Il Capodanno sia, con i suoi auguri e bilanci. Capodanno è inizio convenzionale stabilito proiettando su una realtà fisica (i moti di rivoluzione e rotazione della terra) la serie dei numeri naturali a partire da 1 fino a esaurimento=365. Ridicolo non è il calendario, ma il prendere quell’1 come inizio non banale. Non banale è che il Natale (ac)cada un giorno, tra tanti il 25 dicembre. Idem per la fine di un millennio e l’inizio di un altro: si tratta sempre della banalità della successione naturale dei numeri, per cui la differenza tra 1999 e 2000 è semplicemente un 1 in più. Niente millenarismo. Ciò non impedisce che si convenga di fare auguri e bilanci in certe date. Il bilancio, consuntivo e preventivo: l’accoppiata maligna stupidità-cattiveria non avendo esaurito il programma logico dei suoi danni, è facile predire (logicamente) che si continuerà così, ossia che il calendario futuro sarà ancora quello che tale programma ha in calendario, e con una noia… mortale. In ciò non c’è né fine né inizio, ma solo serie (non seria). L’augurio: quello di immettersi nell’altro modo di segnare un inizio serio, il modo corrispondente al detto: lasciate che i morti seppelliscano i propri morti. Le sole idee, e cose, da sacrificare sono quelle che sono fonte di tutti i sacrifici (per tutti).
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi