Mi chiamo Roberta. Ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese, è l’ultimo libro di Aldo Nove. Un volume interessante sulla precarietà odierna raccontata da giovani e meno giovani. Nobilmente lo scrittore si è fatto da parte, non è mai entrato in giudizi, non ha cavalcato l’indignazione politica. è il filo delle interviste a condurre nelle regioni d’Italia, dal pastore sardo che si sente precarizzato dal sistema di “controllo” dei grandi produttori, fino ai giovani illusi dalla bolla speculativa del web. Un buon lavoro. Peccato che Nove, come i “migliori” scrittori della nostra epoca, non riesce a trattenersi dal farsi saggista. In linea con Baricco, Melissa P. e altri, gode dell’accesso ai mezzi di comunicazione di massa e al posto di limitarsi a scrivere romanzi, tratteggia la linea. Già qualche mese fa, su Liberazione giocò un articolo sopra le righe: “L’ano tra sesso e rivoluzione”. Sabato 13 maggio, ci riprova con un pezzo in prima pagina (sempre su Liberazione): “Debole non è l’amore gay, debole è la fede di papa Ratzinger”. Nove scrive: «Ratzinger nel 1991, a proposito della pillola anticoncezionale, sosteneva che l’atto sessuale, concepito come pura tecnica, ha lo stesso peso morale di bere una tazzina di caffè». Aldo si chiede cosa voglia dire “pura tecnica” visto che nel valore morale presente nell’atto del bere un caffè non si può intravedere una pregnanza negativa o positiva. E sentenzia: «Forse, il sonno della fede genera mostri». è paradossale constatare che nel discorso di Nove primeggia una logica che vuole rifarsi alla concezione di bene e male, diversamente da Ratzinger che accostando l’uso della pillola ad una tazza di caffè, sottolinea la disinvoltura con cui si fanno certe scelte. Nove prosegue: «Quando Ratzinger sostiene un amore forte al posto di un amore debole siamo daccapo di fronte ad un groviglio di contraddizioni. (.) Come fa l’amore ad essere forte se l’amore è il luogo della tolleranza e della comprensione?». Accostare “tollerare” all’amore è preoccupante. Tollerare vuole dire mal sopportare, sostenere con difficoltà e peso. Questo è “amore debole”. L’amore forte di Ratzinger è il donarsi all’altro in maniera totale, come dono di sé. Nove è un bravo scrittore ma seguire i baricchi non è sempre la strada migliore.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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