Un cuore pensante raccoglie, rielaborati e arricchiti, i brevi articoli scritti da Susanna Tamaro per l’omonima rubrica che ha tenuto su Avvenire per tre mesi nel 2014. Chi si fosse perso la sua rapida incursione tra le colonne del quotidiano dei vescovi ha fatto male, e ora ha l’occasione di recuperare.
Niente paura, questo cuore è pensante sul serio: passione e giudizio, sentimento e spada insieme. Susanna Tamaro osserva la nostra umanità omologata con gli occhi di una tigre, una tigre incarcerata in una vita da agnello.
Se fosse nata oggi – scrive – di certo uno psicologo l’avrebbe gettata in un qualche inferno “perfetto”. Invece non ha alcuna intenzione di farsi ingabbiare lei, né dai dogmi di chi si bea di «seguire una strada già tracciata», né tanto meno dalle definizioni degli «sparvieri del gender». Lei che si sente stretta nella sua persona fin da quando ha memoria, e già all’asilo trascorreva notti insonni lacerata dalle domande.
La tigre con il nome di un formaggino racconta della sua dura infanzia, delle carni lacerate dagli artigli dell’Avversario, delle suppliche gridate davanti a crocefissi muti, dei gigli bianchi ridotti a latrine per graziosi coleotteri e di padri che sgozzano i figli nel letto. Sempre con la coscienza che «sarei potuta essere io l’assassino». E con il coraggio di una “diversità” irriducibile, che resistendo alla frusta del potere domatore ha potuto scoprire una inaspettata fecondità.
Un cuore pensante scuote nel profondo, e riaccende nel lettore quell’inquietudine senza la quale la salvezza sarebbe un regalo superfluo.
Susanna Tamaro, Un cuore pensante (Bompiani, 216 pagine, 14 euro)