“Why not” e la corruzione elettorale
Ci risiamo. La procura di Catanzaro ha inviato un avviso di garanzia al governatore della Calabria, Agazio Loiero, nell’ambito dell’inchiesta “Why not”. Lo accusa di corruzione semplice e corruzione elettorale. Secondo i pm l’imprenditore Antonio Saladino avrebbe promesso a Loiero di far confluire su di lui i consensi, in cambio poi di aiuti. Tempi ritiene che siano le solite panzane, ma aspetta i processi per vedere confermati i propri pregiudizi (sapete com’è, noi crediamo ancora alla presunzione d’innocenza.).
confusi Posto che i pm abbiano ragione (e non ce l’hanno) di cosa accusano Saladino? Di “aver fatto politica”? è sessant’anni che la Fiat fa la stessa cosa col governo italiano. è sessant’anni che le Coop fanno la stessa cosa in Emilia-Romagna. E l’elenco potrebbe continuare, a destra, a sinistra e al centro. Di grazia, dove sta la “corruzione elettorale”? Come ha detto il procuratore generale Enzo Iannelli all’inaugurazione dell’anno giudiziario, l’inchiesta “Why not” è solo «un procedimento complesso e confuso».
I rom sinceri si vedono solo su RaiTre
È il 5 febbraio, notte inoltrata. Su RaiTre è in onda Percorsi, trasmissione di sensibilizzazione sociale. Questa volta il tema è: i rom. Anna Scalfati, autrice del programma, ha filmato gli sgomberi di Roma, intervistato i baraccati, ascoltato i loro lamenti, i loro sfoghi, le loro giustificazioni. Siamo su RaiTre, quindi il tutto strappa molte lacrime. Perfino la telecritica della Stampa si commuove, e due giorni dopo scrive: la tv non fa cose concrete, però «può mostrare, come ha fatto la Scalfati, che i rom non mordono».
candidi E a noi è tornata in mente la Scalfati che, seduta tra gli zingari, un po’ stufa del loro continuo autoassolversi, chiede: scusate, non avete lavoro, né soldi, né case, ma cosa siete venuti a fare in Italia? Risposta rom: «Siamo qui perché in Romania se rubi una gallina resti in galera 5 anni. Invece da voi.». La cosa non viene approfondita (ci mancherebbe, siamo su RaiTre), ma ci lascia un po’ così. Insomma, sarà pure come dice la Stampa, che i rom non mordono, però sappiate che per mettervela in quel posto mica servono i denti.
Profilattici gratis ai disoccupati La trovata della Linke tedesca
La Linke tedesca, cioè, per intenderci, una specie di Cosa rossa teutonica, ha fatto una proposta politica molto moderna. Dal momento che, come ha spiegato la vicepresidente del partito Katja Kipping, «la povertà offusca la vita amorosa della gente», la sinistra tedesca propone che tra le misure di assistenza sociale per i disoccupati siano inseriti anche preservativi, pillole e quant’altro. Il tutto, naturalmente, gratis. Ovvero a spese del contribuente.
anche qui Va da sé che la cosa non sia passata inosservata ai più lungimiranti fra i politici di casa nostra. Infatti subito s’è palesato tale Tommaso Pellegrino dei Verdi (Cosa rossa), il quale ha solennemente dichiarato la genialata della Linke «in linea con la nostra cultura laica». Del resto come si fa a non pensarla così? Lo dice la parola stessa che i disoccupati non sanno come occupare il tempo. Perciò, sistemati senza lavoro e precari vari, ora non ci resta che sperare che tutti quei profilattici riescano a contenere anche le cazzate della Cosa rossa.
Il Pd di Walter Prodi e Romano Veltroni
Walter Veltroni ha lanciato il Partito democratico puntando sull’idea di novità e freschezza. Nuovo simbolo, volti giovani, parole e musiche che vogliono segnare una discontinuità nei fatti rispetto al precedente disastroso governo Prodi che, purtuttavia, Veltroni è costretto a sostenere a parole. Da par suo, Silvio Berlusconi ha consigliato ai suoi «di definire il Pd “il partito di Veltroni e Prodi”». Berlusconi gioca sul fatto che Prodi è attualmente il presidente del Pd, il che è un vero intoppo d’immagine per Walter.
ma anche Velina interna per i redattori di Tempi: «Cari colleghi, d’ora in poi ogni volta che nei titoli compare il nome Veltroni aggiungete “ma anche Prodi”. Idem per gli articoli: se dovete citare tale Walter Rossi aggiungete “ma anche Romano Rossi”. Idem per le dida delle foto: specificare che nell’immagine compare “Veltroni ma anche Prodi”. Idem per i congiunti: scrivere “la moglie di Veltroni ma anche di Prodi”, “la figlia di Veltroni ma anche di Prodi”. Ogni dimenticanza sarà punita con l’obbligo di rassettare la scrivania del direttore, ma anche quella di Luigi Amicone».
La Gazza nostalgica della cupola
La Gazzetta dello Sport del 5 febbraio ha pubblicato una classifica virtuale senza presunti torti arbitrali. Secondo gli esperti della rosea a quel punto del campionato la Juve sarebbe dovuta essere in testa a 48 punti, l’Inter solo seconda a 45 insieme alla Roma. La Gazzetta con il suo direttore Carlo Verdelli e l’ex direttore Candido Cannavò è il quotidiano più accesamente anti Moggi e ci ha fatto una testa così su calciopoli e i piedi puliti manco fosse la Micromega del pallone. Ora che gli arbitri sbagliano più e come prima fa le classifiche virtuali.
grilleschi Ce l’avete menata due anni con lo scudetto degli onesti, e ora che finalmente avete capito che la palla è rotonda e basta, che fate? Vi rimettete a fare con l’Inter quello che avete fatto con la Juve solo due mesi fa? Ma allora, a questo punto, abbiate il coraggio di affidare le designazioni arbitrali a Di Pietro, le partite a Travaglio, le telecronache a Grillo. E se qualche arbitro s’azzarda ancora a fischiare nella direzione sbagliate mandatelo a dirigere il traffico su qualche campo di Hammamet.
Prematuri nati in barba ai medici “pietosi”
Giampaolo Donzelli, neonatologo ex direttore della terapia neonatale all’ospedale Meyer di Firenze (e promotore della “Carta di Firenze”), ha raccontato a Repubblica che 15 anni fa salvò un bambino prematuro alla 23esima settimana. Poi si è pentito di quella scelta perché «quel bambino è diventato cieco, ha sviluppato difficoltà motorie, cognitive e relazionali». Donzelli è da allora convinto che per i prematuri alla 23esima settimana ci debba essere solo cura compassionevole.
stanno bene Nel frattempo va notato che proprio la settimana scorsa è nato al Sant’Orsola di Bologna un superprematuro di 21 settimane che, a detta dei medici, «sta bene». E a Rimini sono state dimesse due gemelline nate prematuramente alla 23esima settimana il 27 settembre 2007. Ora, questi sono fatti di cui un neonatologo come Donzelli dovrebbe tenere conto. Oltre a questo, dovrebbe iniziare a chiedersi se il suo modo di ragionare (non vale la pena salvare un bambino handicappato) non sia leggerissimamente nazista.