La supercazzola gender del ministro Fedeli
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Valeria Fedeli non è laureata? Francamente non ci importa. S’è vantata di esserlo? Vabbè, peccatuccio veniale. Aveva detto che avrebbe lasciato «la sedia» se avesse vinto il No al referendum costituzionale? Sì, l’ha detto ma non l’ha fatto. Ma anche su questo si può tranquillamente lasciar correre, non è il caso di farla tanto grave. Fanno più impressione le sue agguerrite tesi pro gender nelle scuole e certe sue lunari opinioni sull’utero in affitto, ma di questo sapete già tutto.
Quel che non sapete è quel che scrive oggi su Libero Fausto Carioti: «In realtà la sua vera colpa più che la laurea che non c’è, le idee che ne fanno una sorta di Laura Boldrini elevata al cubo e la disinvoltura nel cambiare referente politico, è un’altra: la prosa. Nel testo che accompagna il suo disegno di legge (quello sul gender a scuola, ndr), il nuovo ministro dell’istruzione su esprime così: “La consapevole prospettiva di genere nei processi educativi importa primariamente la decostruzione critica delle forme irrigidite e stereotipate attraverso cui le identità di genere sono culturalmente e socialmente plasmate, stimolando al contempo l’auto-apprendimento della e nelle complessità”. Ora, affidereste i vostri figli a una che parla così? Paolo Gentiloni lo ha appena fatto. Povere creature».
Foto Ansa
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