I sostenitori delle nozze gay mischiano le carte. E scambiano una “coppia” per un “matrimonio”

Di Fabrice Hadjadj
12 Febbraio 2013
Grande articolo del filosofo Fabrice Hadjadj sull'Osservatore Romano. «Dov’è il nuovo Molière, il nuovo Orwell, il nuovo Pasolini capace di descrivere queste manipolazioni?»

Pubblichiamo un articolo di Fabrice Hadjadj, tratto dall’edizione odierna dell’Osservatore Romano 

C’è un gioco di carte, la brisque, dove i giocatori hanno come fine quello di fare dei “matrimoni”, vale a dire di riunire nelle proprie mani un re e una regina di cuori, per esempio. Quando si hanno solo due re, o due regine, non li si chiama “matrimonio” ma “coppia” e, in tal caso, perché non arrivare fino al tris o al poker…

Certo, noi non giochiamo più molto alla brisque, ma riconosceremmo facilmente il gioco di prestigio che consiste nel fare passare una “coppia” come un “matrimonio”. Un giocatore ha tutto il diritto di giocare a un altro gioco, come il poker, dove la coppia vince: ma se intende continuare a giocare alla brisque, sta barando, e ci si chiede il perché.

È ciò che sta accadendo con gli attuali governi. Non smettono di brandire il termine “uguaglianza” mentre si tratta solo di cambiare il significato della parola “matrimonio”. Indubbiamente l’uguaglianza dei diritti, in fatto di matrimonio, è sempre esistita: ogni uomo aveva il diritto di sposare una donna, ogni donna aveva il diritto di sposare un uomo (con restrizioni legate all’età, alla consanguineità, alla salute mentale). Perché dunque non si ha l’onestà di ammettere che qui non si tratta di promuovere l’uguaglianza (cosa che si sarebbe potuta fare estendendo le prerogative dei Pacs o creando un’“unione libera”), ma di decidere di agire sul linguaggio?

Se ci si riflette un po’, è invece il preteso “matrimonio per tutti” a produrre una situazione d’ineguaglianza. Da una parte, quanti hanno scelto il matrimonio come unione legittima di un uomo e di una donna si rendono improvvisamente conto di aver contratto un’altra cosa e sono costretti ad ammettere che la differenza sessuale implicata fino a poco tempo prima dalla loro scelta, era irrilevante. Dall’altra, per i diritti che derivano dal matrimonio, alcuni bambini avranno un padre e una madre, mentre altri avranno straordinariamente due padri o due madri (o un coniuge numero 1 e un coniuge numero 2), il che genera un’evidente disuguaglianza nei loro confronti: salta agli occhi che tra una situazione e l’altra c’è una complicazione dell’origine e un necessario ricorso a un dispositivo di correzione giuridica e persino di manipolazione demiurgica.

Diciamo, a discolpa del Governo Hollande, che quest’ultimo è meno attore in quanto, in questa storia, agisce trascinato da un’onda anomala. Il governo precedente ha forse aggiunto il termine damoiseau? No, ha fatto sopprimere quello di mademoiselle giudicato discriminatorio, come se la lingua non avesse come fine proprio quello di discriminare, nel senso di discernere, e di permetterci così di percepire meglio le differenze. La tolleranza, di fatto, non consiste nell’attenuarle, ma nel riconoscerle.

Ebbene, si sta facendo proprio il contrario: la normalizzazione che si opera sugli omosessuali è il segno che non li si tollera per il loro modo di turbare un certo ordine borghese; occorre quindi che s’imborghesiscano, che diventino “come gli altri”. È il principio ormai vecchio della political correctness (né politico né corretto, nel senso nobile di questi due termini): si cancellano le differenze nel campo lessicale, perché non si riesce a farle comunicare nel campo sociale.

Un asilo di Stoccolma ha spinto questo sistema all’estremo: perché i bambini non fossero vittime del sessismo, il suo personale, non accontentandosi di evitare di raccontare loro vecchie fiabe di principi e principesse, ha deciso di non chiamarli più con il pronome “lui” (han) o “lei” (hon), ma con il pronome neutro (hen), creato per l’occasione, senza rendersi conto che il neutro, come l’it inglese, tende a indicare le cose, piuttosto che le persone. Questa indifferenziazione permette in seguito di accettare meglio le differenze? Forse occorre anche che il bambino sia libero di scegliere in seguito il suo “orientamento sessuale” e pertanto non bisogna imporgli “linguisticamente” il suo sesso “biologico”. Ma se questo è il prezzo, tanto vale dire che non si deve imporre a un bambino una lingua, e non gli si deve parlare affatto, affinché possa sceglierla da solo più tardi.

Dov’è il nuovo Molière, il nuovo Orwell capace di descrivere queste manipolazioni? Siamo però lontani da Le preziose ridicole e persino da Il grande fratello, in quanto il movimento che subiamo non è mondano né totalitario. Negli Scritti corsari, Pasolini osservava che la società consumistica aveva fatto di più per distruggere la lingua italiana del fascismo. In effetti, sembra di stare in un’era post-ideologica. Non si tratta più tanto di torcere le parole per fare la propaganda di una dottrina. È una propaganda a vuoto — e avida — a essere diventata essa stessa la dottrina.

Non siamo più sotto la logica di un’idea, ma sotto la logistica di una tecnica. Se le parole non vengono più riconosciute nella loro differenziazione che apre alla varietà del reale, ma come strumenti di potere, non è perché un’ideologia particolare se ne impossessa, ma perché il potere prevale sul sapere, e il dato della natura, della carne, della lingua, non appare più in primo luogo come una realtà da contemplare o da ascoltare, ma come un materiale da sfruttare.

Ciò che questo regno dell’efficienza tende sempre più a negare, sono tutte le figure del dato: il dato naturale della nascita, che implica un padre e una madre, o il dato tradizionale della lingua, che implica un significato delle parole che ci precede. Di fatto, il sesso e la lingua hanno proprio questo in comune: non li si è scelti, e vi si diviene fecondi solo nella misura in cui si accetta prima di tutto di riceverli. In più, essi si articolano l’uno all’altro: tutte le parole della nostra lingua sono femminili o maschili, come se l’esperienza della differenza sessuale fosse all’origine della nostra prima percezione linguistica delle differenze tra le cose. Del resto, la vera differenza coincide con il dato, con ciò che sfugge alle nostre costruzioni. Ebbene, è proprio questo dato a essere rifiutato, in vista di non so quale “trans-umano”.

Domani, Proust sarà illeggibile, ma Platone avrà sempre più ragione: «non parlare come conviene non costituisce solo una mancanza verso ciò che si deve dire, ma è anche mettere in pericolo l’essenza stessa dell’uomo».

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36 commenti

  1. ErikaT

    Non credo proprio che si possa sapere quanti siano gli omosessuali o i bisessuali, qualcuno forse ha intervistato tutti gli abitanti della terra ? E se anche li avesse intervistati come si fa a sapere se hanno detto la verità? Ma per favore

  2. Quercia
    1. Alcofibras

      secondo l’istat gli omosessuali rappresentano lo 0,02% della popolazione residente in italia, cioè 12 mila persone su 60 milioni

      ammesso che tutti vogliano sposarsi (ovviamente tra loro) e ammesso che siano equamente distribuiti tra gay e lesbiche avremmo 6 mila matrimoni gay

      nel 2011 sono stati celebrati circa 205 mila matrimoni (tra civili e religiosi) e i matrimoni gay che ho ipotizzato (tutti esauriti in un anno, visto che non ci sarebbero più gay da sposare) sarebbero appena lo 0,003% dei matrimoni eterosessuali celebrati in un solo anno

      come una cifra così irrisoria possa minacciare la civiltà occidentale per me rimane un vero mistero e pur essendo eterosessuale e sposato (con due figli) non riesco a immaginare un solo motivo razionale per cui il matrimonio omosessuale (peraltro così numericamente circoscritto) possa causare una deminutio anche solo simbolica a me e alla mia famiglia

      ciò posto ammetto comunque che i predetti numeri dicono con chiarezza che il riconoscimento del matrimonio gay non è un’urgenza politica come purtroppo molte altre (disoccupazione, scuola, sanità ecc.)

      in conclusione: non sono favorevole ai matrimoni gay (per dire non firmerei a favore del riconoscimento del matrimonio gay) ma neppure contrario (se si facesse un referendum subito dopo una legge che introducesse il matrimonio gay voterei no)

      1. ale

        gentile Alcofibras, mi spiace inquinare le sue certezze statistiche, ma io riscontro che i gay sono circa 12.000 nella sola città dove risiedo – e non è una metropoli.

        come riportato da varie realistiche fonti, direi che siamo intorno al 10% pieno della popolazione adulta.

        al di là dei numeri, apprezzo comunque – sinceramente – il garbo con cui affronta l’argomento, veramente inusuale fra i cattolici praticanti.

        1. Alcofibras

          praticante mica tanto…

          1. ale

            ah, adesso si spiega l’assenza di termini offensivi e parole d’odio…
            vabbé – un po’ d’aggiornamento sui numeri, e ci sono i margini perchè lei possa diventare, non dico un sostenitore del matrimonio gay – ma quanto meno tollerarli.
            sono sicuro che ciò non porterà alcuna deminutio ad alcuno – ma apporterà dignità a tutti.

          2. gmtubini

            Ah, ah! Che bel teatrino!
            Alcofibras, sei contento?
            Ti hanno appena comunicato che se ti applichi diventerai più sostenitore del matrimonio gay di quello che già sei…
            Prepara il perizoma!

          3. ale

            CVD (come volevasi dimostrare)

          4. giovanna

            Per Ale :diceva poco tempo fa il tuo quasi omonimo Alex Galvani, a proposito di termini offensivi e parole d’odio ( che su questi commenti non rilevo, anzi solo una stupidissima battuta sui mariti, veramente di livello elevato) :
            – Non sarà il caso di chiudere questo inutile sito pieno di guano che dichiara..
            dai ma se pò esse così imbecilli?
            Non vedo l’ora che finiscano negli zoo… magari anche al museo, dai, una copertina d’oro per la stupidità umana
            Ma sai, solo alcuni di loro sono stupidi
            (non farmi fare l’elenco perche’ poi mi sa che mi devo sconfessare da solo, se inizio ci metto due pagine…).
            Ma cosa cazzo avete nel cervello? Muschio?
            Ma io posso risponde a ‘sto qua? Me guardo un film che è mejo se no je ce dò pure du sganassoni e mentre je sto a sbatte la testa sulla frase scritta da quell’imbecille dell’articolo ascolterà in loop le parole del cardinale (de sti cazzi) Bagnasco dove ripeteva che gli omosessuali sono un abominio immondo.
            Alla tua inutile domanda: «Non sarà il caso di mostrarsi capaci di discutere senza offendere ?»
            Rispondo: «No, vaffanculo. Avete rotto il cazzo ar frogio sbajato!..
            Ai posteri l’ardia sentenza

          5. giovanna

            Anche questa è carina, a proposito di specialisti in termini offensivi e parole d’odio… e la scrivo soprattutto per mettere in guardia dall’avere a che fare con gente che si presenta così:
            -Ma no, Ivano, questo è un po’ come un servizio sociale.
            Coi ritardati etici si fa così: gli scrivi che sono dei ritardati, ovviamente sapendo che essendo ritardati non capiranno cosa gli hai scritto. E come previsto, loro ti scriveranno delle cose farneticanti che non c’entrano una fava con quel che gli hai scritto. Tu non te la prendi a male perchè sai che sono degli sfigati che han bisogno di un posticino tutto loro dove sfogarsi della rabbia. D’altronde van capite, povere bestie. Vivono in un mondo che ha scoperto da un paio di secoli prima di loro che quel che proclamano come valore, non vale neanche la carta igienica su cui scrivono le lor belle paroline. Per forza hanno il sangue agli occhi: perchè non giochiamo la loro giochino, e come tutte le persone infantili, cercano di buttare all’aria il gioco che a loro non piace.
            Io mi affaccio, ricordo loro quanto siano patetici, e aspetto. Loro scrivono, si beccano un paio di ceffoni, e poi li osservo frignare che sono cattivo, aggressivo, maleducato, miscredente, che faccio del male alla causa e blah blah blah-

          6. giovanna

            Un cattolico praticante non offenderebbe mai le casalinghe! 🙂

          7. Alcofibras

            Non offendo le casalinghe, solo non sopporto quelle frustrate (no desperate housewives)

          8. giovanna

            Eh, no, bello, (Alcofibras), come ti ho già detto, dire ad una persona che si presenta come casalinga che è una casalinga frustrata è molto offensivo, almeno quanto dire ad uno che si presenta come immigrato, che è un immigrato puzzolente , se non si è d’accordo con lui !
            Cioè, non gli puoi dire che adori gli immigrati, ma non sopporti gli immigrati puzzolenti, come hai di nuovo fatto con me.
            Possibile che uno dalle visioni progressiste come le tue non ci arrivi ???
            Ma il progressismo, si sà, è spesso una auto-attribuzione , smentita abbondamente dai fatti!

          9. giovanna

            Un’aggiunta per Alcofibras sull’osservazione piuttosto puntigliosa e inutile sui generi: ma tu non hai notato o noti nei tuoi figli quanto sia importante per loro il fatto che siano maschi o femmine? Fin da piccolissimi i miei sono sempre stati attentissimi a distinguersi e anche i loro compagni : ne avevano bisogno per crescere e tuttora ne hanno bisogno.Cioè, dobbiamo persino mettere in discussione l’esistenza del maschile e del femminile, a questo ci ha portato ( ti ha portato ) il martellamento della propaganda della componente ideologizzata dello 0,02 della popolazione !
            Vedrai che a scontare questa superficialità dilagante non saremo tanto noi, ma proprio i nostri figli e i figli dei figli, non sarà una passeggiata di salute, dal punto di vista umano, culturale, psicologico, sociale. Non sarà il “matrimonio” in sè di poche centinaia di omosessuali, ma il messaggio dilagante che è vero tutto e il contrario di tutto, come dimostri di credere in pieno anche tu, a danneggiare i nostri figli.

        2. giovanna

          10 per cento ????
          12.000?
          BOOM !
          (per il caro Ale-x : non è che ricominciamo con dati e/o notizie simil-panini al pollo omofobi ?)

          1. ale

            …adeeso che ci penso, forse sono stato a letto anche con suo marito.

          2. gmtubini

            Ah, ah! Certo che uno che ci deve “pensare” per ricordarsi con chi è stato a letto deve essere proprio un genitore (in potenza!) coi fiocchi!

      2. giovanna

        Caro Alcofibras, e ti sembra giusto che lo 0,02 della popolazione debba pretendere di cambiare i termini padre e madre? O pretendere di adottare o comprare bambini? Fosse anche un solo bambino, non mi sembrerebbe giusto sacrificarlo.Tu, i tuoi due figli, li daresti in adozione a due uomini o due donne, dopo che per disgrazia siano diventati orfani? E , se come mi sembra, è un pezzetto che leggi i commenti sul sito di Tempi, questo è l’unico motivo di tanta gazzarra: passetto passetto, sacrificare i figli altrui.

        1. Alcofibras

          Non sono contrario al matrimonio gay (anche se per il motivo che ho spiegato non lo sostengo neppure) ma concordo sul fatto che modificare artificialmente il vocabolario è un’operazione stupida e antistorica. Anche per le adozioni non credo che due omosessuali siano necessariamente genitori peggiori di due etero (è notizia di poco tempo fa quella di un padre adottivo che ha violentato per 10 anni la figlia di origini bielorusse) e questo vale anche per i miei figli (anche se penso sarebbero adottati dai miei fratelli). Tra l’altro sarei favorevole anche al l’adozione da parte dei single

          1. giovanna

            Pensa te, a che punto lo stravolgimento della realtà arriva. Addirittura un padre che darebbe in adozioni i suoi figli a due uomini o a due donne, come se il suo essere padre valesse meno di zero e altrettanto l’essere madre della moglie. Tremendo.
            La mia osservazione dei bambini che ho avuto in affido negli anni, mi dice invece che hanno disperatamente bisogno sia del papà, che della mamma, mai mi augurerei per nessuno di loro che siano affidati a due uomini o due donne, credo che ne morirei.

          2. H.Hesse

            Cara Giovanna, non sa che i comunisti i bambini se li mangiano?
            Figuriamoci se a loro frega con chi vanno a stare!

  3. mauro

    grazie per questo articolo; leggendolo ho ricominciato a respirare e ho provato una moto di gioia… come quando si comprende, si capisce la verità su una cosa

    1. giovanna

      Caro Mauro, sottoscrivo in pieno, credo che proprio il voler riconoscere uguale ciò che non lo è, dia una sensazione di soffocamento. Ieri sera ho visto quei due poveri ragazzi mandati sul palco di Sanremo: mi hanno fatto l’effetto opposto a quello che si voleva ottenere, li ho visti così sprovveduti nel pretendere un “matrimonio” che in tutta evidenza non li riguardava, era contro di loro, contro quello che sono, cioè due uomini.
      “tutte le parole della nostra lingua sono femminili o maschili, come se l’esperienza della differenza sessuale fosse all’origine della nostra prima percezione linguistica delle differenze tra le cose. Del resto, la vera differenza coincide con il dato, con ciò che sfugge alle nostre costruzioni. Ebbene, è proprio questo dato a essere rifiutato, in vista di non so quale “trans-umano”.

      1. Alcofibras

        tutte le parole della lingua italiana sono maschili o femminili, non è così in latino o in tedesco dove esiste anche il genere neutro, al quale appartengono parole coma Das Maedchen (la signorina) che designano inequivocabilmente individui di sesso femminile

        inoltre quello che in una lingua è maschile in un’altra può essere femminile (es., in tedesco il sole è femminile e la luna è maschile).

        il problema è la confusione tra sesso e genere grammaticale, come bene illustrato in questo articolo (in inglese) http://blog.assarbad.net/20090810/das-madchen-why-is-it-grammatically-neutral/

    1. Alcofibras

      bella biografie e complimenti per i 6 figli!

  4. giuliano

    potenza delle lobbies mondiali. TV, Giornali;media al loro servizio e riescono ad imporre le loro visioni orwelliane a tutti. Una domanda mi pongo spesso però: come mai in tutte queste scelte antiumane la sinistra è sempore al primo posto per veicolarle ?? la mia risposta è che la sinistra è al loro servizio quale agenmte operativo sul posto

    1. ErikaT

      sempre con questa storia delle lobbies???
      Mi viene in mente chi parla di lobby ebraica, chissà perchè omosessuali ed ebrei spesso vengono visti come lobby, purtroppo su di loro si accanì ferocemente il nazismo inviandoli nei campi di sterminio.

      1. ftax

        sempre con questa storia dei campi di sterminio?
        E’ stata una disgrazia, non qualcosa di cui menare vanto.
        Sia per gli ebrei, sia per gli omosessuali.

        1. ErikaT

          sempre con questa storia delle lobbies?

          1. Alcofibras

            hanno l’hobby della lobby

          2. Charlie

            Meglio l’hobby della lobby che l’hobby del blog di ErikaT

          3. Alcofibras

            e sempre meglio dell’hobby dell’hobbit (anche se Frodo sarebbe un soprannome perfetto per SB)

  5. Tribute to TM

    Ricordate la battuta della tizia nel film “IN & OUT”…..?!?:

    – … Ma qui sono tutti gay?!?!? ….. Che cos’è questo, un film di fantascienza?!? !!!!! –

    Cioè …..non se ne può più !!!!!!! Basta……c’è qualche etero sul pianeta Terra ???????????

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