Domenica 20 febbraio su Sky Cinema è andato in onda in prima visione il film tv Grey Gardens, prodotto dalla Hbo, con protagoniste Jessica Lange e Drew Barrymore. Prodotta nel 2009, la pellicola si è anche aggiudicata due Golden Globes (uno come miglior film televisivo e uno come migliore attrice, andato alla Barrymore). Il film ripercorre la vita di Little Edie e Big Edie Bouvier, rispettivamente cugina e zia di Jackie Kennedy, protagoniste tra gli anni 30 e gli anni 50 della vita mondana newyorkese e poi lentamente sprofondate in una vita di solitudine e abbandono tra le mura di una casa al mare a East Hampton, Long Island (la Grey Gardens del titolo). Big Edie è una donna affascinante e irrequieta, con velleità da cantante mai fino in fondo assecondate perché osteggiata dal marito, ricco avvocato di New York che vorrebbe vivere in pace con la moglie e i tre figli e trovare un buon partito per Little Edie. La loro primogenita però ha lo stesso temperamento ribelle della madre, poco incline alle convenzioni dell’epoca e convinta che il suo destino sia una lunga e felice carriera nel mondo dello spettacolo. Quando Big Edie viene abbandonata dal marito per lei inizia una discesa agli inferi che la porterà a una vita di solitudine nella sua gabbia dorata di Grey Gardens. Riesce a trascinare giù con se la figlia che, dopo cinque anni a New York nel tentativo di avviare una carriera e una fugace storia d’amore con un uomo sposato, si ritira nella casa sul mare e insieme alla madre si ritrova a vivere una vita di completa solitudine e abbandono, in un luogo fetido e colmo d’immondizia, tra animali randagi e sudiciume, solo un pallido ricordo della casa che anni addietro aveva ospitato belle feste per ricchi borghesi di città. Prima i vicini e poi la stampa s’interessano alla vicenda delle due donne e la notizia ha un tale risalto da spingere Jackie Kennedy, vedova del Presidente John, a far visita alle sue parenti e a offrirsi di rimettere in sesto la casa che tante volte la ospitò da bambina per le sue vacanze estive. Un restauro però non basta, e presto Grey Gardens torna ad assumere un aspetto spettrale, con le sue inquiline isolate dal mondo e dalla realtà che le circonda.
Negli anni 70, una coppia di cineasti fa visita alla casa e convince Big e Little Edie a diventare le protagoniste di un documentario sulle loro vite. Dal film emerge un ritratto preciso delle due donne: Big Edie non vorrebbe essere in nessun altro posto se non a Grey Gardens “perché solo lì è libera di essere davvero se stessa”, non vuole vedere nessuno e vive solo circondata da sudici gatti e da ricordi di giorni felici. Il suo egoismo e la sua arte persuasiva hanno spinto Little Edie a tornare da lei e a rinchiudersi in quella casa desolante. Little Edie, dal canto suo, vorrebbe girare il mondo e vivere lontano da quel posto “dove gli inverni sono terribili”, ma c’è qualcosa di morboso che la tiene inchiodata in quel posto. Il destino di entrambe è li, dove non c’è acqua corrente e le giornate trascorrono lente tra vecchi quadri e un giradischi che suona sempre la stessa canzone. E’ un film affascinante Grey Gardens, tanto crudo quanto ricco di umanità, un ritratto dolceamaro di due persone perdute che non hanno trovato altro che vivere in un luogo in cui si sentissero protette da violenze esterne, dove potessero stare in pace con loro stesse. Le due attrici, imbruttite dal trucco, donano un fascino senza pari alle donne dal destino avverso, parenti scomode di una first lady bellissima e dal futuro radioso, che invidiano ma che al tempo stesso ammirano. Una madre e una figlia che, isolate dal mondo, hanno perso coscienza della vita fuori dalle mura marce della loro tenuta, decise com’erano, ad andare avanti da sole. Little Edie ha subito la prevaricazione di una madre in grado di influenzare non solo la sua capacità di giudizio ma la vita stessa, e solo dopo la sua morte ha potuto tentare di avere una vita normale, viaggiare, esibirsi nei locali di Manhattan e avere una casa. Per Big Edie nessun rimorso, anzi la frase finale del film non lascia spazio a dubbi: “Mia madre mi ha donato la più bella vita che potessi desiderare”.