
Lettere al direttore
La croce di Brandizzo, il “centuplo” di Cl e la spider di Sallusti

Caro direttore, che dire della tragedia di Brandizzo? Al di là delle responsabilità sull’incidente che andranno accertate, mi ha colpito molto quel post dell’operaio Michael Zanera, il saldatore cui era comparsa una croce sulla rotaia. Un segno?
Annamaria Colli via email
Mi hanno colpito le parole della madre di Michael, la signora Rosalba Faraci che, interpellata dal Corriere sulle responsabilità del tecnico che ha dato il via libera per l’apertura del cantiere, ha detto: «Io non giudico nessuno, tantomeno lui. È un lavoratore, era lì per dare da mangiare ai suoi figli e immagino che oggi sia un uomo morto dentro. Non mi permetto di buttargli la croce addosso. Spero che si vorrà guardare a tutto il sistema della sicurezza, anche più in alto di lui. Spero che il sacrificio di mio figlio e degli altri almeno non sia stato invano, che le cose possano migliorare perché nessun altro muoia mai più come loro». Dei segni “premonitori” non saprei che dire, però le parole di questa madre mi sembrano un segno concreto di che cosa significhi accettare la croce della perdita di un figlio. Il perdono è sempre un miracolo.
***
Dopo aver letto che l’opera di Andrei Makine (Il libro dei brevi amori eterni) è di difficile acquisto, segnalo, per chi avesse Kindle, che si può acquistare in questa modalità (€ 8,99) con facilità. Grazie ancora a don Massimo Camisasca per la “cura” con cui si fa carico dei nostri pensieri.
Giuseppina Maria Caronni via email
***
Caro direttore, leggo che gli ipocriti di tutte le risme si stanno occupando di quella esperienza straordinaria costituita da Comunione e Liberazione, non a caso in occasione del Meeting di Rimini, sperando così di aumentare l’area di ascolto. C’è un minimo comun denominatore che lega almeno alcuni interventi, che è quello di volere confinare i cristiani e tutta la Chiesa in una ben guarnita sacrestia, chiudendo a doppia mandata la porta, perché non accada che qualcuno ne possa uscire. A dir la verità, costoro fanno uscire dalle sacrestie i cristiani solo quando devono chiedere loro di curare le ferite da essi stessi procurate con la loro cultura nichilista, cioè del nulla. Operazione che abbiamo già visto in epoche passate e che ogni tanto ritorna. Pensavano che Cl se ne fosse già andata per sempre (forse sulla base di qualche indizio!) e, invece, ecco che potrebbe ritornare ed allora gli danno subito e in anticipo addosso. Si chiedono allora: ma dove va Cl? La risposta è certa: Cl andrà avanti sempre più spedita finché il Signore, che se ne è dimostrato grande amico, vorrà. Senz’altro ci sarà ancora quando tanti politologi “esperti” non ci saranno più. Penso che valga anche per Cl quanto Gesù ha detto per la Chiesa e cioè che le tenebre non prevarranno. Si mettano tutti il cuore in pace!
Ma vorrei anche dire perché sono così certo di questa affermazione. Perché sono così certo che Comunione e Liberazione, a cui appartengo da 65 anni e che costituisce la mia vera “casa”, abbia di fronte a sé un lunghissimo cammino dentro la grande, immensa dimora della Santa Madre Chiesa Cattolica? Potrei dare tante risposte a questa domanda, ma mi concentro su questa semplice considerazione. L’esperienza vissuta seguendo il carisma del Servo di Dio don Luigi Giussani ci ha fatto vivere ciò che Gesù ha promesso a chi l’avrebbe seguito e cioè ci ha fatto gustare l’esperienza del “centuplo” quaggiù. Nel capitolo 10 (vs. 28-31) del Vangelo di S. Marco si leggono queste parole di Gesù: «Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà». Per me, l’incontro con don Giussani e la fedele partecipazione alla vita del Movimento nato intorno a lui ha provocato una vera e propria rivoluzione nella mia vita e nella vita di tanti che hanno costituito un vero e proprio popolo. La sequela di Cristo in forza delle persuasive ragioni portate dal Movimento in totale obbedienza alla Chiesa ci ha fatto vivere un “di più” in tutto. Ha reso tutto godibile perché tutto pieno di senso e di significato. Tutto da affrontare e verificare con interesse aperto al vero. Tutto con il desiderio creativo di contribuire al bene della Chiesa e di tutti. Tutto vissuto con pienezza: con una pienezza cento volte superiore a quella che avremmo vissuto senza l’incontro con Cristo. E questa pienezza provocava, fin dall’inizio, uno strano fastidio nella élite del pensiero e del potere, che usava il fuoco dei propri mezzi di informazione per “perseguitarci”, scrivendo di noi ogni falsità. Insomma possiamo dire di avere vissuto il CENTUPLO promesso da Gesù, cioè una vita più utile e completa. Per me e per tantissimi Comunione e Liberazione è stato questo e lo sarà anche in futuro, fino all’arrivo all’eternità. I cristiani, infatti, sono destinati all’eternità, ma intanto vivono meglio fin da subito. Come diceva spessissimo don Giussani, la certezza nell’aldilà poggia sul fatto che il Signore fa vivere meglio nell’aldiquà. E tutti quelli che, maliziosamente, straparlano e strascrivono di Cl se ne facciano una ragione. Evviva Comunione e Liberazione!
E questo “centuplo”, che don Giussani definì come ”baldanza ingenua” in occasione del quarantennale del Movimento (nel 2024 saranno 70 gli anni!), ha dato i suoi frutti, che è bene ricordare ai soloni della comunicazione ed agli immemori (e a noi stessi). Molti ciellini, forti di questo “centuplo”, hanno liberamente messo in atto, senza che nessuno glielo chiedesse, una infinità di risposte ai vari bisogni che le circostanze ci facevano incontrare. Sono state create dal nulla o salvate da sicura morte centinaia di scuole, sulla base della evidente considerazione che l’educazione è la prima delle emergenze. Sono state create grandiose opere di carità, come, ad esempio il “Banco Alimentare” (divenuto molto imitato) ed il “Banco Farmaceutico”, che aiutano migliaia di persone svantaggiate. È stato dato il via al Meeting di Rimini ed a centinaia di centri e associazioni culturali, coscienti che il giudizio culturale è essenziale per rendere vivibile da tutti l’esperienza religiosa. Sono state fondate alcune case editrici. Sono stati composti nuovi canti, nati dall’esperienza concreta della vita di Cl, canti che hanno contribuito a vivificare anche la musica liturgica. È stata data vita ad una serie di iniziative di accoglienza, tra le quali spicca l’associazione “Famiglie per l’accoglienza”, che ha affrontato con grande consapevolezza cristiana i problemi derivanti dalle adozioni e dagli affidi. Sul versante amministrativo e politico sono state assunte iniziative altamente innovative, come successe in Lombardia, per esempio, in tema di sanità e libertà di educazione. Persone educate a vivere il di più del cristianesimo hanno creato opere assistenziali (alcune di massimo livello), associazioni per difendere la famiglia in tutte le sue componenti, hanno imposto a tutto il mondo culturale e politico il tema della sussidiarietà. Altri hanno istituito scuole professionali (la In-presa di Carate Brianza è stata giudicata ottima dall’attuale Ministro all’istruzione). E nata dalla intuizione di un ciellino l’Avsi, una delle maggiori Ong italiane, presente in tantissimi Paesi in difficoltà. Il nostro grande don Pigi Bernareggi, che è diventato sacerdote in Brasile e dove è morto in odore di santità, è stato il protagonista assoluto della rivoluzione avvenuta nello Stato del Minas Gerais circa gli interventi urbanistici nelle favelas a favore del popolo che vi abita. E a proposito di santità vi sono già tre cause di beatificazione in corso: oltre a quella che riguarda lo stesso don Giussani, quella che riguarda Enzo Piccinini (diocesi di Modena) e quella che riguarda Andrea Aziani (memor domini vissuto e morto in Perù). Lo spazio di una lettera non permette di elencare tutto ciò che è nato dal “centuplo” promesso e donato da Gesù e senz’altro questo elenco è incompleto, ma ritengo che anche un piccolo elenco possa dare l’idea del “terremoto” (citazione di P. Cocagnac) messo in atto dallo Spirito attraverso il carisma di don Giussani. Elenco che dovrebbe essere meditato da tutti coloro che sono posseduti dall’ossessione di abbinare la grandiosa esperienza di Comunione e Liberazione unicamente all’aspetto politico. Mi dispiace per loro, perché si perdono il meglio e così non possono capire neppure il “particulare” della politica.
Caro direttore, in mezzo alle miserie che abbiamo letto in questi giorni, volevo semplicemente esprimerti un atto d’amore verso una straordinaria esperienza. In un secolo in cui molti fuggono da Lui, Gesù ha donato a tante persone l’esperienza inimmaginabile e sorprendente e reale del CENTUPLO quaggiù. E dico “centuplo”, una delle parole più usate da don Luigi Giussani.
Peppino Zola via email
***
Caro direttore, il 29 agosto è stato pubblicato il terzo ed ultimo volume dei saggi sul pensiero teologico, filosofico e pedagogico-sociale di don Luigi Giussani realizzati in occasione del Centenario della nascita del fondatore di Comunione e Liberazione, intitolato “Introduzione alla realtà totale”. Si tratta di un testo davvero molto ricco di spunti di riflessione, che rendono evidente la straordinaria fecondità del carisma di don Giussani anche nella società contemporanea. Credo tuttavia che, per cogliere fino in fondo la “genialità pedagogica” di don Giussani (a cui ha fatto riferimento anche Papa Francesco nell’udienza generale dello scorso 15 ottobre), occorra talvolta guardare ad alcuni piccoli e apparentemente banali episodi, che hanno caratterizzato la sua ordinaria vita quotidiana. Qualche giorno fa, ad esempio, mi sono casualmente imbattuto in un’intervista rilasciata dal direttore del quotidiano “Libero” Alessandro Sallusti ad una rivista online, i cui contenuti mi hanno
profondamente colpito. Descrivendo gli inizi della sua carriera giornalistica, infatti, Sallusti ha raccontato l’esperienza professionale da lui vissuta presso la redazione de “Il Sabato”, durante la quale era avvenuto un curioso incontro personale tra lui e don Giussani. Sallusti ha detto nell’intervista che non era un appartenente al movimento di Comunione e Liberazione ed era particolarmente noto nella redazione de “Il Sabato”, in quanto si recava ogni giorno al lavoro a bordo di una “Spider” rossa. Un giorno, don Giussani fece visita alla redazione de “Il Sabato” e, dopo aver fatto chiamare Sallusti, gli chiese se poteva portarlo con lui a fare un giro sulla sua “Spider”. Sallusti subito acconsentì, ma, una volta saliti entrambi in auto, rivelò con molto imbarazzo a don Giussani di non essere un appartenente al Movimento di Cl. L’inaspettata reazione di Giussani, a questo punto, non fu quella di invitarlo a Scuola di Comunità (come forse il “manuale del perfetto ciellino” avrebbe suggerito di fare), ma fu una fragorosa risata, dopo la quale disse: “Cosa vuoi che mi importi, io non so neanche se credo
in Dio”. Sallusti ha dunque concluso il suo racconto, esclamando: “Giussani era davvero un uomo straordinario”!
L’episodio raccontato da Sallusti può sembrare apparentemente frivolo ed insignificante o magari addirittura poco in linea con la vita di un “servo di Dio” e aspirante Santo, che spesso si cerca di immortalare nell’edulcorata immagine di un perfetto santino. Io credo, invece, che l’episodio raccontato da Sallusti ci riporti proprio a ciò che davvero è stato il cristianesimo nella storia, sin dalle sue origini. Gesù Cristo, infatti, ha veramente vissuto ogni giorno al di fuori di ogni prevedibile schema, scardinando senza paura tutte le convenzioni sociali dell’epoca e uscendo continuamente da ogni “comfort-zone” pseudo-religiosa, che il mondo cercava faticosamente di costruirgli intorno. Per questa ragione, ha amabilmente conversato da solo con una donna samaritana nei pressi di un pozzo, in un’epoca in cui agli ebrei osservanti era perfino vietato di rivolgere la parola in pubblico alle donne e ai samaritani; ha partecipato a svariati banchetti a casa di pubblicani e peccatori di ogni genere (di cui Zaccheo è solo l’esempio più noto); ha accettato che una prostituta baciasse i suoi piedi e li lavasse con le lacrime, mentre si trovava a casa di uno dei capi della sinagoga locale.
Ecco che allora l’episodio narrato da Sallusti sembra essere proprio la versione moderna di quegli straordinari incontri evangelici e ci ricorda che, per vivere un’autentica esperienza cristiana, occorre andare incontro agli uomini del proprio tempo, con tutte le loro imperfezioni e le loro aspettative, senza la preoccupazione di condurli al più presto in rassicuranti contesti religiosi. Il Centenario della nascita di don Giussani, insomma, è stata certamente una preziosa occasione per far conoscere ad un vasto numero di persone la smisurata opera del fondatore di Comunione e Liberazione e la straordinaria profondità del suo pensiero. Eppure, oserei dire che, per documentare pienamente la sua “genialità pedagogica”, sarebbe stato forse sufficiente quel suo giro sulla “Spider” di Sallusti!
Antonio Arciero via email
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!