La corsa verso Raqqa

Raqqa è considerata la «capitale» del sedicente Stato islamico. Dopo la conquista di Palmira da parte delle forze governative siriane ora l'obiettivo numero uno per le forze anti-Isis diventa la città in mano al Califfo. La cartina di Isw aiuta a orientarsi per comprendere la disposizione delle forze e delle strategie messe in campo.<br><br>

Verso Raqqa puntano sia le forze governative siriane sia la coalizione curdo-araba sostenuta dagli Usa. Chi la conquista per prima avrà ai futuri tavoli dei negoziati una formidabile carta in più da giocare. È per questo che Assad ha schierato le sue truppe migliori per la conquista di Palmira che sono entrate in città dopo i bombardamenti a tappeto (300 raid tra il 23 e il 26 febbraio) dei russi, dando una svolta al conflitto. Da qui, ora, le truppe governative punteranno verso Deir ez-Zouz e quindi verso Raqqa, magari sostenute da altre truppe provenienti da Aleppo.<br><br>

La mossa e le vittorie dei siriani hanno spiazzato gli Stati Uniti. In linea teorica, le truppe a loro «amiche» sono più vicine a Raqqa e gli Usa spingono i curdi a puntare verso la città. Ma qui si scontrano con due opposti problemi: da un lato, i curdi sono restii a uscire dai propri territori per entrare in quelli a maggioranza araba, aprendo così nuovi fronti; dall'altro, lo stesso alleato turco non smette di mettere i bastoni fra le ruote ai curdi, eterni nemici di cui stenta a fidarsi e a cui non vuole lasciare troppo terreno.<br><br>

Raqqa è considerata la “capitale” del sedicente Stato islamico. Dopo la conquista di Palmira da parte delle forze governative siriane – che vi sono riuscite grazie all’indispensabile aiuto dei russi – ora l’obiettivo numero uno per le forze anti-Isis diventa la città in mano al Califfo. La cartina di Isw aiuta a orientarsi per comprendere la disposizione delle forze e delle strategie messe in campo.

Verso Raqqa puntano sia le forze governative siriane sia la coalizione curdo-araba sostenuta dagli Usa. Chi la conquista per prima, avrà ai successivi tavoli negoziali una formidabile carta in più da giocare. È per questo che Assad ha schierato le sue truppe migliori per la conquista di Palmira che sono entrate in città dopo i bombardamenti a tappeto (300 radi tra il 23 e il 26 febbraio) dei russi, dando una svolta al conflitto. Da qui, ora, le truppe governative punteranno verso Deir ez-Zouz e quindi verso Raqqa, magari sostenute da altre truppe provenienti da Aleppo.

La mossa e le vittorie dei siriani hanno spiazzato gli Stati Uniti. In linea teorica, le truppe a loro “amiche” sono più vicine a Raqqa e gli USa spingono i curdi a puntare verso la città. Ma qui si scontrano con due opposti problemi: da un lato i curdi sono restii a uscire dai territori curdi per entrare in quelli siriani e aprire così nuovi fronti; dall’altro, lo stesso alleato turco non smette di mettere i bastoni fra le ruote ai curdi, eterni nemici di cui stentano a fidarsi.

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