
La Corte Suprema potrà giudicare la norma contraria alla libertà di coscienza
Da quando a giugno la Corte Suprema aveva giudicato costituzionale la riforma sanitaria di Barack Obama, con un voto di 5 a 4 per nulla scontato, sono partite centinaia di denunce contro il governo. Non tanto per lo storico voto con cui la Corte ha approvato una norma che per la prima volta obbliga tutti i cittadini americani ad assicurarsi, ma per via dell’articolo aggiunto all’ultimo momento dal presidente Obama, in cui si specifica che ogni datore di lavoro, a prescindere dalla propria coscienza, deve pagare ai propri dipendenti o studenti assicurazioni inclusive di contraccezione e aborto.
IL PRIMO PASSO. Ma ieri, per la prima volta, la Corte Suprema davanti alla denuncia di un’istituzione cristiana, già respinta da una corte d’appello federale, ha chiesto che il caso fosse riesaminato per vedere se effettivamente la clausola violasse la libertà religiosa e di coscienza.
IL CASO. La Liberty University, college cristiano della Virginia, aveva denunciato la lesione della propria libertà interna contro il cosiddetto Obama mandate, ma la corte d’appello aveva giudicato prematura la denuncia, senza però entrare nel merito della stessa. L’Università ha proseguito l’iter giudiziario sostenendo che se anche la corte suprema aveva promosso la riforma in giugno e giudicato costituzionale l’obbligo di assicurarsi per ogni cittadino, non era entrata in merito dell’ultimo mandato del governo. A quel punto la Corte Suprema ha dovuto esaminare il caso. E anziché respingere la denuncia, come la corte minore aveva fatto, ha stabilito che la corte d’appello federale dovrà entrare in merito alla denuncia di costituzionalità di una norma che si ritiene lesiva della libertà di coscienza.
LA CORTE SUPREMA. È il primo caso in cui una corte federale dovrà giudicare la denuncia di chi si è opposto alla norma. Una volta che la corte d’appello federale avrà giudicato, se il parere fosse contrario a quello della Liberty University, il caso dovrà essere sottoposto alla Corte Suprema, che nel 2013 potrebbe decidere una volta per tutte della legittimità o meno della norma.
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