo figlio concepito da una seconda unione, è stato ritenuto «secondo figlio».

COLPA DEL MARITO. Così l’ufficio pianificazione famigliare ha contattato l’uomo per farsi rendere conto della contravvenzione alla politica del figlio unico, e questi, pur di non pagare la salatissima multa, ha consegnato la futura madre di suo figlio ai carnefici. La donna ha raccontato a Reggie Littlejohn di avere già tentato il suicidio tre volte. L’attivista ha scritto sul suo sito: «I nostri cuori si devono spezzare per la signora Zeng, che ha subito un aborto al nono mese, e il cui bambino le è morto tra le braccia. La sua esperienza mette in luce la drammatica connessione tra aborto forzato e tasso altissimo, in Cina, di suicidi femminili. Oltre 590 donne al giorno si tolgono la vita».

 

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15 commenti

  1. Gmtubini

    Questo articolo si presterebbe benissimo ai commenti dei soliti adoratori della cosiddetta “legalità” i quali, poverini, considerano la legge degli uomini il nucleo del loro universo etico.
    Mi par già di leggere il loro sussiegoso ritornello che nelle diverse varianti suona sempre così: “la legge va rispettata sempre, anche quando va contro le nostre intime convinzioni”.
    Eppure ardisco a sperare che nasca in loro una forma di pudore che gli impedisca di insozzare con le loro bischerate almeno questa tristissima pagina…

    1. raffaele

      Egregio Gmtubini, le leggi non sono ma i del tutto giuste o del tutti sbagliate ne mai universalmente etiche, sono solo un insieme di norme che dovrebbero servire a tutelare ogni singolo cittadino e la comunità in toto, inoltre le leggi hanno sia principi generali che principi specifici. Il principio di legalità invece dovrebbe valere per tutti, non solo per lo stato, ma anche per il cittadino. Se si considera una legge ingiusta si fa una battaglia civile e legale per abolire o modificare una determinata legge, a volte si è visto che serve una guerra con milioni di morti per cambiare la legge e il corso della storia, ma non possiamo certo considerare la guerra come un principio di legalità. Anche parlare di intime condizioni è in parte fuorviante, in quanto la storia insegna che se una persona infrange la legge è un delinquente, se milioni di persone infrangono quella legge si parla di rivolta e si torna al concetto di guerra. Inoltre quando si infrange una legge si sa per certo che si avrà una risposta dello stato, ora se le conseguenze le pago solo io, ad esempio rubo perchè sono contrario per intime convinzioni alla proprietà privata, e se dalla mia azione unica si apre un dibattito civile per valutare e cambiare la norma mi sta bene, ma se, come in questo caso, la colpa va a ricadere su un essere innocente a cui viene negata la vita, il bene più prezioso insieme alla libertà, la colpa non è solo della legge, ma anche di chi consciamente l’ha infranta conoscendo benissimo le conseguenze. Il colpevole non è la legge, ma gli uomini, come sempre del resto.

      1. Gmtubini

        Egregio, io non ho l’animo del “kapò”, e quindi di fronte al dilemma tra la legalità e la mia coscienza io scelgo la coscienza.
        Visto che non è certo il dibattito civile ed altre menate del genere permettermi di prender sonno la sera.
        Tu dormi pure sonni tranquilli con la tua legalità e i tuoi pallosi distinguo.
        Scusami sai, ma io sono un po’ ignorante e l’accademia mi tedia.

        1. raffaele

          Liberissimo di scegliere. quindi deduco che nello stesso caso avresti messo incinta la donna, non avresti pagato la salatissima multa, e il bambino sarebbe stato ucciso. Chiamala pure coscienza.

          1. Gmtubini

            Non dedurre, è meglio.

          2. raffaele

            quindi FARESTI la stessa cosa.

          3. Gmtubini

            Quindi… Con questa tua ultima affermazione hai voluto per forza ribadire di non aver capito un beneamato cappero di quello che ho scritto io prima e dopo.
            Niente di grave, per carità.
            C’è di peggio.
            Ma non dire che non ti avevo messo sull’avviso!

          4. raffaele

            credevo non fosse vero, invece purtroppo è così.

          5. H.Hesse

            Raffaè, ma tu ci fai o ci sei?
            Tubini ovviamente voleva dire che sono tremendamente stolti coloro che incardinano la loro coscienza sulla legge degli uomini.
            In questo caso la legge è talmente perversa da uccidere un innocente per far pagare le presunte “colpe” degli adulti.
            Come se tuo figlio venisse mandato in galera al posto tuo.
            E poi, non ti pare che parlando di dilemma tra coscienza e legge il Tubini si riferisse al sedicente “medico” che ha praticato questo aborto-infanticidio e non al padre del neonato ucciso?
            Sveglia!

          6. H.Hesse

            A Raffaè, ma tu ci fai o ci sei?!
            Tubini ha scritto che sono tremendamente stolti coloro che si affidano alla legge degli uomini considerandola l’unico cardine della propria moralità, visto e considerato che tale legge può essere perversa al punto di far pagare ad un innocente (uccidendolo!) le presunte colpe degli adulti!
            Come si può considerare giusto tutto ciò che è legale?
            Inoltre è ovvio che parlando di conflitto tra coscienza e legge il Tubini non si riferiva allo sciagurato padre, ma al mille volte scellerato “medico” che ha praticato questo infanticidio in nome della legalità che tanti scemi venerano.
            Hai capito mo’?

          7. H.Hesse

            Visto che per insondabili motivi tecnologici il mio primo commento non compariva ne ho scritto un’altro quasi uguale.
            Sarò grato al moderatore se vorrà essere così gentile da pubblicare (eventualmente!) solo quello più decente dei due.

          8. raffaele

            Giorno Hermann. Lo so cosa ha scritto GmTubini, sono abbastanza sveglio. Il Titanic è andato a sbattere contro un iceberg, eppure lo hanno visto, all’ultimo istante ma lo hanno visto. Non l’hanno evitato purtroppo. Ma anche se l’iceberg non fosse stato visibile nella nebbia perchè magari privo della parte emersa, sarebbero andati a sbattere comunque perchè il blocco di ghiaccio ci sarebbe stato comunque, così come ci sarebbe stata la nave e tutto il resto. Il bravo poliziotto, l’investigatore di razza, sa che nella pletora di indizi in cui districarsi per risolvere il caso, deve trovare gli innocenti per arrivare al colpevole, e mai, come molti fanno, il contrario.

          9. H.Hesse

            Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo?

          10. Gmtubini

            Grazie H.Hesse-Mascetti per aver chiosato così efficacemente le mie scemenze durante il fine settimana.
            Come si vede la mia facile previsione iniziale si è avverata.
            Noto accidentalmente che il Titanic era considerato inaffondabile e costituisce un esempio magistrale dell’illusione umana di voler sfidare la natura sopravvalutando i propri poveri mezzi.
            Insomma, chi ripone fiducia nell’uomo, nella sua “legge”, nella sua “tecnologia”, nel “progresso” e “dulcis in fundo”, nel cosiddetto “mondo migliore”, è solo un povero bischero che rimarrà inevitabilmente con un palmo di naso.

          11. Italo Sgrò

            Quindi se tu fossi al posto del legislatore, METTERESTI anche tu una coppia nel dilemma tra concepire un figlio (cosa del tutto normale in un matrimonio) e subire le conseguenze di una legge INGIUSTA e OMICIDA, oppure non concepirlo rinunciando a un diritto naturale dei coniugi? FARESTI PROPRIO COSI’? Speravo non fosse vero, invece è così. L’apologia dell’omicidio legale prosegue.

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