Ricordo che Tempi si è occupato di diversi casi di malagiustizia in cui erano coinvolti bambini. Cosa ne pensate del caso di Chiara?
Vincenzo Zerbin, Milano La recente vicenda di Chiara, la piccola bambina di un anno sottratta temporaneamente dal Tribunale dei Minori di Milano ai genitori vegetariani in quanto soggetta a grave malnutrizione per le conseguenze della dieta impostale fin dalla nascita, si presta ad alcune considerazioni più generiche. Il miglioramento delle condizioni economiche della nostra società avvenuto negli ultimi decenni ha fatto scomparire da tempo i problemi inerenti la denutrizione e le gravi patologie che ne derivano, vaste piaghe ancora oggi presenti in larga parte del mondo. Tuttavia come ovvio una “pratica” che ripetiamo almeno tre volte al giorno non può comunque non avere conseguenze sulla nostra salute. L’apparente benessere indotto da una dieta oltremodo ricca, specie in alimenti “nobili” come le carni e i cibi di origine animale, una volta tipici della tavola delle classi più agiate, sta mostrando i propri limiti. Lo vediamo bene con l’aumento dell’incidenza di patologie come l’obesità, le malattie cardiovascolari e per certi versi quelle tumorali – per citare le principali. Questo è il clima che va favorendo una rivalutazione di modi di alimentarsi del passato, “dieta mediterranea” in primo luogo, che ben si sposano con le moderne indicazioni dietologiche. Una dieta equilibrata infatti dovrebbe essere composta:
– dal 10-15% di grassi, specie di origine vegetale come olio di oliva o mais;
– dal 40% di proteine, carni bianche o rosse, pesce e legumi assunti settimanalmente in pari numero di volte, nonché da latte e yogurt;
– dal 50-60% di carboidrati, con preferenza per quelli complessi come pasta, riso e pane;
accompagnata da una quotidiana assunzione di frutta e verdura apportatrici di fibre, vitamine e sali minerali.
Fondamentale inoltre la distribuzione delle calorie durante la giornata: 20-25% al mattino, 35-40% a pranzo e cena, con possibilità per i bimbi di aggiungere uno o due spuntini intermedi. In fondo quindi il segreto per mantenerci in buona salute non è poi tale: una alimentazione variata e non eccessivamente abbondante composta da cibi di diversa origine sia animale che vegetale. La qual cosa tra l’altro ci proteggerà dalla eventuale presenza di sostanze chimiche il cui impiego ormai si è diffuso con l’industrializzazione della produzione alimentare. Al contrario le cose diventano difficili se per motivi filosofico-culturali si decidesse di limitare in modo drastico la variabilità degli alimenti assunti, come appunto succede nelle diete vegetariane più o meno spinte. Specie se tale limitazione drastica si applica ai bambini. La rapida crescita tipica dell’età evolutiva, in particolare al di sotto del secondo anno di vita, e la relativa immaturità di organi e apparati come il sistema digerente sconsigliano vivamente di intraprendere simili pratiche in quest’epoca della vita. “Maximi pueri reverentia debeatur”: rispettiamo fino in fondo la vita che si dischiude e che non ci appartiene, lasciamo che a decidere sia la libertà dell’adulto che verrà… anche nell’alimentazione.