In un anno la ricchezza netta delle famiglie si è ridotta del 3,4 per cento

Gli italiani hanno messo mano ai loro risparmi: in un anno la ricchezza netta si è ridotta del 3,4 per cento. Lo certifica la Banca d'Italia nel Supplemento al Bollettino Statistico numero 65 del 13 dicembre 2012. Alla fine del 2011 la ricchezza netta delle famiglie italiane risulta, infatti, pari a circa 8.619 miliardi di euro, corrispondenti a poco più di 140 mila euro pro capite e 350 mila euro in media per famiglia. Nel 2010 era pari a 8.926 miliardi. Ma dalla fine del 2007, quando ha toccato il massimo storico, la ricchezza delle famiglie è calata del 5,8 per cento. Le attività reali (come immobili e terreni) rappresentano il 62,8 per cento del totale delle attività, le attività finanziarie (come titoli del debito e azioni) il 37,2 per cento. Le passività finanziarie (come i mutui e i debiti al consumo), pari a 900 miliardi di euro, rappresentavano il 9,5 per cento delle attività complessive. Secondo stime preliminari, nel primo semestre del 2012 la ricchezza netta delle famiglie italiane sarebbe ulteriormente diminuita, dello 0,5 per cento in termini nominali rispetto alla fine dello scorso dicembre.
Nel confronto internazionale le famiglie italiane mostrano un’elevata ricchezza netta, pari, nel 2010, a 8 volte il reddito disponibile, contro l’8,2 del Regno Unito, l’8,1 della Francia, il 7,8 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 5,3 degli Stati Uniti. Esse risultano inoltre relativamente poco indebitate, con un  ammontare dei debiti pari al 71 per cento del reddito disponibile (in Francia e in Germania è di circa il 100 per cento, negli Stati Uniti e in Giappone è del 125 per cento, nel Canada del 150 per cento e nel Regno Unito del 165 per cento). A fine 2011 le attività reali detenute dalle famiglie italiane ammontavano a 5.978 miliardi di euro. Le abitazioni rappresentavano l’84 per cento del totale delle attività reali (pari a 5 mila miliardi) e i fabbricati non residenziali quasi il 6 per cento. Impianti, macchinari, attrezzature, scorte e avviamento incidevano per il 4 per cento, mentre i terreni e gli oggetti di valore ammontavano rispettivamente a poco più del 4 e del 2 per cento. La diminuzione della ricchezza in abitazioni rispetto al 2010 è risultata pari all’1,4 per cento. Alla fine del 2011 le attività finanziarie ammontavano a oltre 3.500 miliardi di euro. Quasi il 42 per cento era detenuto in obbligazioni private, titoli esteri, prestiti alle cooperative, azioni e altre  partecipazioni e quote di fondi comuni di investimento. Il contante, i depositi bancari e il risparmio postale rappresentavano quasi il 31 per cento del complesso delle attività finanziarie; la quota investita direttamente dalle famiglie in titoli pubblici italiani era pari al 5,2 per cento. Le riserve tecniche di assicurazione, che rappresentano le somme accantonate dalle assicurazioni e dai fondi pensione per future prestazioni in favore delle famiglie, ammontavano al 19,2 per cento del totale delle attività finanziarie. A fine 2011 le passività finanziarie delle famiglie italiane, pari a 900 miliardi di euro erano costituite per circa il 42 per cento da mutui per l’acquisto dell’abitazione; la quota di indebitamento per esigenze di consumo ammontava a circa il 13,6 per cento, le rimanenti forme di prestiti al 20 per cento così come i debiti commerciali e gli altri conti passivi.

In un anno la ricchezza netta delle famiglie si è ridotta del 3,4 per cento, ma negli ultimi anni, come si vede dal grafico, tende a rimanere stabile. Lo certifica la Banca d’Italia nel Supplemento al Bollettino Statistico numero 65 del 13 dicembre 2012. Alla fine del 2011 la ricchezza netta delle famiglie italiane risulta, infatti, pari a circa 8.619 miliardi di euro, corrispondenti a poco più di 140 mila euro pro capite e 350 mila euro in media per famiglia. Nel 2010 era pari a 8.926 miliardi. Ma dalla fine del 2007, quando ha toccato il massimo storico, la ricchezza delle famiglie è calata del 5,8 per cento. Le attività reali (come immobili e terreni) rappresentano il 62,8 per cento del totale delle attività, le attività finanziarie (come titoli del debito e azioni) il 37,2 per cento. Le passività finanziarie (come i mutui e i debiti al consumo), pari a 900 miliardi di euro, rappresentavano il 9,5 per cento delle attività complessive. Secondo stime preliminari, nel primo semestre del 2012 la ricchezza netta delle famiglie italiane sarebbe ulteriormente diminuita, dello 0,5 per cento in termini nominali rispetto alla fine dello scorso dicembre.
Nel confronto internazionale le famiglie italiane mostrano un’elevata ricchezza netta, pari, nel 2010, a 8 volte il reddito disponibile, contro l’8,2 del Regno Unito, l’8,1 della Francia, il 7,8 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 5,3 degli Stati Uniti. Esse risultano inoltre relativamente poco indebitate, con un ammontare dei debiti pari al 71 per cento del reddito disponibile (in Francia e in Germania è di circa il 100 per cento, negli Stati Uniti e in Giappone è del 125 per cento, nel Canada del 150 per cento e nel Regno Unito del 165 per cento).

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