«Liberate Leah Sharibu, prigioniera di Boko Haram da 1.775 giorni»
Leah Sharibu ha trascorso il suo quinto Natale nelle mani di Boko Haram. È tenuta prigioniera dai terroristi islamici da 1.775 giorni in una qualche loro base, in Nigeria, solo perché si è rifiutata di abiurare il cristianesimo. «Sono passati cinque anni da quando il governo di Muhammadu Buhari ha promesso solennemente di liberarla, ma ancora non ha mantenuto il suo impegno. Tra poco il mandato del presidente scadrà: è ora di restituire Leah ai suoi genitori», dichiara in un messaggio fatto pervenire a Tempi il reverendo Gideon Para-Mallam, presidente della Para-Mallam Peace Foundation che da anni si occupa dei cristiani perseguitati della Nigeria e che non ha mai smesso di invocare la liberazione della giovane.
Il calvario di Leah Sharibu
Leah Sharibu aveva solo 14 anni quando è stata rapita da Boko Haram il 19 febbraio 2018 nella città di Dapchi. Il governo si è prodigato per far rilasciare le sue compagne di scuola, 104 studentesse, tutte musulmane, ma non lei. I terroristi infatti, come raccontato dalle altre ragazze, le hanno proposto di barattare la sua fede cristiana con la libertà e Leah ha rifiutato.
Oggi Leah ha 18 anni e secondo notizie non confermate sarebbe stata costretta a sposare un miliziano e avrebbe già dato alla luce due bambini, entrambi nel 2020. La madre, Rebecca, si è detta più volte disposta a riaccogliere la figlia, i suoi bambini, e anche il marito. Ma i terroristi islamici sembrano intenzionati a tener fede a quanto dichiarato nel 2018 in un video: «Leah resterà nostra schiava per tutta la vita».
«Il governo non fa abbastanza per liberarla»
Recentemente il ministro per gli Affari femminili del governo nigeriano, Dame Pauline Tallen, ha dichiarato: «Stiamo facendo tutto il possibile per assicurare il rilascio di Leah e delle altre ragazze ancora in cattività e per supportare le loro famiglie».
Ma secondo il reverendo Para-Mallam non è così: «Il governo non ha fatto abbastanza per liberare Leah e neanche la comunità internazionale. Chiediamo a tutti gli uomini e donne di buona volontà di agire nel nome della nostra comune umanità per salvare Leah e le tante altre ragazze innocenti, spesso cristiane, prigioniere di Boko Haram».
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