Il Movimento 5 Stelle e il corto circuito dei media che finiscono per intervistare due ignari turisti scesi dal taxi

Di Marco Fattorini
04 Marzo 2013
Ogni movimento del leader e dei suoi affini è monitorato, annotato sui taccuini e inserito nel diario di bordo. Ma la mancanza di notizie ha esiti grotteschi

Tutti ne parlano, molti ne scrivono, in pochissimi capiscono. Il vortice impazzito di informazioni e indiscrezioni intorno al Movimento 5 stelle non accenna a placarsi. La villa di Beppe Grillo a Sant’Ilario è presidiata dai giornalisti come il Palazzo Grazioli dei tempi d’oro. Qualche giorno fa, dal cancello della dimora del comico genovese, è uscito addirittura un vassoio di caffè per alleggerire l’attesa dei cronisti. D’altronde ogni movimento del leader e dei suoi affini è monitorato, annotato sui taccuini e inserito nel diario di bordo.

Venerdì La Stampa riferiva: «Sono registrati dalle telecamere tutti i passaggi delle auto, le uscite e i rientri di Parvin Grillo, dei ragazzi, del giardiniere, dei collaboratori. L’attesa è stata interrotta prima dall’arrivo del furgone di un fiorista per la consegna di un mazzo di mimose e iris palla signora, poi dalla richiesta di un educatore di ragazzi disabili arrivato con una lettera». Poi il Grande Fratello dei media si è trasferito in Toscana, a Marina di Bibbona, nella villa al mare dove il comico si è rifugiato.

I lanci di agenzia sono tutto un programma: si va da «Grillo esce di casa, dribbla i cronisti e si toglie il cappuccio» (Adnkronos) a «Grillo nella sua villa dopo passeggiata con Stefano Benni» (Ansa). E così via, con dettagliati report condensati in uno spassoso racconto che Fabio Chiusi ha pubblicato sul suo blog. Nel frattempo domenica, giornata di apertura di Montecitorio ai cittadini, Pietro Salvatori dava conto della «ressa di giornalisti intorno ad un uomo che si dice attivista M5s e afferma che i parlamentari non fanno interviste».

Se non bastasse, il weekend è stato segnato dalla caccia al luogo in cui si sarebbe tenuto il primo conclave romano dei neoeletti M5s. Dal movimento non è trapelato nulla e le bocche cucite dei grillini hanno scatenato la curiosità dei media, riscopertisi turisti last minute nel sondare decine di hotel romani considerati papabili: dall’Ergife al Saint John. Alla fine quest’ultimo s’è rivelato il covo giusto e lì è confluito il codazzo di cronisti e fotografi che hanno intervistato un po’ tutti: dal barista dell’hotel a due ignari turisti scesi dal taxi.

Oltre a dettare l’agenda politica, lo tsunami elettorale dei Cinque Stelle ha scompaginato i piani dei media, ora nel bel mezzo di un corto circuito. Il racconto dei grillini, del leader e dei loro spostamenti ha costretto la stampa ad attrezzarsi in fretta e furia per studiare il fenomeno M5S. Con la televisione a fare il ruolo del jolly e a sfruttare, fin quando possibile, le interviste ai neoeletti in un concentrato di ingenuità e sorrisi.

D’altra parte il muro comunicativo innalzato dai grillini, già precettati dal codice di comportamento apparso sul blog di Beppe Grillo, fa buon gioco nell’alimentare la morbosità di una narrazione giornalistica che spesso vira su pieghe dietrologiche e complottistiche. Un circolo vizioso da cui non se ne esce, o forse sì. Allentando la blindatura, aprendo uno spiraglio, puntando sulla trasparenza.

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