Una petizione per garantire ai sindaci e agli aggiunti francesi libertà di coscienza. È la nuova iniziativa della Manif pour tous, che si è sempre battuta contro l’approvazione del matrimonio e l’adozione gay in Francia.
RIVOLTA DEI SINDACI. Il tema dell’obiezione di coscienza è scoppiato in Francia quando il sindaco di Arcangues Jean-Michel Colo, «per non violare la mia coscienza», si è rifiutato di sposare una coppia omosessuale. Il governo ha minacciato sanzioni ma il primo cittadino è stato difeso dal Collettivo dei sindaci per l’infanzia, che riunisce oltre 20 mila sindaci e aggiunti e che, come dichiarato dal suo portavoce Franck Meyer a tempi.it, vogliono il «rispetto della legge» ma non «essere costretti ad agire contro la nostra coscienza».
LA PETIZIONE. La Manif ha perciò lanciato una petizione (si può firmare qui) perché Francois Hollande riconosca il diritto all’obiezione di coscienza: «Dal prendere in considerazione la realtà della procreazione – solo un uomo e una donna possono procreare e questa è la ragion d’essere del matrimonio – siamo passati al riconoscimento di un individualismo assoluto che nega la realtà umana e al sacrificio del diritto dei bambini a essere riconosciuti come nati da un uomo e una donna, cioè un padre e una madre. (…) Questa legge urta profondamente le coscienze e mette in difficoltà coloro che sono chiamati a celebrare i matrimoni, cioè i sindaci e i loro aggiunti».
APPELLO A HOLLANDE. Continua il testo: «Il signor Hollande si era impegnato affinché “la legge si applichi per tutti, nel rispetto, nondimeno, della libertà di coscienza”. Poi si è tristemente ricreduto dopo le pressioni delle lobby LGBT. Noi chiediamo solennemente al presidente della Repubblica di tornare sui suoi passi: che la legge sulla libertà di coscienza nell’applicazione della legge Taubira sia rispettata per tutti i sindaci, gli aggiunti e gli ufficiali dello Stato civile».