Il governo italiano è caduto questa settimana. O forse no. Ma non fa molta differenza. Se il nuovo sarà il numero 57 (a partire dalla seconda guerra mondiale) sembrerà molto simile al numero 56: le varietà italiane hanno meno differenze di quelle di Heinz. Il nuovo governo sarà ancora chiamato di centro-sinistra e il primo ministro sarà ancora Massimo D’Alema. Del resto D’Alema non ha ottenuto il suo incarico perché gli italiani lo hanno votato alle elezioni, ma per via di alcune divergenze che costarono alla precedente coalizione – guidata da Romano Prodi – la sua maggioranza. Così a chi interessa se le parti politiche sono giunte a un nuovo accordo? Non agli italiani, sembrerebbe. Quelli che sperano in una riforma politica possono lasciar perdere Roma, almeno per un po’. Dovrebbero piuttosto guardare invece alle loro città e regioni e ai vicini dell’Italia.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi