Ha un fondamento la proposta choc di Silvio Berlusconi? Secondo l’ex premier è possibile raggiungere un accordo bilaterale con la Svizzera e garantire un gettito fiscale tale da poter rimborsare l’Imu già versata per poi eliminarla definitivamente.
L’Italia, oltre un anno fa, cominciò le trattative per raggiungere un accordo con i vicini elvetici e Tempi nel marzo 2012 trovò valido riscontro nell’intervista al direttore dell’Associazione bancaria del Canton Ticino Franco Citterio.
LOTTA ALL’EVASIONE. La proposta sembra valida sotto più angolature, con un primo punto di interesse di pertinenza dell’evasione fiscale. I capitali spostati illegalmente in Svizzera hanno la certezza di essere generati dal “nero” e laddove così non fosse se ne troverebbe adeguata indicazione nel rigo Rw della dichiarazione dei redditi (investimenti all’estero e attività estere di natura finanziaria). L’effetto sarebbe molto importante per le imprese italiane perché si eviterebbe il clima di caccia alle streghe che i soggetti incaricati alla lotta al sommerso stanno diffondendo. Attualmente basta il dubbio per far scattare una sanzione con il criterio del “prima paga, poi vedremo” e in modo particolare l’onere della prova è al contrario, ossia quando l’Agenzia delle Entrate ritiene la colpevolezza, sta al reo dimostrare la propria innocenza e non l’opposto come accade nella prassi delle procedure giuridiche. In quest giorni si è paventata da alcune forze politiche l’idea di una tassa sui capitali già scudati: l’idea è inverosimile perché quelle posizioni sono già state “pulite” ex lege. E soprattutto quei conti, sempre per legge, non dovevano rimanere secretati? Da sommare che l’operazione con la Svizzera non comporterebbe costi perché la riscossione dei tributi sarebbe automatica ad opera dalle banche svizzere. Al contrario di tutte le attività attualmente in corso di contrasto all’evasione sono onerose e comportano l’utilizzo di militari e tecnici. La Guardia di Fiananza avrebbe più risorse disponibili per stanare altri tipi di reato come il traffico internazionale di stupefacenti, i nuovi tipi di reati informatici, ecc.
I CONTI. Le cifre esposte dal Cavaliere trovano conferma anche oltreconfine seppur con qualche aggiustatina elettorale: lo scorso marzo l’associazione bancaria del Canton Ticino quantificò l’ammontare del possibile gettito fiscale una tantum in 20 miliardi di euro, ovvero l’Imu moltiplicato per cinque applicando un’aliquota di prelievo medio del 10 per cento.
La Svizzera ha messo sul piatto la sua conditio sine qua non, ovvero l’inalienabilità del segreto bancario, ma ha offerto all’Italia di fungere da sostituto d’imposta e di prelevare dai depositi in nero una percentuale che potrebbe oscillare tra l’8 e il 12 per cento il primo anno. Nei successivi esercizi è prevista l’applicazione delle ritenute adottate in Italia per i redditi generati da questi capitali.
Così facendo i depositi saranno automaticamente scudati e quello che una volta era un evasore cesserà di esserlo mantenendo il segreto bancario ma pagando una sanzione allo Stato italiano e, ancor più importante, pagherà ogni anno le ritenute fiscali. È una soluzione che farebbe contenti tutti: Tesoro, Svizzera, cittadini e banche. Si risolverebbe il problema del sommerso con un gettito importante garantito ogni anno e si potrebbe dare un po’ di respiro fiscale a cittadini e imprese.