Israele-Gaza, altre 9 vittime negli ultimi raid

Di Chiara Rizzo
11 Luglio 2014
Sale a 95 morti e 600 feriti in quattro giorni il bilancio degli scontri: Iron Dome solo nelle ultime 24 ore ha intercettato 550 razzi sparati da Hamas
Soldati e tank israeliani disposti al confine con Gaza

Stamattina alle 9 ora italiana l’ultimo raid israeliano: una bomba da mezza tonnellata ha demolito a Gaza City la casa di un comandante di Hamas, Abas Abu-al Kassum, miliziano jihadista. Il bilancio del quarto giorno di scontri è di 95 morti e 600 feriti da martedì. Tra le sei vittime di stamane, anche una donna che abitava in una palazzina a Rafah, centrata dal fuoco israeliano. Anche dalla Striscia è continuato il lancio incessante di razzi, oggi gli ultimi nove contro il centro di Ashdodmentre: il sistema antirazzi israeliano Iron Dome ha intercettato nelle ultime 24 ore però complessivamente 200 razzi: in Israele non ci sono per il momento – fortunatamente – altre vittime, e il portavoce del ministero della Difesa ha a sua volta quantificato in 550 i razzi sparati da Hamas a partire da martedì verso centri abitati.

«HAMAS PRONTO A COMBATTERE». Ieri era stato Netanyahu, il premier israeliano, il primo a sottolineare che «Una tregua non è in agenda». Stamattina è arrivata la risposta di Mahmu a-Zahar, dirigente di Hamas, che ad un’emittente di Gaza ha ribadito che anche «Hamas è pronto a combattere per mesi». Gli ammonimenti della comunità internazionale a interrompere subito l’escalation sono per il momento caduti nel vuoto.

LE DIPLOMAZIE INTERNAZIONALI. Eppure ieri il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha ribadito la richiesta di uno stop all’escalation, e dato la disponibilità degli Usa a mediare. Il consiglio di sicurezza dell’Onu ieri pomeriggio è stato convocato d’emergenza a porte chiuse, e il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-Moon ha definito «intollerabile l’eccessivo uso della forza da parte di Israele» pur condannando allo stesso tempo il lancio dei razzi da Gaza. Ban Ki-Moon ha riferito di aver parlato sia con il premier Netanyahu che con il presidente palestinese Abu Mazen, a cui ha chiesto «massima calma per evitare il rischio di un ulteriore escalation». Ma ieri nelle stesse ore i tank israeliani hanno cominciato a raggiungere il confine con la Striscia di Gaza, per ribadire nei fatti quanto minacciato dal presidente israeliano Shimon Peres: «L’attacco di terra ci sarà se i razzi non cesseranno».

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