John Kerry, candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti, ha criticato il discorso con cui il ministro della Giustizia John Ashcroft ed il direttore dell’Fbi Robert Mueller hanno annunciato il 26 maggio u.s. che Al Qaeda sta preparando un grande attacco contro l’America e hanno diffuso le foto e i nomi di sette sospettati. Secondo Kerry l’annuncio sottintende il fallimento dell’amministrazione Bush nel rendere i treni e gli impianti chimici più sicuri da attentati e nell’ispezionare i container che giungono nei porti americani. Nel dicembre scorso aveva scritto nel suo sito Internet elettorale: «Controlliamo 4 milioni di scarpe al giorno nei nostri aeroporti, ma meno del 4 per cento dei 21mila grandi container navali che ogni giorno entrano nei porti americani». Secondo gli israeliani di Debkafile «si sa che numerose cellule in sonno si sono infiltrate negli Stati Uniti attraverso container navali nel corso del 2003 e all’inizio di quest’anno. Alcuni di questi container sono stati individuati in importanti porti americani, e recavano i segni di essere stati occupati da uomini armati e dotati di esplosivi che non sono mai stati rinvenuti. Può essersi trattato di diversivi per distrarre l’attenzione dagli approdi di grossi gruppi di terroristi armati sulle coste americane, che fonti dell’intelligence ritengono si siano poi diretti a rifugi sicuri nell’interno in attesa di ordini per entrare in azione». Le autorità americane hanno messo in opera, in collaborazione con le autorità di 20 porti stranieri, la Container Security Initiative, un programma per l’individuazione di container navali sospetti, che sono considerati il mezzo più adatto per introdurre armi di distruzione di massa come le atomiche sporche negli Usa. Attualmente solo l’1 per cento dei 230 milioni di container che entrano nei porti di tutto il mondo è sottoposto a ispezioni.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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