Ex Guardia Rossa cinese: «Chiedo scusa per i delitti commessi durante la Rivoluzione Culturale»

«Con il passare del tempo mi sono reso conto dei peccati commessi durante la Rivoluzione culturale. Non posso dimenticare il male fatto». Così Liu Boqin, ex Guardia Rossa del Partito comunista cinese, ha scritto sul mensile Yanhuang Chunqiu dello Shandong per chiedere scusa di tutti i delitti commessi durante la Rivoluzione Culturale. «Ero giovane, ingenuo e facilmente influenzabile, non sapevo distinguere il bene e il male». Liu ha comprato una pagina pubblicitaria sul giornale per pubblicare una lettera in cui si scusa per i professori che ha picchiato, «sputandogli in faccia e perseguitandoli» tra il 1966 e il 1976. In Cina oggi la Rivoluzione Culturale è stata parzialmente bollata ufficialmente come un «errore di Mao Zedong». L'attuale presidente Xi Jinping ha però detto quest'anno che le aperture economiche del paese non devono essere viste come «un rifiuto delle politiche di Mao». Parole che hanno fatto scalpore tra i liberali e che hanno portato molti attivisti a parlare di un possibile «ritorno al Maoismo» da parte della Cina.

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