Un immigrato irregolare giamaicano, colpevole di aver ucciso un ragazzo in Inghilterra, non può essere espatriato perché dichiara di essere omosessuale. Così hanno deciso l’altro giorno i giudici della Corte di appello inglese, causando la reazione di molti parlamentari e avanzando inediti problemi giuridici.
L’OMICIDIO E LA CONDANNA. JR, immigrato dalla Giamaica nel 2000 all’età di 15 anni, nel 2001 ha accoltellato, all’uscita di una scuola londinese, il giovane Abdul Maye per un debito di 10 sterline. Nel 2002 è stato condannato “a tempo indeterminato” (secondo la legge inglese che prevede per i minorenni puniti con l’ergastolo la possibilità di una successiva riduzione della pena) con l’obbligo di espatrio dopo otto anni e due mesi di carcere. La sua presenza, secondo il giudice Paul Focke, era da ritenersi «dannosa per i cittadini».
«SONO OMOSESSUALE». La pena è stata successivamente ridotta a sei anni e due mesi con la sospensione temporanea dell’obbligo di espatrio. Nel 2009, al termine della pena, l’allora segretario di Stato, Alan Johnson, ha ordinato l’espatrio di JR, che oggi ha 29 anni. Dopo essersi visto rifiutare una prima richiesta di appello, nell’aprile del 2012, JR ha fatto un nuovo ricorso per evitare l’espatrio dichiarando per la prima volta in 12 anni di essere omosessuale e ricordando che la Giamaica persegue penalmente l’omosessualità praticata.
DICHIARAZIONE CONTROVERSA. Il nuovo segretario di Stato, Theresa May, ha messo in dubbio le parole del giovane ricordando che fino ad allora non aveva mai parlato del suo orientamento sessuale. Ieri però la Corte di appello ha dato ragione alla difesa, accogliendo come prova le dichiarazioni della madre dell’uomo, che ha detto di «sapere da tempo» dell’omosessualità del figlio. May, pur sostenendo che se il ragazzo «fosse veramente gay non dovrebbe espatriare», ha messo in dubbio la testimonianza di JR e la conferma della madre.
VARIABILE SOGGETTIVA. Nonostante tutti abbiano difeso, giustamente, la norma che impedisce l’espatrio di un omosessuale in caso di possibile violazione dei diritti umani, la decisione dei giudici ha fatto scalpore, dal momento che le affermazioni di JR non possono essere verificate. Come si può dimostrare che è davvero omosessuale e che non ha mentito? Il parlamentare Tory Douglas Carswell ha parlato di «una grossa distorsione della giustizia», il deputato laburista Keith Vaz, presidente della commissione Affari Interni, ha chiesto al ministero degli Interni di chiarire con urgenza che cosa «costituisca una prova accettabile nei casi in cui l’orientamento sessuale rappresenti un problema».
Oggi JR è tornato libero e se il governo non impugnerà la sentenza resterà in Inghilterra. Il rischio, affermano voci da tutti gli schieramenti, al di là del caso specifico, è che chiunque possa definirsi omosessuale, anche se «in modo non credibile», senza possibilità di essere smentito, per rifiutare l’estradizione.