«Non siamo oche giulive né camerieri di Berlusconi», dice oggi in un’intervista al Corriere della Sera, Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei deputati. Lupi sottolinea che il Pdl deve riuscire a parlare con una voce sola e trovare una linea comune nei confronti del governo Monti. Un obiettivo immediato e concreto è quello di «cavalcare la sfida della spending review». Dice Lupi: «Non possiamo far vincere corporazioni e interessi di parte, per quanto legittimi. Abbiamo una grande occasione per riaffermare i nostri valori liberali appoggiando a spada tratta il governo contro gli sprechi e le inefficienze. È un’occasione preziosa. Il tema che mi interessa è se questa è la linea del Pdl o no».
Il deputato riconosce che sostenere oggi l’esecutivo guidato da Monti non è facile: «I nostri elettori percepiscono Monti come il premier che ha solo aumentato l’oppressione fiscale. Ma ora che fa una proposta per tagliare gli sprechi, diminuire le tasse e creare occupazione, noi dobbiamo cavalcarla. Nel Pdl si discute, ma questa è la linea di Berlusconi».
Non tutto, insomma è sottoscrivibile («è giusto contestare una riforma come quella del lavoro, che si è piegata al diktat della Cgil e alle esigenze del Pd», dice Lupi) ma «dobbiamo approfittare del decreto sviluppo e della spending review per riaffermare il nostro profilo liberale». Basta ondeggiamenti: «Berlusconi ha ribadito la nostra lealtà e non è pensabile che si voglia far cadere il governo. Ma certo, un partito che vuole ritrovare la sua identità deve avere una linea. Casini e D’Alema stanno facendo danni inenarrabili, ma hanno ragione quando dicono che il Pdl non può votare in maniera tricolore, cioè in tre modi diversi».
Tutti con Alfano, nessuno contro Berlusconi: «La forza del Pdl è avere un segretario giovane e un leader carismatico, che dobbiamo tenerci stretto. Il nostro problema piuttosto è come torniamo a parlare ai giovani, con proposte concrete che ci consentano di vincere nel 2013. Incitare alla disobbedienza civile e cedere a una deriva populista non è il nostro dna».