Sono attese ventimila persone per l’undicesima edizione della “Notte delle candele di Vallerano”, un evento che illuminerà lo storico borgo medievale nel cuore della Tuscia viterbese e che vede la partecipazione degli stessi abitanti alle scenografie dei lumi in ogni angolo, vicolo, piazza del paese. Sabato 26 agosto, oltre centomila ceri saranno i protagonisti di una manifestazione che ha già registrato, gli scorsi anni, affluenze e consensi a livello nazionale e internazionale.
L’iniziativa, il cui tema quest’anno sarà “Il regno del ghiaccio e dei fiori”, tematica in mostra attraverso una gigantesca installazione di video e numerosi lumi all’ingresso di piazza della Repubblica, vedrà partecipare in contemporanea numerosi musicisti che faranno percorrere ai tanti convenuti un itinerario emozionale all’insegna di arte e musica. Da sottolineare, oltre all’arpa di Valeria Carissimi nel giardino del centro storico, tra jam session, l’ukulele di Youkus e la musica liquida, il progetto musicale “Oceani” ideato da Riccardo Ascani, musicista, compositore e dottore in scienze naturali, per porre l’attenzione verso la salvaguardia del mare e dell’ambiente. La musica di “Oceani” racconta il mare idealizzato nella letteratura e nell’animo di ogni uomo. Il mare fonte di ispirazione per illustri scrittori da Omero a Baricco passando per Conrad, Lorca ed Hemingway, abbracciando contemporaneamente le discipline della musica, dell’ecologia e della letteratura. Il concerto si avvale della proiezione di video e di immagini dell’ambiente marino, di una voce recitante, oltre a una breve conferenza sulla salvaguardia del mare, tenuta dallo stesso Ascani.
Infine, la pizzicata di mezzanotte, con i tamburellisti di Torre Paduli, in piazza della Repubblica: il gruppo riprende la musica che guarisce i tarantati (i “morsicati”) dalla malinconia e si ispira alle grandiose tradizioni del tamburello e della danza-scherma di Torrepaduli (Ruffano-Lecce), dove ogni anno, il 15 agosto, rivive una cultura antichissima legata al Santuario di San Rocco. Il successo dei tamburellisti, alla fine, contribuisce persino alla nuova vertiginosa crescita della festa del santo. I tamburellisti di Torrepaduli vantano la collaborazione di Paolo Pellegrino, docente di estetica, e di Antonio Anchora, ambasciatore dell’ellenismo nel mondo. Recuperano anche il grico della cosiddetta Grecìa salentina, lingua sopravvissuta dopo la colonizzazione magnogreca e la dominazione bizantina, cantandone alcuni brani significativi e scrivendone di nuovi. Ma tutto il Salento può essere considerato culturalmente greco ed è proprio la pizzica che per la sua struttura e per le sue funzioni, incarna le antiche concezioni elleniche. Anche Torrepaduli vanta ben definite origini greco-bizantine. Così l’arte dei tamburellisti, nonostante manifesti una collocazione contemporanea, ha un sapore greco: danzatori e musicisti paiono davvero satiri e menadi di un tiaso dionisiaco. Il canto, che unisce autentica poesia e buone vibrazioni musicali, non è diverso da quello degli aedi. Quello di Vallerano sarà un sabato legato alla cultura ancestrale, quella che è riuscita a sopravvivere nonostante la globalizzazione.