Lampedusa: ecco come vivono i tunisini Fotogallery

Soprattutto la zona del molo è occupata dai tunisini. Alcuni di loro, durante il giorno, si siedono sopra le barche ormeggiate. Cala pisana. Operazioni di imbarco. I tunisini vengono portati da pullman nei pressi della banchina. Qui vengono perquisiti e solo poi imbarcati. L'aula del consiglio comunale occupata dai cittadini. Bivacco di tunisini su una spiaggetta nei pressi del molo vecchio. Chi è riuscito a impadronirsi di un po' di spazio in questa zona è considerato un "privilegiato" rispetto a coloro che si sono dovuti accampare nella zona della cosiddetta "collina della vergogna". Striscione comparso sul molo la mattina dell'arrivo di Silvio Berlusconi. La mattina i pescatori italiani regalano qualche pesce ai tunisini. Molti sono giunti con qualche osso rotto. A tutti è stata prestata assistenza. I migranti sono molto preoccupati della loro sorte. Temono di essere rimpatriati. Per questo cercano di "tranquillizzare" gli italiani delle loro buone intenzioni. In questa immagine una scenetta organizzata da alcuni di loro a favore di telecamere. Ogni giorno ai tunisini vengono consegnati due pasti, dell'acqua e un pacchetto di sigarette. Anche una scheda telefonica. Ma molti di loro sono provvisti di cellulare. Le forze di polizia conducono ogni giorno gruppi di tunisini al centro di identificazione. In questa foto si vedono gli extracomunitari in fila spostarsi dalla zona della collina della vergogna verso una piazzola antistante il porto, dove verrà a prenderli un pullman. La mattina i tunisini si lavano usando le bottiglie d'acqua che vengono loro consegnate dai volontari. Qui, due ragazzi procedono nelle operazioni. Quello dell'igiene è uno dei problemi principali da affrontare. Quando gli extracomunitari erano ancora pochi, i lampedusani hanno aperto le porte di casa per far fare loro una doccia. Ma oggi, che i numeri sono straordinari, i migranti devono arrangiarsi alla meglio. Cala pisana, operazioni di imbarco. Come si vede nell'immagine, in basso, ci sono delle stringhe di scarpe e cinture. Queste, per ragioni di sicurezza, vengono fatte togliere ai tunisini, prima di imbarcarli.

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