La Manif pour tous ha sempre sostenuto che fosse solo una questione di tempo, e quel tempo in Francia è arrivato. Quattro deputati hanno depositato il 19 luglio un progetto di legge che ha come scopo quello di aprire la fecondazione assistita anche alle coppie omosessuali. Come più volte anticipato dalla Manif, per quanto negato più volte dal governo socialista di Francois Hollande, questa è l’inevitabile conseguenza dell’approvazione del matrimonio e dell’adozione gay.
INFERTILITÀ SOCIALE. Oggi in Francia solo le coppie conviventi eterosessuali possono ricorrere alla fecondazione assistita. Ma secondo i parlamentari che hanno proposto la legge «bisogna aprirla anche alle coppie non fertili, o per ragioni mediche o per ragioni “sociali”». In questo modo la Francia instaurerebbe il diritto al figlio e aprirebbe, inevitabilmente, anche alla pratica dell’utero in affitto, oggi vietato.
DIRITTO AL FIGLIO. La legge è stata proposta anche in nome «dell’integrazione delle persone dello stesso sesso», perché «spariscano le diverse forme di discriminazione». Con un ragionamento contorto, i deputati affermano anche che «non esiste alcun diritto al figlio. Ma la nostra società non potrà che guadagnare dall’aver permesso a coloro che lo desiderano di diventare genitori, al di là di ogni pregiudizio».
COMPRAVENDITA BAMBINI. La possibile conseguenza della legalizzazione della fecondazione assistita estesa a tutti e della maternità surrogata è la riduzione del bambino a un oggetto da vendere e comprare. In questo senso, ha fatto scalpore in Francia la storia di Aurore, 34 anni, che si è fatta pagare da una coppia omosessuale per farsi inseminare e dare alla luce un bambino da consegnare dopo il parto ai due uomini e che poi ha finto la morte del nascituro per venderlo a un’altra coppia. La coppia ha pagato per il bambino alla donna 15 mila euro.