Guerra in Ucraina. Spiragli per un cessate il fuoco?
Quanto ancora deve durare il conflitto in Ucraina? Pare che la Casa Bianca abbia iniziato a valutare l’ipotesi di spingere gli ucraini a trattare, o meglio, a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di intavolare un colloquio con Mosca per arrivare a una soluzione diplomatica.
Il condizionale è d’obbligo, ma qualche segnale di un “nuovo clima” c’è. Il primo indizio è un articolo apparso sul Washington Post, quotidiano ben informato sulle intenzioni dell’amministrazione Biden, che rivela la preoccupazione di alcune fonti Usa per l’atteggiamento troppo “rigido” tenuto dal presidente Volodymyr Zelensky in questi ultimi mesi, mesi in cui le truppe ucraine hanno ottenuto alcuni successi sul campo.
In sostanza, spiega il WP, gli americani si sono accorti dell’insofferenza che inizia a emergere in Europa per il conflitto e sono preoccupati che i vari governi si trovino in difficoltà con la propria opinione pubblica nel continuare a sostenere la causa di Kiev. Causa che oggi ha nella rigidità di Zelensky un “intoppo” per l’avvio di negoziati. Invece, con l’arrivo dell’inverno e il conseguente rallentamento delle manovre, scrive il WP, potrebbe aprirsi una finestra di tempo favorevole per intavolare una discussione.
Riconquistare Kherson e trattare
Sulla stessa linea, anche Repubblica riporta «le ultime analisi che circolano negli uffici della Nato a Bruxelles». Anche qui si registrerebbero ragionamenti sulla possibilità di aprire un primo vero negoziato con la Russia «dopo la riconquista di Kherson».
«Kherson – scrive Repubblica – non è una città qualsiasi: decisiva per l’accesso al mare e fondamentale per il controllo delle risorse idriche e per il trasporto fluviale. Riconquistarla significherebbe cambiare il verso del conflitto».
Il terzo indizio lo dà il Wall Street Journal che parla di colloqui riservati tra russi e americani per scongiurare il rischio di un allargamento del conflitto e l’escalation nucleare.
Il quarto e ultimo segnale arriva da un’intervista rilasciata alla Cnn da Kevin McCarthy, leader dei repubblicani alla Camera, di cui potrebbe diventare speaker se il suo partito riconquistasse la maggioranza nelle elezioni di Midterm: «Sono un grande sostenitore dell’Ucraina ma penso che sia necessario introdurre un controllo. C’è sempre bisogno non di un assegno in bianco ma di garantire che le risorse vadano dove servono e che il Congresso abbia la capacità di dibatterne apertamente».
Cessate il fuoco
A quanto pare, dunque, gli americani hanno definitivamente abbandonato l’idea di un regime change a Mosca e punterebbero, al contrario, a consolidare alcune posizioni sul campo per poi indirizzare gli ucraini a trattare da una posizione di forza. Converrebbe a tutti, anche agli Stati Uniti che comprendono sempre meglio che un’esplosione della Russia porterebbe il Paese a gettarsi tra le braccia della Cina. Non un buon affare per Washington: bene una Russia debole, ma non vassalla di Pechino.
Che tutto questo porti alla pace è molto prematuro dirlo. Ma almeno su un cessate il fuoco si potrebbe convergere. È il ragionamento che fa sul prossimo numero del mensile Tempi l’ambasciatore Umberto Vattani in un’intervista ad ampio raggio sul conflitto nell’Est Europa.
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