Franco Nembrini: Dante Alighieri, un amico nel cammino della vita [link url=https://www.tempi.it/videogallery/franco-nembrini-su-rai-1-io-dante-i-ragazzi-e-benigni#.ULy8vJPm62w]Video[/link]

Di Giovanni Ferrari
03 Dicembre 2012
È uscito il cofanetto "El Dante", che contiene un cd audio e quattro dvd delle lezioni che Franco Nembrini ha tenuto al Teatro Out-Off di Milano sull'opera dell'Alighieri. Intervista

Molte volte basta la provocazione di un amico per rischiare tutto, in modalità prima inimmaginabili. È l’esatta dinamica avvenuta a Franco Nembrini, insegnante e appassionato dantista che si è fatto un nome per alcuni suoi bei libri su Dante Alighieri, che da quando si è immerso nel suo studio “matto e disperatissimo” è stato obbligato, passo dopo passo, a riconoscere che attraverso la lettura dell’opera nasceva qualcosa di buono, che colpiva. E che continua a colpire, tanto da portare alla nascita di un nuovo lavoro: “El Dante”. Giovedì sera, in occasione della data di pubblicazione del cofanetto, al Centro Scolastico La Traccia di Calcinate (BG) si è tenuta una serata dove lo stesso Nembrini (in compagnia di Carlo Pastori) ha presentato il suo lavoro, facendo vedere il backstage delle registrazioni e raccontando cosa ha significato per lui intraprendere questa nuova avventura.

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Nembrini, “El Dante” comprende la registrazione di quattro serate di lettura pubblica dell’opera di Dante Alighieri che si sono tenute al Teatro Out-Off di Milano. Che cosa l’ha colpita di queste serate?
Mi ha colpito quello che mi colpisce sempre quando leggo Dante: la capacità che ha quest’opera di parlare all’uomo d’oggi, la sua assoluta modernità, la chiarezza della proposta che fa all’uomo d’oggi, tanto più attuale quanto più si avverte una crisi epocale. Nel preparare queste quattro serate, ho ritrovato la Divina Commedia come una grande possibilità per me e per tutti coloro che la vogliono leggere e ascoltare. L’auspicio con cui ho fatto questa iniziativa è che possa servire a diffondere Dante, a farlo conoscere, a farlo amare, a farlo stimare.

Perché il percorso della Divina Commedia è ancora attuale? Cosa può insegnarci in questo periodo di incertezza generale che attraversa molti ambiti della vita privata e sociale?
Può insegnare molto, come insegnano molto tutte le grandi opere, perché la stessa domanda ce la potremmo fare parlando dell’Iliade, o dell’Odissea, o della tragedia greca in generale. La storia dell’umanità ha sempre espresso grandi domande, ha sempre cercato di indagare il mistero della vita, il mistero dell’essere e perciò la possibilità che la vita sia buona. Mi sembra che Dante, per l’esperienza cristiana che vive, per la cultura che esprime e per il dolore attraverso cui è passato, sia uno di quegli autori che più di altri (forse da questo punto di vista ha un valore unico e universale) sa parlare del cuore dell’uomo e al cuore dell’uomo e, cosa che lo distanzia e lo differenzia da tutte le altre opere che ho citato, è come se parlasse a nome e per conto di Cristo. Cioè, ricco di 1200 anni di storia cristiana, ha il coraggio di riproporre con assoluta chiarezza, forza e freschezza, la compagnia di Cristo come possibile risposta alle grandi domande dell’uomo. Da qui la sua attualità anche oggi.

Come il racconto di Dante può interessare l’uomo di oggi?
Un uomo che ha avuto la lealtà di riconoscere il proprio bisogno, la propria fragilità, già questo me lo rende vicino, me lo rende amico, me lo rende interessante. In più, ha la pretesa di dire a ciascuno di noi: “A me è sembrato di capire cose decisive per la vita dopo che ho attraversato dieci anni di dolore e di fatica nel cercare di capire che cosa mi è accaduto. Ora sono tornato per raccontarti quello che ho visto, per dirti quello che ho capito e se vuoi per accompagnarti a fare la stessa strada”. Cosa c’è di più interessante e di più decisivo di un uomo di quella levatura che ti si propone come amico nel cammino della vita?

Cosa l’ha spinta a voler far conoscere a tutti questa opera?
Non ho mai pensato di rendere pubbliche le mie letture di Dante: è accaduto. Ho sempre insegnato ai ragazzi a leggere Dante come un possibile compagno di viaggio per ciascuno di loro. Poi la cosa, attraverso i miei figli, è uscita dall’ambito ristretto della scuola per allargarsi a gruppi di giovani che hanno apprezzato questo modo di dialogare con l’opera e con l’autore, e in un passaparola impressionante questo “giro” di giovani si è molto allargato. Pian piano, e inaspettatamente, la voce è girata e qualcuno ha cominciato a chiamarmi a fare pubbliche letture di Dante. Nel frattempo, tra l’altro, nasceva l’associazione Centocanti che i ragazzi stessi avevano fondato con lo scopo di portare Dante nelle scuole e nelle piazze, tra i loro amici e coetanei, e quindi è nato questo passaparola tra scuole, tra centri culturali, tra amici grandi e piccoli che hanno cominciato a chiamarmi perché andassi a parlare di questo lavoro. Dopo di che, nascono dei libri e c’è qualche amico che comincia a dire “sarebbe ancora meglio se ti si può vedere e sentire raccontare quello che racconti, perché il libro da questo punto di vista è una limitazione”. Hanno insistito così tanto che alla fine ci ho provato: con quattro amici è nata l’idea di questo dvd che speriamo abbia lo stesso successo del libri.

@giovanniferrar

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