Chiuso il mercato di riparazione ecco un piccolo riassunto di tutte le operazioni fatte. Partendo dalle milanesi, le più attive.
All’Inter serviva una punta e un difensore centrale. Accontentato Leonardo con due italiani di grande valore, Pazzini e Ranocchia. Moratti, non contento, ha voluto regalare al suo allenatore anche il centrocampista Kharja e il giapponese (primo nella storia della società di via Durini, ora è ancora più Internazionale) Nagamoto, terzino sinistro inseguito da tante big europee.
Anche il Milan si è mosso bene, acquistando pezzi grossi e spendendo davvero poco: non si sono fatti sfuggire il talentuoso Cassano (2,5 milioni), hanno preso Van Bommel ed Emanuelson a pochissimo e un terzino sinistro giovane (Vilà). All’ultimo secondo è arrivato anche Legrottaglie a sistemare una retroguardia troppo leggera dopo l’infortunio di Nesta.
La Juventus si salva in corner: riesce a cedere – anche se solo in prestito – l’innocuo Amauri (0 gol in campionato) e a sostituirlo con Matri (23 anni e 11 gol in serie A). Lasciamo passare Toni (3 gol) che sostituisce l’infortunato Quagliarella, per sopperire alla partenza di Legrottaglie hanno portato a casa il campione del mondo Barzagli. Del Neri si ricordi che in rosa ha la punta che gli serve: Alberto Libertazzi il Trezeguet italiano.
Bene il Napoli che sul finire porta a casa il tanto sognato difensore sinistro (Victor Ruiz) e l’ormai ex capitano del Catania Mascara. Serviva forse un centrocampista, ma va bene così.
Roma immobile. Adesso i Sensi pensano a trovare l’acquirente giusto per cedere la società.
La Lazio acquista solo Sculli, ma è un elemento di qualità e capace di grande sacrificio, ai tempi del Genoa Gasperini non ne sapeva fare a meno.
Al Bari arrivano Bentivoglio, Okaka e Rudolf che servono ad aumentare un pochino le speranze di salvezza, così come il Brescia si rinforza con l’esperienza di Cristiano Zanetti e di Accardi e il Catania con Schelotto, utile per dei buoni cross a Maxi Lopez.
Al Bologna l’operazione più importante è stata quella di non lasciare partire i pezzi più pregiati nonostante le difficoltà della società. Stesso discorso per l’Udinese che non cede alle tentazioni per Inler e Sanchez.
Il Cagliari, con la partenza di Matri si è indubbiamente indebolito. Evidentemente Cellino crede nella rinascita del suo pupillo Acquafresca e nel bomber Nenè. Non parliamo della Sampdoria che ha perso la coppia d’oro Pazzini-Cassano sostituendola con Macheda e Maccarone.
Il Cesena aumenta la rosa come richiesto da mister Ficcadenti e lo fa scommettendo su giocatori che devono ricominciare una nuova vita: arriva Santon sulla sinistra, Felipe per migliorare il reparto difensivo e Rosina per dare qualità all’attacco.
Chievo, Lecce, Fiorentina, Parma e Palermo rimangono abbastanza ferme: la Viola porta a casa lo svizzero Behrami che però viene da stagioni difficili; i ducali se vincono la scommessa Amauri fanno il colpo.
Al Genoa è andata in scena una seconda rivoluzione nel giro di sei mesi. La prima, quella di quest’estate, era completamente fallita. Ora Preziosi tenta di migliorare la rosa con giovani di grande valore (Paloschi, Antonini, Kucka, Jelenic, Boselli, Floro Flores, Konko, Rodriguez), ma che devono ancora mostrare tutto sul campo.