Vincent Lambert continuerà a vivere. I giudici salvano il paziente francese che rischiava di morire come Eluana Englaro

Di Benedetta Frigerio
15 Gennaio 2014
Secondo il tribunale «non c'è certezza sulla volontà del paziente» e alimentazione e idratazione non devono essere sospesi perché «non sono inutili né sproporzionati»

Il tribunale amministrativo di Châlons-en-Champagne ha deciso oggi che Vincent Lambert, l’uomo in stato di minima coscienza a cui i medici hanno deciso di staccare alimentazione e idratazione, continuerà a vivere. Secondo il tribunale, «non c’è certezza» sulla volontà di Lambert di morire o meno e «il centro ospedaliero universitario di Reims [dove l’uomo è ricoverato, ndr] ha considerato a torto che Lambert potesse essere trattato come se avesse manifestato la volontà di interrompere» alimentazione e idratazione. Questi trattamenti, inoltre, non si possono considerare «inutili o sproporzionati».

LEGGE LEONETTI. Vincent Lambert, 38 anni, finì in coma 5 anni fa passando dall’iniziale stato vegetativo a quello di minima coscienza. Come riportato dalle cartelle cliniche, l’uomo risponde agli stimoli, muove le pupille seguendo le persone che vanno a trovarlo, sorride e soffre. Nonostante questo i medici, obbedendo alla moglie di Vincent, senza nemmeno sentire il parere dei suoi genitori e dei fratelli, contrariamente a quanto previsto dalla legge Leonetti del 2005, che stabilisce che il consenso dei parenti sia obbligatorio, il 10 aprile scorso hanno deciso di far morire l’uomo di nascosto.

«LO VOGLIONO UCCIDERE». Il fratello e la sorella di Vincent si sono accorti della sospensione dei sostentamenti vitali e, insieme ai genitori, hanno fatto ricorso alla corte della città di Châlons-en-Champagne. La madre di Vincent ha denunciato alla stampa tutta la vicenda, lamentandosi che il figlio sarebbe stato ucciso lentamente e sotto i suoi occhi impotenti. L’11 maggio 2013 il giudice ha dato ragione alla famiglia, emettendo una sentenza contro i medici in cui si parlava di atto «grave e manifestamente illegale» e di azione contro «il diritto alla vita», protetto dalla Convenzione europea per i diritti umani.
L’équipe medica è stata ritenuta colpevole di aver riportato dati falsi sullo stato di coscienza del paziente e successivamente, per giustificare la sospensione degli alimenti, di aver detto che Vincent fosse consenziente all’eutanasia per il solo fatto di non aver reagito.

I FINTI COLLOQUI. Il medico dell’uomo, Eric Kariger, aveva chiesto di riunire nuovamente l’équipe per decidere della vita e della morte di Vincent, opponendosi al suo trasferimento in un altro ospedale in cui lo avrebbero accolto. A settembre sono cominciati i colloqui fra medici e familiari, ma Kariger ha cominciato a rilasciare interviste in cui spiegava che la sua volontà era di seguire il «protocollo di fine vita», perché «Vincent avrebbe voluto così». Nell’ultimo colloquio di sabato scorso, il medico ha affermato fosse necessario «far morire Vincent», visto che le convinzioni religiose di sua madre e di suo padre gli impedivano di vedere quale fosse il bene del figlio. La madre di Vincent ha reagito inviperita: «Gli incontri del collegio sono stati una farsa, nessuno ci ha mai ascoltato e i dottori hanno di nuovo programmato la morte di mio figlio».
Proprio pochi giorni fa il presidente Francois Hollande ha annunciato l’intenzione di fare un passo in avanti nella legalizzazione l’eutanasia. Ovviamente con «paletti severissimi». Anche nel 2005 la legge Leonetti fu giudicata da molti un buon compromesso.

@frigeriobenedet

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