Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Halim El-Dabh. In tremila anni o giù di lì, per la prima volta Clitemnestra è oggetto di simpatia. È il 1958 all’Adelphi Theater di Manhattan. Con la scenografia dello scultore modernista giapponese Isamu Noguchi, Marta Graham, fondatrice della danza moderna, interpreta, con una passione e una simpatia che faranno pensare a un incunabolo del nuovo movimento femminista, il dramma dell’adultera che uccide Agamennone.
La musica è di Halim El-Dalh che per la Graham scriverà altri tre balletti. È copto, nato al Cairo il 4 marzo 1921. Bambino, ha assimilato le melopee della sua gente e ha studiato musica occidentale al conservatorio. Adolescente, ha creato sculture metalliche musicali per allontanare gli insetti dai campi.
Con i suoni registrati per le strade del Cairo ha realizzato prima di chiunque altro composizioni di musica concreta. Nel 1944 ha eseguito al Cairo perfino un concerto di musica elettronica. Con una borsa di studio è arrivato negli Usa: ha studiato con Aaron Copland e Leonard Bernstein, ha lavorato ad Aspen con Igor Stravinsky. Ormai cittadino americano, nel 1961 è partito per l’Africa, per raccogliere musiche tradizionali e tribali in Etiopia, in Niger e nel Mali. Ad Addis Abeba ha lavorato, per poi tornare in Usa, a insegnare in varie università e comporre opere strabilianti come la Sinfonia per mille tamburi. Dal 1960, ogni sera, una sua composizione accompagna lo spettacolo son et lumière alle piramidi di Giza. È morto sabato 2 settembre.
Kate Millett. Quando il padre, ingegnere alcolizzato, lasciò la famiglia, Kate aveva 14 anni. Grazie alla madre insegnante si laureò, andò in Giappone e sposò Fumio Yoshimura, capace di copiare in legno fiori o macchine per scrivere. Nel 1968 per il dottorato studiò N. Mailer, H. Miller e DH Lawrence. Ne ricavò l’idea che i tre idoli della cultura liberal erano sessisti e che il potere sulle donne non era biologico né innato, ma costituito socialmente. La tesi divenne un best seller, La politica del sesso (1970), e la Millet fu riconosciuta come l’ideologa del femminismo radicale.
L’8 marzo 1979 partecipò alla marcia delle centomila donne che nella Teheran ormai khomeinista protestarono contro l’obbligo del velo. Documentò impresa, arresto ed espulsione in Going to Iran (1981). È morta mercoledì 6 settembre.