Iraq. Ignorati da tutti, i cristiani perseguitati insistono: «Isis peggio del nazismo. Serve un intervento armato»

Di Leone Grotti
24 Giugno 2015
Nel suo ultimo libro, il patriarca dei caldei, Louis Sako, ha scritto: «In queste circostanze, fare la guerra è legittimo, lo stesso papa Francesco l'ha ricordato»
On March 16, 2015, the Islamic State (ISIS) published a collection of images showing an array of acts of vandalism perpetrated against churches in Ninawa, Iraq. The images show ISIS men engaged in the destruction of various Christian symbols, which ISIS perceives as being polytheistic and idolatrous. The men remove crosses from atop churches and replace them with the black ISIS banner, destroy crosses at other locations such as atop doorways and gravestones, and destroy and remove icons and statues inside and outside churches. Ansa/MEMRI's Jihad and Terrorism Threat Monitor (JTTM) ++ No sales, editorial use only ++

«Lo Stato islamico è peggio del nazismo. Noi dobbiamo resistere, non possiamo cedere, non possiamo fuggire, altrimenti diamo loro ragione. La guerra contro l’Isis è una terza guerra mondiale». Le parole dell’arcivescovo cattolico caldeo di Kirkuk, monsignor Yousif Mirkis, intervistato da BFMTV, hanno fatto scalpore in Francia. Ma non è la prima volta che un alto prelato cattolico denuncia con parole forti la gravità dell’occupazione dell’Iraq da parte dei terroristi islamici e chiede che vengano cacciati con la forza, per restituire ai cristiani le loro terre.

«FARE LA GUERRA È LEGITTIMO». Se l’incredibile testimonianza di fede dei cristiani perseguitati è un dono per tutta la Chiesa e il mondo, non ci si può dimenticare che per permettere la loro permanenza in Iraq è necessaria, oltre a un’assistenza e a una vicinanza umanitaria e spirituale, un’azione militare. Nel suo ultimo libro, appena uscito, il patriarca dei caldei, Mar Louis I Raphael Sako, ha scritto: «La comunità internazionale deve intervenire per proteggere le minoranze, per liberare i loro villaggi e permettere agli sfollati di tornare a casa loro. I raid aerei (…) non bastano. Se si vuole veramente sradicare questa organizzazione di fanatici, è necessario avere una forza via terra. In queste circostanze, fare la guerra è legittimo, lo stesso papa Francesco l’ha ricordato. È legittima difesa».

[pubblicita_articolo]«NON È RIMASTO MOLTO TEMPO». Prima di lui, Bashar Warda, arcivescovo di Erbil, capoluogo del Kurdistan dove sono rifugiati migliaia e migliaia di cristiani cacciati dalle loro case, aveva dichiarato nel febbraio 2015: «Non è rimasto molto tempo per i cristiani nella regione. Gli attacchi aerei non sono sufficienti. Da cattolico, mi trovo in difficoltà a dire questa cosa ma voglio un’azione militare, non c’è altro modo ormai. Vi prego di concentrarvi sulla necessità di un’azione militare. Quello che stiamo vedendo ha conseguenze peggiori per il mondo di quanto avvenuto in Afghanistan. Sempre più giovani vanno a combattere con l’Isis. C’è bisogno di un intervento militare per cacciarli via dai villaggi».

«INTERVENIRE È UN OBBLIGO». In precedenza, nel settembre del 2014, l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, aveva ricordato che «è urgente intervenire, prima che sia troppo tardi. Quando i diritti fondamentali di una parte sono violati e le istituzioni locali non possono più proteggerla, allora scatta l’obbligo per la comunità internazionale di fare tutto ciò che può. Quando si usa la forza per bloccare o prevenire un genocidio o un disastro annunciato, non è che si dichiari guerra: si difende semplicemente il diritto fondamentale alla vita che ha ogni persona. Il cosiddetto Stato islamico si è messo contro la famiglia umana, non contro questo o quel gruppo. Non si tratta di diritti religiosi ma di diritti umani fondamentali. Siamo tutti figli di Dio e la Chiesa ricorda che la famiglia umana ha una responsabilità. I mezzi operativi li deciderà la comunità internazionale attraverso le strutture che si è data, le Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza…».

AIUTI UMANITARI E MILITARI. Già a pochi mesi dalla conquista di Mosul da parte dell’Isis, l’allora arcivescovo della città, Amel Nona, affermava nell’agosto 2014: «È innanzitutto necessario assicurare l’aiuto umanitario, perché da soli non riusciamo ad assistere così tante famiglie». Ma occorre anche difendere militarmente il Kurdistan, «perché fino a quando Isis sarà presente, noi saremo costantemente minacciati».

«COME RICORDATO DAL PAPA». Ma l’Occidente sembra essere sordo a questo richiamo. Come affermato anche dall’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, in visita di recente in Libano e Iraq: «Finora ho parlato di quello che le nostre comunità europee possono ricevere, e già ricevono, dall’eroica testimonianza di tanti fratelli in Medio Oriente e nelle altre regioni di persecuzione. Un tale dono suscita spontaneamente il desiderio di rispondere da parte nostra, facendo quanto è possibile per alleviare la sofferenza. (…) È fondamentale il compito di sensibilizzazione delle coscienze per arrestare il male, anche secondo il principio ricordato dal Papa per cui “fermare l’aggressore ingiusto è un diritto dell’umanità, ma è anche un diritto dell’aggressore, di essere fermato per non fare del male”».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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23 commenti

  1. Menelik

    Ho letto tutti i post.
    Si è parlato del tutto e del suo contrario, del petrolio, del dollaro, dell’euro, degli hezbollah, degli Americani, degli Europei,……….
    Non si è tenuto conto in nessun post di chi ha fatto la dichiarazione e da dove proviene:
    l’arcivescovo caldeo DI KIRKUK.
    Ripeto: KIRKUK.
    Città curda, di un potenziale stato: il KURDISTAN.
    Città con un ricco bacino petrolifero, che sarebbe dei Curdi, ma che è stato amministrato dagli Irakeni.
    Ho letto che l’isis sta cercando di riprendere Kobane, proprio in questi giorni, attaccando da nord (domanda: cosa c’è a nord di Kobane? Guardate sulla carta geografica).
    Si sono presentati con uniformi dello YPG e si sono distribuiti tra le rovine di Kobane ed in questo momento lo YPG vero gli sta dando la caccia.
    Una esponente dello YPG nei giorni scorsi era in visita in Italia, ed in una intervista ha detto che, in realtà, l’isis è molto meno potente di quanto lo descrivano i giornalisti italiani, la loro avanzata è tutt’altro che inarrestabile. Basta avere i mezzi adeguati e la caparbietà necessaria.
    Questo giudizio concorda al 100% con un altro di un esperto di strategie militari delle nostre forze armate, che lessi tempo addietro….non giornalisti né politici, un esperto di strategia dell’esercito, uno del mestiere.
    La donna dello YPG ha anche detto che gli islamici credono che se verranno uccisi da una donna non si risveglieranno in paradiso, loro ne sono convinti ed hanno terrore delle donne inquadrate nello YPG, le sfuggono come la peste.
    Dunque è molto importante che lo YPG abbia una nutrita componente femminile.
    Sarò pregiudizievole e farò un minestrone di tutto, ma in quest’ultimo anno l’opinione che ho dell’occidente ne esce con le ossa rotte: siamo davvero diventati un continente di vecchi fifoni.
    Niente trivelle al largo delle coste adriatiche e siamo pronti a finanziare l’isis quando avranno ucciso tutti gli altri intorno, si saranno fatti riconoscere dalle nazioni occidentali, e pagheremo al prezzo che diranno loro il petrolio che loro rubano in Kurdistan.

    1. Raider

      Caro Menelik, sembra che tanti occidentali, europei, italiani, cristiani vedano nell’Occidente, nell’Europa, nell’Italia un nemico e nei musulmani nelle varie linee di produzione di petrolio, finanza, immigrazione, jihadismo e moderatismo all’islamica (le corti islamiche sono compatibili con le leggi europee nel senso che possono coesistere pacificamente, ognuno si fa i processi suoi e la giustizia propria: la sharya è compatibile con la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo tutte le volte che la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo non è in contrasto col Corano: ecc…) i salvatori e protettori dei cristiani. In più, i Brics instaureranno il benessere generale e la pace universale: gli Arabi (gli altri, si vedrà) ci venderanno il petrolio a prezzi di realizzo, la Russia ci venderà al ribasso il metano, gli indiani ci venderanno le automobili al modico prezzo di 100 euro-bricsi cadauna, il Brasile ci regalerà Neymar… L’imperialismo occidentale, il tremendo, fosco, imperialismo occidentale, che ha diffuso le conquiste della moderna civiltà tecnologica e sul piano giuridico (istruzione obbligatoria, tutela del lavoro, dei diritti dell’infanzia, dei vecchi e delle donne, libertà d’impresa: in effetti, promozione di tutte le libertà, compendiate in questo aborrito lemma: democazia, sovranità del popolo: tutte cose di cui le avanzatissime culture non europee possono anche fare a meno), un imperialismo che ha avuto vita assai breve per quanto dimensioni più vaste rispetto a quelli dei tanto più umani, buoni e progrediti imperialismi non occidentali, quelli del “glorioso” passato islamico, cinese, mongolo, sarà rimpiazzato da un’armonia quale non si era mai vista e mai si vedrà.
      Ecco: chi crede a tutte queste “visioni”, può credere qualunque cosa: che è proprio quello di cui danno prova i filo-islamici all’opera anche qui: e che si ritengono meglio dell’Isis – pur esaltandone i roghi, riflesso celestiale di quelli dell’Inquisizione che rimpiangono a calde lacrime – solo perché dall’Islam cattivo ci salverà quello che a loro sembra buono. Siccomeda dall’Islam “buono” che, per es., ci siamo messi nella casa comune europea non ci protegge neppure l’Ue, questo conferma che buoni non sono neppure loro.

  2. Leo

    @Antonio

    ” in quell’anno decise di adottare l’euro al posto del dollaro come moneta di scambio”

    Chi tocca il dollaro muore. Quando il dollaro morirà (e quasi ci siamo, perchè i tempi sono ormai cambiati e la de-dollarizzazione russo-cinese è già in corso) morirà anche il predominio USA.

    1. Raider

      Ora, la versione sulla causa della guerra è cambiata, fallita la balla della guerra per il petrolio, avanti tutta con la guerra contro l’euro… Fino alla prossima.

      1. Menelik

        Ti rendi conto, Raider, di cosa è diventato l’occidente?
        Mentre stiamo a filosofeggiare su quale è la causa scatenante del conflitto, assistiamo inerti al genocidio e al fatto che l’isis cresca ogni giorno di più.
        E stiamo inerti.
        Hanno decapitato quei due giapponesi, ti ricordi?
        Uno dei quali, ha avuto fegato e dignità da vendere, perché, se ben ricordo, poteva salvarsi e invece ha deciso di restare con l’altro, sapendo che sarebbe morto con lui.
        Non ho potuto fare a meno di pensare al film di qualche anno fa, L’Ultimo Samurai.
        Allora ho pensato:
        adesso il governo di Tokio si incavola a dovere, e gli scatena addosso un inferno di fuoco se non direttamente, almeno fornendo l’occorrente e le istruzioni ai Peshmerga e lo YPG.
        E invece no, si sono ritirati.
        Allora vuol dire che la strategia di Al Baghdadi è giusta.
        Truculenta ma efficace. Decisamente funzione sugli occidentali materialisti e positivisti.
        E gli eredi dei guerrieri samurai dove sono? Si sono nascosti sotto il tavolo?
        I kamikaze erano i guerrieri giapponesi, che si gettavano con l’aereo carico di bombe sulle navi americane: quando i compagni distoglievano l’attenzione delle contraeree con un diversivo, il kamikaze spuntava dal nulla e poco dopo la nave saltava in aria.
        Quelli erano i Giapponesi di una volta.
        Dalle vicende degli ultimi 12 mesi ho capito alcune cose:
        il valore delle armi per difendere la propria libertà
        il coraggio di combattere fino all’ultimo implica necessariamente non essere legati a tutti i costi a questa vita per goderla fino all’ultimo, anche a costo di umiliarsi.
        Infatti le ragazze dello YPG, sanno bene cosa succederà a loro se dovessero cadere vive nelle mani di quelli.
        E questo è appunto ciò che le rende guerriere con la stessa logica che una volta era anche nostra (mi riferisco alle cosidette Compagnie della Morte, nel 15-18): Ultimo uomo, ultima cartuccia.

      2. Antonio

        No. gli americani sono andati in Iraq a scovare Bin Laden che si nascondeva sotto il letto di Saddam Hussein.

  3. Raider

    Quindi, il motivo della guerra contro Saddam Hussein, rispettabile benefattore del popolo iracheno, lodevole invasore del Kuwait per il petrolio come premessa all’anenssione armata di altri Stati petoliferi della Penisola araba, mirabile finanziatore di Hezbollah e degli shaid, un pio musulmano che faceva vergare una copia del Corano col sangue che si faceva spillare apposta, mentre faceva versare quello del suo stesso popolo per scrivere indimenticabili pagine di libertà e viveva da nababbo in palazzi e ville da sogno vedendo la trilogia de “Il Padrino”: la guerra autorizzata dall’O.N.U. all’Iraq saddamita avvenne perché un così caro leader qual era Saddam passò dal dollaro all’euro come moneta di scambio…
    Da una cosa ridicola – guerra per il petrolio? Perché, il petrolio gli iracheni ce lo danno gratis, ora? – a una panzana new entry nella galleria di tutte le trovate cui indulgono i filo-islamici anti-occidentali, come non bastasse l’invasione migratoria che l’Occidente lo dissolverà nel giro di qualche generazione col benestare dell’Ue e di tutte le altre forze che si opporrebbero all’Islam e cui si opporrebbe l’Islam “virtuoso” e “moderato”, quello di Hezbollah e Hamas (ah, già, Hamas, cioè, non dimentichiamolo, una emanazione del Mossad…)

  4. Yusuf

    Cinquemila combattenti Hezbollah difendono quotidianamente, a prezzo di sangue, la frontiera libanese di Ersal, lungo la Bekaa orientale, sia da Al Nusra (Al Qaeda in Siria) sia dalla Stato Islamico del Califfo amico di McCain: due gruppi criminali sostenuti dalle armi e addestramento americano e francese, e dai soldi di Ryad. Se Hezbollah cedesse, per i cristiani in Libano sarebbe finita,e avrebbero le nostre lacrime di coccodrillo.

    1. Filippo81

      Hai ragione Yusuf , Hezbollah combatte al nusra e l’isis, come fa da parecchio tempo il “dittatore ” Assad tanto odiato nel mondo, purtroppo !

  5. Giu

    Purtroppo mi ripeto… ma questo sta succedendo grazie a tutti quelli che nel 2003 con la scusa di portare la democrazia (con la guerra) in Iraq pensavano di arrichirsi sulle spalle degli iracheni.
    Saluti

    1. Raider

      Ma il petrolio iracheno non è andato agli americani, lo comprano tutti, francesi, cinesi, coreani, ecc…: e gli americani e in generale, gli Occidentali pagano il petrolio iracheno a pezzi di mercato, non certo di favore.
      Inoltre, i proventi del petrolio non sono più appannaggio di Saddam, del suo clan e di tutti gli scagnozzi del regime del Baath: ora, i guadagni del petrolio vanno a beneficio di tutto il popolo iracheno.
      In Siria non c’è petrolio o non ce n’è abbastanza da giustificare una guerra per il petrolio: a appoggiare Assad sono Russi e Cinesi che difendono i loro investimenti e loro interessi: l’Iran fa lo stesso e non certo per stabilizzare la regione, cerca alleanze e fa di ttto per estedee la sa influenza ieza per la propria politica anti-saudita, anti-turca, anti-occidentale e anti-israeliana.
      Insomma, a conti fatti, quella per abbattere Saddam Hussein non è stata una guerra per il petrolio, ognuno si fa i fatti e interessi propri e gli interessi dell’Occidente non sono più colpevoli di quelli degli altri. Mentre il mondo islamico, a parte i conflitti interni atavici e le lotte per la leadership, sono d’accordo nel considerare l’Occidente terra di conquista anche tramite l’invasione migratoria, trovando la complicità dele élite politiche e intellettuali occidentali.

      1. Antonio

        Nel 2003 l’ America volle cogliere l’occasione per rimpiazzare Saddam Hussein con un nuovo governo perchè il dittatore che fino al 2000 era considerato un alleato, in quell’anno decise di adottare l’euro al posto del dollaro come moneta di scambio per il commercio delle risorse irachene (petrolio e gas). Le armi di distruzione di massa di cui si parlava all’epoca erano il pretesto.

      2. Antonio

        In quegli anni oltre al pretesto delle armi di distruzione di massa c’era anche l’ideologia neo-conservatrice dell’esportazione della democrazia che dava slancio all’azione del governo.

        1. Anselmo

          @Antonio

          Guarda che purtroppo i neocons sono potentissimi anche adesso.e continuano a premere per “esportare democrazia”. Due esempi su tutti la senatrice “Fuck the EU”-Nuland sul fronte Ucraino e John McCain a cui piacciono i selfie con il califfo Al-Baghdadi.

          1. Filippo81

            Sinceramente non vedo sostanziali differenze tra i neocons e i seguaci di obama, detesto entrambi alla stessa maniera, anche per l’atteggiamento ambiguo che hanno nei confronti dell’islamismo .

  6. Sebastiano

    L’occidente si deciderà ad intervenire dopo che anche l’ultimo dei cristiani sarà spazzato via da quei luoghi. Interverrà nel senso che proporrà ai barbuti nerovestiti di sedersi a un tavolo di trattative per decidere il prezzo del petrolio. E finito il chiasso. Della sorte dei cristiani o delle altre etnie non gliene importa una pippa a nessuno dei governanti, Obama in testa. Tanto più che un intervento in questo senso turberebbe gli islamofili e le loro ricche prebende, soprattutto in relazione allo shopping selvaggio che l’occidente gli sta gioiosamente permettendo. Basta guardare anche qui da noi.

  7. recarlos79

    da un anno i vescovi iracheni chiedono un intervento ma oltre alle potenze occidentali non ho sentito il vaticano appoggiare con forza i suoi rappresentanti iracheni.

    1. SUSANNA ROLLI

      Io capisco così: se sono poveri, se non c’è petrolio, se non c’è nulla da guadagnare ma è fatica sprecata, se poi SONO SOLO CRISTIANI chi glielo fa fare all’Occidente di sprecarsi! Sbagliero’.

      1. Filippo81

        Sono d’accordo Susanna, l’Occidente sottovaluta o ignora il problema del dilagante terrorismo islamista, per le nostre classi dominanti e i politici loro maggiordomi gli unici problemi sono Russia e Ungheria !

  8. Leo

    Questo è quello che ha dichiarato un nostro “alleato occidentale” l’inglese Richard Barrett, capo dello MI6 britannico dipartimento antiterrorismo in un articolo pubblicato sull’Independent :
    http://francais.rt.com/international/3497-daesh-uk-Barrett-transformation
    Scrive è “esagerato dire che Daesh è una delle maggiori minacce al mondo”. Sì,”per il momento questo Stato (sic: già a Londra lo chiamano Stato) è aggressivo, intollerante, dispotico, e non lascia spazio ai compromessi. Ma la cruda verità” è che il Califfato “offre ai suoi abitanti una migliore gestione degli affari correnti che i regimi precedenti”.
    Conclusione: “Una politica intelligente li considererebbe più una risorsa potenziale che una minaccia”.
    Come al solito l’occidente considera evidentemente una “risorsa” i suoi tagliagole addestrati per ammazzare, distruggere, destabilizzare un’area geo-strategicamente importante come il vicino oriente.

    1. Raider

      Come al solito, il multinick riferisce quello che fa comodo a tutti loro islamofili per trinciare giudizi sull’Occidente non dissimili, del resto, da quelli dell’Isis e comunque, sempre in totale sintonia con l’ideologia anti-occidentale islamica. Una cosa sicura in mezzo a tante suggestioni cospiratorie è l’odio anti-occidentale, che ha radici nel terzomondismo marxista e affini: la migliore garanzia che tutte le teorie dietrologiche prescindono dai fatti nella loro interezza e complessità. Le trame, i complotti, i Piani, la storia segreta del mondo… E poi, si prendono interviste, studi di analisti, saggi stilati da giornalisti, articoli pubblicati dai quotidiani e si fabbricano scenari fantasiosi in cui perfino il fatto che quello dell’Isis venga definito “Stato” diventa una prova che l’Occidente sta con l’Isis.
      – Che l’Isis si sia dotato di strutture amministrative, è un dato di fatto;
      – che trovi un seguito entusiasta nelle masse islamiche, tanto che i sunniti gratificati del titolo di “resistenti” dagli islamofili si uniscono alle bande dell’Isis, è anch’esso innegabile;
      – è cosa nota che gli islamofili, così intransigenti nell’accollare i tagliagole all’Occidente, siano ferocemente contro ogni intervento occidentale contro l’Isis in Libia come in Medio Oriente (e cosa non gli scappò, al multinick, contro al Morsi che voleva intervenire in Libia: vuole stabilire un’egemonia sulla regione per conto – indovinate – degli occidentali di cui è servo! Poi, da un giorno all’altro, al Morsi stabiliì accordi economici con la Russia: e allora, di colpo, l’islamofilo dal cervello ballerino lo promosse sul campo a grande stratega che poteva svolgere, il multinick glielo concedeva, il ruolo di capo dell’Egitto come potenza regionale… Ora che al Morsi ha ristabilito i rapporti diplomatici con Israele, il multinick dovrà inventarsi qualcos’altro: al Morsi potrebbe precipitare nella considerazione del multinick: ma, forse, il “capo supremo della potenza regionale” non se ne farà gran cruccio);
      – ogni ipotesi di intervento occidentale contro l’Isis in Siria e in Iraq o in Africa è visto come un'”invasione” e una “minaccia alla pace e alla stabilità della regione”, né più né meno degli interventi dell’Occidente contro Saddam Hussein e contro i talebani: ma, sempre per i dogmi anti-occidentali dei nazi-filo-islamici, l’Occidente ha torto anche se non interviene.
      In realtà, una serie di errori infilati uno dietro l’altro da mr. Obama – il più clamoroso: l’attacco alla Siria, su cui analisti, opinione pubblica, mondo della politica americana si sono divisi – ha innescato effetti in cui si sono inseriti fattori, tensioni endemiche, rivalità nazionali e confessionali sia recenti che ataviche: tanto che, visto l’esempio “stabilizzante” del “nucleare civile” iraniano, anche l’Arabia Saudita vuole fare altrettanto: e a chi si è rivolta? Agli U.S.A.? No. Alla Russia. Perché business is usual anche a Mosca, perché le proiezioni geo-politiche o sono prerogativa dell’Occidente, perché la destabilizazione deriva dalla presenza di interessi in conflitto che non sono messi lì apposta dall’Occidente. e perché gli silamofili anti-occidentali potebbero dire che, in fondo, la proliferazione nucleare e la cosa all’atomica cui i Russi si prestano in Medio Oriente può essere un fattore di equilibrio e di stabilizzazione: naturalmente, purché in funzione anti-occidentale.

      1. SUSANNA ROLLI

        C’è possibilità di vita su Marte, tu che sei un dotto?

      2. SUSANNA ROLLI

        C’è possibilità di vita su Marte, tu che sei un dotto?

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