Sono uno dei tanti videodipendenti di Internet e al termine delle mie navigazioni virtuali spesso avverto un fastidioso bruciore agli occhi (che a volte si accompagna anche a mal di testa). È forse colpa delle radiazioni emesse dal video? Quali sono i rischi che corro? Salvatore Marino, Milano Parlando dei rischi di eventuali malattie correlate all’utilizzo del videoterminale, gli studi finora svolti hanno escluso l’insorgenza di patologie a carico dell’apparato visivo. La dose di radiazioni emesse dallo schermo del vdt sono infatti dell’ordine di grandezza della radiazione naturale di fondo dell’ambiente. I disturbi rilevabili con maggior frequenza sono sintomi di fatica visiva (sindrome astenopica) e sintomi a carico dell’apparato muscolo scheletrico, problemi che si possono prevenire con un utilizzo corretto del vdt e con un posto di lavoro disposto in modo adeguato (ergonomico):
– lo schermo deve essere regolabile e posto in posizione da evitare i riflessi a una distanza di 50-70 centimetri;
– la tastiera deve essere autonoma, mobile e va posizionata in modo da consentire un corretto appoggio dei polsi (per evitare sovraffaticamento degli arti superiori);
– il tavolo da lavoro deve avere dimensioni adeguate e uno spazio sufficiente per l’alloggiamento degli arti inferiori al fine di consentire una posizione comoda per l’operatore;
– il sedile deve essere confortevole, sicuro e regolabile in altezza. La posizione corretta di lavoro è quella di star seduti appoggiando la schiena al supporto lombare, la cui inclinazione deve essere compresa tra 90 e 110 gradi; bisogna poi regolare l’altezza del sedile in modo che i piedi appoggino bene sul pavimento e le ginocchia abbiano un angolo di 90 gradi.
In conclusione per utilizzare il vdt in maniera corretta bisogna: organizzare il posto di lavoro ergonomicamente, utilizzarlo senza affaticare eccessivamente l’apparato visivo e muscolo scheletrico – a tal proposito il consiglio è quello di fare delle pause avendo cura di cambiare postura (si suggerisce di fare qualche passo) e di mettere a riposo l’apparato visivo utilizzando la visione da lontano.