Commedia leggera, di pura evasione. Non è malvagia, tutt’altro: il primo quarto d’ora è da applausi. Lui (Romain Duris, quello del bel Tutti i battiti del mio cuore, faccia da baci e schiaffi) deve sedurre una malcapitata e portarla via dal bisteccone con cui si trova. Mette in piedi, con due complici (gli ottimi François Damiens e Julie Ferrer) un circo del sentimento e del politically correct, dove non manca nessuno dei cliché del principe azzurro che fa svenire le fanciulle: le dune del deserto, un ospedale, il medico senza frontiere e col cuore spezzato, i bimbi malati… Frizzante e brioso, il film di Pascal Chaumeil sembra rinverdire i fasti della gloriosa commedia brillante francese, quella in cui ironia e azione andavano a braccetto e sfrutta al meglio la versatilità di Duris, sempre più simile a Jean-Paul Belmondo. E’ lui il vero protagonista e valore aggiunto del film: simpatico, sbruffone, uomo d’azione e romanticismo, con un volto non proprio efebico.
La tensione e il ritmo si smorzano e la narrazione si da più convenzionale con l’ingresso in campo della diafana Vanessa Paradis (brava e piattissima, con quello spazio in mezzo ai denti che non ha mai voluto farsi sistemare), ma il film c’è, è compatto, gode degli scenari suggestivi di Montecarlo e regala, al di là di qualche macchietta dimenticabile (l’amica ninfomane della Paradis, il padre padrone), almeno un altro paio di sequenze simpatiche. I battibecchi tra la Ferrer e Damiens, con quest’ultimo che, almeno nella versione originale straparla in italiano, divenuto abruzzese nel doppiaggio e il tormentone di (I’ve had) The Time of My Life di Dirty Dancing, vero filo rosso per una storia d’amore candida, furba e a tratti perfino selvaggia.