È come sentire la colonna sonora di quei film commedia in bianco e nero che raccontavano la vita nell’Italia del Boom, negli anni ’60. Ragazze coi riccioli biondi dalle forme prosperose che seducevano i ragazzi alle sensazioni e ai richiami degli status symbol americani in perenne lotta con i “matusa”, mentre dai juke box uscivano le note del rock’n roll d’oltroceano imbastardito dal beat balneare, che se per le terre statunitensi voleva dire la spiaggia californiana e i windsurf, per gli italiani travolti dal nuovo benessere era la costa romagnola solcata dai pedalò.
Nel suo quarto cd solista Cesare Cremonini (ex leader dei Lùnapop) riprende in mano l’atmosfera di 50 Special, scritta tredici anni fa, ci mette una buona percentuale di trentenne pacificato nella vita e negli affetti e recupera la tradizione pop dei protagonisti canori che negli anni della ricostruzione del dopoguerra la facevano da padroni in radio e nella neo televisione pubblica, beandosi dei milioni di 45 venduti, i piccoli vinili massacrati nei mangiadischi. Una schiera di campioni dal nome altisonante: Gianni Morandi, Jimmi Fontana, Nico Fidenco, Peppino di Capri, Adriano Celentano, Don Backy, Pino Donaggio, Edoardo Vianello e i nascenti complessi come L’Equipe 84 e i Nomadi: Cremonini li frulla, ci mette molto del suo, e licenzia un lavoro che sarà sicuramente uno dei tormentoni di quest’estate italiana 2012, che sta vivendo, al contrario di quella del 1960, l’esperienza dello “sboom” economico.
La teoria dei colori è una galleria di pezzi “neobeat”, pieni allegria e sentimentalismo a tinte leggere, sorretti da furbi e azzeccati arrangiamenti tra pieni orchestrali classicheggianti e finali elettrici trascinanti, senza inutili “mediazioni” intellettuali, popolari e mai banali, affinché i brani possano essere ascoltati e riascoltati. Con il cd inghiottito dal lettore dell’auto, sulla strada delle vacanze, magari a tutto volume o nell’iPod, distesi su un prato nelle notti estive puntando lo sguardo a una stella cadente. Si va dalle citazioni degli urlatori sanremesi, stile Massimo Ranieri, alle polifonie vocali dei Beach Boys, dalle melanconie di Tenco, alle ballate “degregoriane” (l’incipit del singolo Il Comico è lì a dimostrarlo), dai fiati squillanti dei Beatles, al puro beat “swinging London” del Morandi di Belinda. Insomma un cd divertente e divertito in cui un Cremonini assai convinto ci tiene compagnia per un’ora scarsa, nell’attesa che si ritorni, come ipnotizzati, alla traccia 1 per ricominciare d’accapo e trovarsi a cantare a squarciagola. Ottima operazione, quindi: un disco che sprizza positività da tutti i pori, che ci accompagna in questi tempi un po’ bastardi e ci ricorda che la canzonetta pop, semplicemente, è come un amico, che vuole farti dimenticare la tristezza che ti coglie e ti sorride, sapendo di regalarti qualche minuto di leggera spensieratezza. Senza altre pretese.