Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241
Direttore responsabile
Emanuele Boffi
I dati sull’andamento del Prodotto interno lordo e del debito pubblico cinesi sono discutibili e questo si sa. A volte, forse, anche esagerati, piuttosto che contenuti, ad arte. Solo per fare un esempio, pochi giorni fa, l’Ufficio nazionale di statistica ha stimato che il Pil cinese è pari a 51,9 trilioni di yuan, mentre la somma del Pil delle 31 province cinesi ammonta a 57,6 trilioni. Un’incongruenza non da poco. E subito si sono scatenate le ironie del web sulla presunta provincia fantasma… ma ad ogni modo non mancano segnali che dovrebbero far preoccupare i vertici del Partito comunista cinese. Come si evince da un grafico del Wall Street Journal, infatti, il governo ha esteso, nell’ultimo anno, il credito ai privati in maniera molto più importante di quanto non stia crescendo il Pil, affidandosi, oltretutto, a un sistema di finanziamenti ombra parallelo alle banche. Secondo il Wsj, infatti, il credito delle banche al settore privato, famiglie e imprese, è stato pari nel 2012 al 135,7 per cento del Pil. Ma, considerando gli opachi canali con cui il governo finanzia gli investimenti in infrastrutture nel paese, il credito concesso raggiungerebbe, in realtà, una percentuale del 198 per cento sul Pil. Squilibri che hanno portato Fitch a declassare il debito pubblico della Cina da AA- ad A+.
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