“Deriso perché gay si getta dalla finestra”. Così si arruola un povero ragazzo nella battaglia Sesso&Nuvole
«Deriso perché gay si getta dalla finestra». Nel narrare la vicenda dello studente di origini rumene che ieri ha tentato il suicidio gettandosi dalla finestra di un istituto tecnico romano, non c’è titolo di giornale che oggi non ricorra alle caselle “omosessualità”, “bullismo”, “razzismo”, “omofobia”.
Ma cos’è più tragico, il gesto disperato di un ragazzino o il suo arruolamento a una campagna politicamente corretta? Cos’è più cupo, il dramma di un adolescente o il cliché del Giornalista Collettivo?
In quella scuola dove un ragazzino ieri mattina ha aperto la finestra e si è buttato giù, chi lo conosce, chi ci vive insieme, i suoi insegnanti, testimoniano altro. «Sono sconvolto, non si sa che gli passa per la testa a questi ragazzi» dice un professore a Repubblica. «Nella nostra scuola bullismo zero, e razzismo zero. È una scuola accogliente e il problema è capire cosa gli è saltato in mente, e nessuno lo può sapere. È un ragazzo fragile, sensibile».
E invece, secondo il circuito dell’informazione strillata un ragazzino si butta giù per colpa dell’“omofobia”, del “bullismo”, delle “discriminazioni”. Pensierino facile facile. Ritornello buono per farci la sera il talk-show. Buono per imbellettarci le coscienze e rinfrescarci polemiche sull’agenda gay.
Eppure, la realtà è niente di tutto questo. Parla chi lo conosce e, si capisce, «c’è una lunga storia di un adolescente particolarmente sensibile e intelligente e una situazione di grande difficoltà. Un adolescente che si trova ad aver vissuto in un posto differente da quello in cui è nato».
La realtà è che “c’è una lunga storia”. Qualcosa, cioè, di più semplice ma anche di più gravoso dei titoli di giornata. Nel caso, “una lunga storia” di una famiglia di genitori separati. Di un padre che se n’è tornato in Romania. E di una madre rimasta sola a Roma. Sola col suo ragazzino che è negli anni in cui la presenza di un padre e di una compagnìa di amici non gli farebbero passare nemmeno lontanamente per la testa che la vita è male, che tutto cospira a tacere di certe sue inquietudini, che non c’è niente per cui valga la pena vivere.
Bene. Non più in là di domenica scorsa abbiamo sentito raccontare dagli intellettuali antibulllisti e antiomofobi che una scuola è una scuola solo se la comanda lo Stato. Abbiamo sentito dire che contano più i principì che i bambini. Che la Costituzione, non l’educazione, è l’altare a cui dobbiamo sacrificare umanità e buon senso.
E adesso cosa sentiamo raccontare a proposito di un ragazzino che si butta giù da una finestra? La solita filastrocca intorno all’omosessualità. La colpevolizzazione di una povera famiglia. Paroline passpartout che si vendono come cosmetici al mercato degli strilloni. Ma se l’omofobìa non c’è? Vabbè, bisognerà inventarla. E se non c’è nemmeno il bullismo? Vabbè, bisognerà evocarlo.
Che ce ne importa di tutto il tramestio nel cuore di adolescenti confusi dal nulla emozionale che respirano nell’aria di questo bel mondo pieno di narcisi e vuoto di significato? A chi interessa il bisogno di una educazione alla totalità della loro umanità – altro che sesso e nuvole – che hanno i ragazzi? Hanno sostituito la vita con la Costituzione e l’istruzione ai “diritti”. La ragione con la “legalità” e “le regole per l’uso corretto di Facebook”. Normale che un ragazzino che fa o si fa del male non rappresenti altro che una categoria delle “vittime”. Un caso di cronaca buono per strillarci sopra un appello anti omofobo e farci il sugo anti bullo.
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30 commenti
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A beh se bastano le parole del professore “Nella nostra scuola bullismo zero, e razzismo zero” per dire che non c’è omofobia all’interno della scuola, alla vuol dire che la prossima volta chiederò all’oste se il vino della casa è buono. E’ stato il ragazzo stesso a indicare che la causa del suo gesta è stata la mancata accettazione della sua omosessualità da parte degli altri (scuola e famiglia), ma ad Amicone bastano le parole di un professore per negare tutto.
Tanto per la cronaca la frase scritta dal ragazzo su Facebook era “Sono gay. Tutti mi perseguitano, mi dispiace non ce l’ho fatta. Sono circondato da gente senza cuore, ho tutti contro. Addio, mamma”
Ma ovviamente contatano di più gli sproloqui di chi lo definisce semplicemetne “adolescente particolarmente sensibile “
esatto : ho sempre la sensazione che si cerchi di perorare una causa. mi sbaglio?
esatto : ho sempre la sensZione che si cerchi di perorare una causa. mi sbaglio?
Amicone di cosa ti lamenti: è il tuo stesso pdl confuso in salsa verde leghista che vuol confezionare una bella leggina per i matrimoni gay-trans-lesb-arc eccc ecc …quand’è che fai un bell’articoletto sul casino CULturale della tua sponda?
I GAY SONO GAY PERCHÈ LE D ONNE ODIANO GLI UOMINI
a marco ma che cavolo dici?
Allora Vertiafrancescogiuliocarlomasieccecc dopo l’ottima risposta (l’ennesima) di Gmtubini sopra, come procede la cura contro le tue frustrazioni a base di “a-furia-di-scrivere-qui-tutto-il-giorno-troverò-pure-un- argomento-su-cui-riuscirò-a-convincere-me-stesso-che-ho-ragione”???
Ti ricordo che Giovanni è pure pronto a chiederti scusa per averti picchiato da piccolo.
paolo,
io non mi devo convincere di nulla… le cose sono e stanno cambiando in tutto il mondo.
le vostre idee sanno sempre di più di stupida ottusagine e presto sarete solo un ricordo
CarloMasi,
ti sarei infinitamente grato se i commenti che posti usurpando il mio nome tu li scrivessi in un italiano almeno decente.
Grazie.
P.S.: “Ottusagine” non esiste neanche nel Paese dei Balocchi dove, a quanto pare, tu sei gradito ma temporaneo ospite.
Ma appunto………il mondo sta cambiando, che ci stai a fà ancora qui, buttati non perdere tempo.
Ah già!!! I voti, hai bisogno dei voti, scusa.
Sei davvero un grande, credici, credici.
Prendi fiato però ogni tanto, altrimenti la cura non funzionerà mai.
Mitico!!!
perche’ di i questo?
Purtroppo per gli sciacalli che strumentalizzano le disgrazie altrui per i loro porci comodi, la faccenda del povero ragazzo aspirante suicida si presta ad altre considerazioni non proprio in linea con la vulgata radical chic, e dunque sono costretti ad usarla con parsimonia.
Infatti il ragazzo e la sua famiglia sono immigrati per giunta rumeni con problemi di integrazione e i genitori sono divorziati o separati con i conseguenti danni psicologici che inevitabilmente ricadono sull’incolpevole prole. Pertanto, nell’ambito di una sola famiglia, si ritrova un bel concentrato di disagi largamente pronosticati a suo tempo dai reazionari bigotti e largamente nascosti o minimizzati dai progressisti modernisti ganzissimi di ogni risma.
Subito dunque si è avuta una bella levata di scudi a favore della privacy del ragazzo, sul cui gesto si invitano gli operatori dell’informazione a non indagare più di tanto, visto che l’omofobia basta e avanza alla bisogna.
Non so se mi sono spiegato.
lo sciacallo sei tu.
l bambino stesso ha detto le ragione del su gesto. tu ti tappi le orecchie e dici le ragioni non sono queste.
per una volta stai veramente dalla parte dei bambini e ascolta quello che ti dicono. è una supplica di aiuto.
no hai pietà neanche di un babino
No CarloMasi (sei tu vero?!), non ci siamo, lo sciacallo non sono io, visto che non mi servo delle disgrazie altrui per perorare una causa.
Io ho detto solo che se uno ha la sorte di essere omosessuale, questa sua condizione, da un punto di vista mediatico e politico, viene fatta prevalere su tutto il resto, che perde di importanza perché non serve, anzi, dà noia a chi vuol raccontare una storia preconfezionata.
Nel nostro Paese il suicidio è la seconda causa di morte per i ragazzi sotto i ventun anni (la prima sono gli incidenti stradali), quelli degli adolescenti sono il 10% dei 4000 suicidi che accadono ogni anno.
Tra i fattori familiari è stata osservata un’alta frequenza di separazioni e l’assenza di una figura paterna, la presenza di malattia psichica di almeno un genitore, ed episodi di incesto o clima familiare incestuoso.
Tutta roba, questa, che sta sul gozzo ai ganzissimi progressisti e che raramente trovi nelle prime pagine dei loro illuminati giornali.
Leggendo i resoconti, infatti, si capisce benissimo che questo giovane, come molti suoi coetanei, non era solo una vittima dell’omofobia (quella vera, non quella di cui accusate strumentalmente chi è contrario ai matrimoni gay), ma aveva anche altri problemi seri sui quali però agli sciacalli veri conviene disinteressarsi perché controproducente.
Secondo me star dalla parte dei bambini non significa per nulla affrontare superficialmente i loro problemi accontentandosi di evidenziare quello che ci fa comodo per i nostri porci fini egoistici.
…
Chiedo scusa a CarloMasi, alla redazione e agli altri lettori, ma il mio commento precedente è partito per errore prima di essere completato e riletto.
Vabbè, l’ho riletto ma fa “scareggio” lo stesso. Almeno ci ho provato…
Capisco che in certi ambienti vada di moda il negazionismo ma, insomma, a tutto c’e’ un limite. Sembra quasi che si voglia far passare per vittime in questa storia la “povera famiglia” (il ragazzo era vittima delle angherie di un padre omofobo) o il preside della scuola, che cade dalle nuvole e nega tutto («Nella nostra scuola bullismo zero, e razzismo zero»). Invece di negare tutto sarebbe ora di aprire gli occhi e riconoscere che in Italia c’e’ ancora un profondo, radicato pregiudizio contro le persone omosessuali e gli adolescenti che attraversano questa fase, magari sentendosi bollare come “contro natura” da certi pulpiti, poi ne pagano il prezzo quando non hanno accesso a reti di protezioni adeguate.
Se psicologicamente mi sento un verme e incomincio a strisciare per terra, uno che mi vuole bene, mi dice che non è vero, e mi aiuta a capirlo. Se psicologicamente mi sento un cane, incomincio ad abbaiare e cammino a quattro zampe, uno mi vuole bene mi dice che non è vero, e mi aiuta a capirlo. Se psicologicamente mi sento un aquila (?)….qui non serve chi mi vuole bene è la realtà che me lo fa capire. Se nasco con un pisellino e due palline e psicologicamente mi sento come chi è senza, oggi come oggi trovo un casino di intelligentoni che mi danno ragione. Ma questi intelligentoni mi vogliono bene?
Standing ovation e 10 minuti di applausi per il tuo post…me lo salvo sul pc e non mancherò di tirarlo fuori quando dovrò discutere con qualche “illuminato”…
l’articolo e’ davvero interessante e amio parere l’unico tra quelli che ho letto che anela davvero al vero, ma oggi nessuno , compreso LG, può’ dire o predire che la causa del suicidio risieda nella separazione dei genitori cosi come quelli che sostengono il bullismo.
chi si uccide spesso lasci dei bigliettini con scritta quella che secondo loro e’ la motivazione del gesto, ma si tratta di causa apparente non sostanziale il piu delle volte talmente ingarbugliata da risultare oscura ai soggetti stessi.
insomma i motivi non sono quelli che spiega l’aspirante suicida ma quelli decisi arbitrariamente da te e da questo sito… ok
le terapie riparatrici alle quali tu fai riferimento hanno fatto più morti per suicidio di una guerra, fossi in te lascerei perdee
Da quello che scrive pare di capire che lei pensi che un ragazzo che si sta scoprendo omosessuale si “sentirebbe” donna? (“Se nasco con un pisellino e due palline e psicologicamente mi sento come chi è senza”) – Se l’interpretazione dell’esempio da lei dato (verme che striscia per terra, già l’esempio scelto per alludere agli omosessuali mi sembra dica molto…) è corretta allora è evidente che lei confonde clamorosamente l’omosessualità con il transessualismo. Cose che, manco a dirlo, sono completamente differenti.
guarda che il con-fuso sei tu!!!!! buona notte!
Suvvia egregio Bifocale, non tediare la gente con dei distinguo che a chi crede che Dio ci ha fatti maschi e femmine non possono che sembrare puerili sofismi.
Per noialtri cristiani bigotti e reazionari una zappa serve essenzialmente per dissodare un campo e non certo per tagliarsi i capelli.
Ora, che tu pretenda di farci una “capa tanta” sui cento modi di tagliarsi i capelli con la zappa mi sembra un tantino eccessivo.
Queste amenità riservatele per il sito dell’Arcigay, dove troverai certamente una platea più attenta e preparata a certe disquisizioni.
Ormai non c’è più rispetto per nulla, tutto diventa ideologia. Era già capitato con quella storia del ragazzino suicidatosi e subito arruolato dagli ARCI gay solo perche portava l’orecchio, a dispetto di quello che dicevano gli amici.
come fai a negare le ragion di questo gesto quando questo povero bambino ha scritto chiaramente sul suo facebook che lo faceva perché stanco di anni di insulti, emarginazione e bullismo?
la verità che a te interessa di bambini solo contestualmente alla realizzazione della vostra falsa ideologia… fate schifo
questo in una famiglia omogenitoriale non sarebbe mai successo sia che il bambino fosse stato etero che gay
Il bullismo non riguardava la sua omosessualità, ma dico pensi che la gente sia rincoglionita? Capisco i lettori di Repubblica, che si sono intrattenuti con l’ennesima bufala creata ad hoc con tanto di letterina (ma ve lo vedete un aspirante suicida che scrive a un giornale?), ma la gente normale guarda la realtà. I pregiudizi verso i gay certamente esistono, per questo occorre essere più cristiani e meno Arcigay, come ha insegnato Lucio Dalla.
ancora?
fai scifo un bambino cerca di suicidarsi, spiega le ragioni e tu invece di ascoltarlo ti tappi le orecchie e dici: no, non è così…. ma lo saprà lui perché lo ha fatto?
Se non era per il tuo articolo questa notizia sarebbe passata via come una nuvola che ha oscurato per poco il cielo, sommersa come sono da mille cose, molte inderogabilmente a scadenza, altre inevitabilmente ad affollare una giornata già piena delle prime.
Un grazie all’amico di sempre che non si accontenta delle tristi periferie dei nostri pensieri. ciao Gigi