tratto dall’Osservatore Romano – Ancora una volta sono i bambini a pagare il prezzo più alto delle violenze. Ed è in Iraq che questa realtà si manifesta in tutta la sua drammaticità. Come ha reso noto un comunicato dell’Unicef, quaranta bambini della minoranza religiosa degli yazidi sono morti in questi ultimi giorni mentre tentavano la fuga, insieme alle loro famiglie, per sottrarsi agli scontri fra i miliziani dello Stato islamico (Is) e le forze irachene.
Molti di loro sono morti di sete e di fame, e si teme che ad altri piccoli possa toccare, nei prossimi giorni, la stessa tragica sorte se non verrà prestata loro la necessaria assistenza. Missione questa, sottolinea lo stesso Unicef, quanto mai complessa e rischiosa, considerando che i jihadisti, nelle loro efferate violenze, non risparmiano nemmeno coloro che cercano di aiutare chi è nel bisogno. E oggi si è appreso, da fonti del ministero per gli Affari femminili iracheno, che centinaia tra donne, sempre della minoranza religiosa degli yazidi, sono state sequestrate dai jihadisti. Secondo stesse fonti, citate dall’Ansa, ora queste donne correrebbero il rischio di essere «rese schiave».
Marzio Babille, rappresentante dell’Unicef per l’Iraq, ha detto che migliaia di civili sono in queste ore in fuga dalla città di Sinjar, caduta domenica nelle mani dei miliziani dell’Is. Tra i profughi, ha sottolineato Babille, vi sono almeno 25.000 bambini che, con le loro famiglie, sono bloccati sulle montagne intorno a Sinjar: hanno urgente bisogno di assistenza, manca l’acqua potabile e vanno garantiti i servizi sanitari essenziali.