Acciaio, tra crisi economica e caos Ilva prodotte 1,3 milioni di tonnellate in meno

L'Italia perde l'acciaio. La produzione di acciaio in Italia nel primo trimestre del 2013, secondo dati Federacciai, è stata di sole 6,2 milioni di tonnellate, per un calo del 17,2 per cento sullo stesso periodo del 2012. Che significa una perdita pari a circa 1,3 milioni di tonnellate prodotte. Nella tabella del Sole 24 Ore inoltre si può notare come la produzione d'acciaio nell'Unione europea sia calata solo del 5,3 per cento su un totale di 41,5 milioni di tonnellate prodotte. A conferma del fatto che sulle prestazione del comparto in Italia hanno pesato le vicende dell'Ilva di Taranto. In nessun altro paese Ue, infatti, c'è stata una flessione pari a quella Italiana: in Francia, per esempio, il calo è stato del 4,1 per cento, per un totale di 4 milioni di tonnellate d'acciaio prodotte, in Spagna del 3,6 per cento su 3,6 milioni di tonnellata prodotte e in Germania (che è il primo produttore dell'Ue con 10,8 milioni di tonnellate) dello 0,3 per cento. Hanno guadagnato quote di mercato il Regno Unito (+43,4 per cento per 1,5 milioni di tonnellate prodotte) e l'Austria (+1,4 per cento).

L’Italia perde l’acciaio. La produzione di acciaio in Italia nel primo trimestre del 2013, secondo dati Federacciai, è stata di sole 6,2 milioni di tonnellate, per un calo del 17,2 per cento sullo stesso periodo del 2012. Che significa una perdita pari a circa 1,3 milioni di tonnellate prodotte. Nella tabella del Sole 24 Ore inoltre si può notare come la produzione d’acciaio nell’Unione europea sia calata solo del 5,3 per cento su un totale di 41,5 milioni di tonnellate prodotte. A conferma del fatto che sulle prestazione del comparto in Italia hanno pesato le vicende dell’Ilva di Taranto. In nessun altro paese Ue, infatti, c’è stata una flessione pari a quella Italiana: in Francia, per esempio, il calo è stato del 4,1 per cento, per un totale di 4 milioni di tonnellate d’acciaio prodotte, in Spagna del 3,6 per cento su 3,6 milioni di tonnellata prodotte e in Germania (che è il primo produttore dell’Ue con 10,8 milioni di tonnellate) dello 0,3 per cento. Hanno guadagnato quote di mercato il Regno Unito (+43,4 per cento per 1,5 milioni di tonnellate prodotte) e l’Austria (+1,4 per cento).

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