«L’Olanda è al completo» è lo slogan con cui Pim Fortuyn contava di vincere le elezioni legislative olandesi anticipate dopo aver vinto le amministrative di Rotterdam lo scorso anno. La sua morte violenta non chiuderà il dibattito circa la capacità o meno del paese che fu di Erasmo di far fronte alla pressione demografica, sociale e culturale che su di esso esercitano la popolazione d’origine e quella di recente immigrazione. Alcuni dei fatti a cui Fortuyn faceva riferimento sono innegabili: l’Olanda è il paese dell’Unione Europea (Ue) con la più alta densità di popolazione (383 abitanti per kmq, più del triplo della media Ue) ed il 14° del mondo. Sia il suo tasso di crescita della popolazione che il suo saldo migratorio sono più che doppi rispetto alle corrispondenti medie Ue. Da sola l’Olanda totalizza l’11 per cento di tutte le domande di profughi in cerca d’asilo indirizzate a paesi della Ue, con un numero di richieste ogni 1.000 abitanti che è quasi il triplo della media europea. D’altra parte l’Olanda è la smentita vivente della tesi secondo cui paesi sovrappopolati sono destinati alla miseria: con una delle più alte densità di popolazione del mondo, i Paesi Bassi sono anche fra i 10 paesi che presentano il più alto reddito pro capite (27.800 dollari a parità di potere d’acquisto). Quanto all’incidenza della popolazione straniera, essa è leggermente inferiore alla media Ue sia per quanto riguarda gli extracomunitari che per quanto riguarda gli stranieri in genere (e nettamente più bassa di paesi come Germania, Belgio e Svizzera). Insomma, l’enigma Olanda dovranno scioglierlo gli olandesi stessi.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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