Una delle preoccupazioni che sembra maggiormente turbare i custodi della pubblica moralità nelle società occidentali è che la lotta al terrorismo jihadista produca come conseguenza non intenzionale un diffuso sentimento antimusulmano presso l’opinione pubblica. “Islamofobia” è il nome che viene assegnato al sentimento di ostilità e diffidenza che, secondo alcuni, starebbe prendendo piede negli stati europei e nordamericani sotto la pressione della minaccia terrorista e dei crescenti flussi di immigrati di religione musulmana. Alla famosa conferenza Onu di Durban sul razzismo del settembre 2001, che si dedicò più che altro a mettere sotto accusa Israele e gli Stati Uniti, i paesi musulmani furono sul punto di ottenere l’approvazione di un testo che stigmatizzava l’”islamofobia” occidentale. Sarebbe stato un vero e proprio capovolgimento della realtà: una recentissima inchiesta demoscopica del Pew Research Center di Washington ha confermato che nei paesi musulmani il sentimento anticristiano è molto più diffuso di quanto il sentimento antimusulmano sia diffuso nei paesi storicamente cristiani. Fra le cinque grandi “nazioni cristiane” sondate dalla ricerca, soltanto in Germania la percentuale di coloro che hanno un giudizio negativo sui musulmani è superiore a quella di coloro che li rispettano. Negli Stati Uniti ed in Russia, paesi duramente colpiti da attentati terroristici ispirati da estremisti islamici, i cittadini ostili ai musulmani sono circa un terzo, mentre quelli che li rispettano sono più o meno la metà. In Francia e Regno Unito i giudizi favorevoli sono addirittura i due terzi del totale. Al contrario, in tre grandi paesi a larga maggioranza musulmana come Turchia, Pakistan e Marocco le opinioni favorevoli ai cristiani sono appena un quarto, mentre più della metà degli interpellati si pronuncia contro: il 52% in Turchia, il 62% in Pakistan, il 73% in Marocco. La cosa non è poi così sorprendente, quando si tiene presente che il 65% degli intervistati in Pakistan, il 55% in Giordania ed il 45% in Marocco ha un’opinione favorevole nei riguardi di Osama Bin Laden. Nel caso del Pakistan le simpatie per il capo di Al Qaeda appaiono fortemente in rialzo rispetto all’anno scorso, quando il sondaggio le aveva stimate al 45%. Non c’è dubbio che l’intervento militare anglo-americano in Irak ha il suo peso su questi risultati: lo conferma il fatto che il 46% dei pakistani, il 66% dei marocchini ed il 70% dei giordani (ma solo il 31% dei turchi) ritengono giustificati gli attentati suicidi contro americani ed occidentali in Irak. Tutto ciò non augura bene per le politiche del presidente Musharraf e per l’alleanza del Pakistan con l’Occidente e nemmeno per la convivenza e la cooperazione fra spagnoli e marocchini dopo le bombe di Madrid.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi