In Cina il debito pubblico è fuori controllo e i dati economici sono manipolati

I dati sull'andamento del Prodotto interno lordo e del debito pubblico cinesi sono discutibili e questo si sa. A volte, forse, anche esagerati, piuttosto che contenuti, ad arte. Solo per fare un esempio, pochi giorni fa, l'Ufficio nazionale di statistica ha stimato che il Pil cinese è pari a 51,9 trilioni di yuan (circa 6,3 trilioni di euro), mentre la somma del Pil delle 31 province cinesi ammonta a 57,6 trilioni. Un'incongruenza non da poco. E subito si sono scatenate le ironie del web sulla presunta provincia fantasma... ma ad ogni modo non mancano segnali che dovrebbero far preoccupare i vertici del Partito comunista cinese. Come si evince da un grafico del Wall Street Journal, infatti, il governo ha esteso, nell'ultimo anno, il credito ai privati in maniera molto più importante di quanto non stia crescendo il Pil, affidandosi, oltretutto, a un sistema di finanziamenti ombra parallelo alle banche. Secondo il Wsj, infatti, il credito delle banche al settore privato, famiglie e imprese, è stato pari nel 2012 al 135,7 per cento del Pil. Ma, considerando gli opachi canali con cui il governo finanzia gli investimenti in infrastrutture nel paese, il credito concesso raggiungerebbe, in realtà, una percentuale del 198 per cento sul Pil. Squilibri che hanno portato Fitch a declassare il debito pubblico della Cina da AA- ad A+. Ma a quanto ammonta il debito pubblico cinese? Le statistiche più note parlano del 49,2 per cento del Pil, ossia poco più di 25 trilioni di yuan (più di 3 trilioni di euro). E a pesare in maniera consistente su di esso sarebbe il debito del livello di governo locale che, secondo China Daily, costituisce il 44 per cento del debito totale, pari a 10,7 trilioni di yuan (1,3 trilioni di euro). Si tratta, però, di un importo che, secondo altre fonti, ammonterebbe a una cifra non ben definita e compresa tra i 10 e i 20 trilioni di yuan. Il che lascia pensare anche che il debito pubblico cinese possa essere molto maggiore di quanto ufficialmente dichiarato. Ed è di oggi la notizia, riportata in un grafico dell'Economist, secondo cui, entro l'anno prossimo, il Pil derivante dall'industria, potrebbe essere raggiunto (al 45 per cento del totale) e superato da quello prodotto dal settore terziario. Mentre la porzione di reddito derivante dall'agricoltura è in calo verso il 10 per cento del totale. L'Economist, però, fa notare, che in una qualsiasi economia avanzata al livello della Cina, la percentuale di Pil prodotta dai servizi ammonta al 55, se non addirittura al 60 per cento, del totale. Un motivo di ulteriore preoccupazione sulla veridicità dei dati economici cinesi

I dati sull’andamento del Prodotto interno lordo e del debito pubblico cinesi sono discutibili e questo si sa. A volte, forse, anche esagerati, piuttosto che contenuti, ad arte. Solo per fare un esempio, pochi giorni fa, l’Ufficio nazionale di statistica ha stimato che il Pil cinese è pari a 51,9 trilioni di yuan, mentre la somma del Pil delle 31 province cinesi ammonta a 57,6 trilioni. Un’incongruenza non da poco. E subito si sono scatenate le ironie del web sulla presunta provincia fantasma… ma ad ogni modo non mancano segnali che dovrebbero far preoccupare i vertici del Partito comunista cinese. Come si evince da un grafico del Wall Street Journal, infatti, il governo ha esteso, nell’ultimo anno, il credito ai privati in maniera molto più importante di quanto non stia crescendo il Pil, affidandosi, oltretutto, a un sistema di finanziamenti ombra parallelo alle banche. Secondo il Wsj, infatti, il credito delle banche al settore privato, famiglie e imprese, è stato pari nel 2012 al 135,7 per cento del Pil. Ma, considerando gli opachi canali con cui il governo finanzia gli investimenti in infrastrutture nel paese, il credito concesso raggiungerebbe, in realtà, una percentuale del 198 per cento sul Pil. Squilibri che hanno portato Fitch a declassare il debito pubblico della Cina da AA- ad A+.

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