La mossa dei medici della mutua inglesi, di fare delle “death list” tra i propri pazienti malati terminali, non è piaciuta al governo. Tremila medici sono stati redarguiti dal ministero della Salute, per aver messo il nome di ben 7 mila pazienti su questa potenziale “End of life care registers”, senza obbligo di informare il malato di questa decisione.
MEDICI CRISTIANI. Un esponente del Christian medical fellowship, un’associazione che raduna i medici cristiani britannici, si è detto molto preoccupato visto che qualsiasi medico, visitando, fa una previsione delle prospettive di vita, ma non sempre questa è esatta. «Se si tratta di pochi giorni di vita, un medico esperto non ha problemi a prevederlo. Ma se invece si parla di mesi, è difficile stabilire con precisione se siano tre o quattro, anche se per il paziente è un’informazione vitale. Quanto potrebbe quindi essere sbagliato inserirlo in una “death list” con questa imprecisione?», chiede il dr Peter Saunders, della Christian fellowship.
IL PAZIENTE IGNARO. I pazienti aspiranti suicidi (a loro insaputa) sono 7723. A 2534 di questi sono state diagnosticate malattie diverse dal cancro, mentre 3531 di loro sarebbero tendenzialmente favorevoli a fare un testamento biologico (ma non di morire). I medici che hanno fatto il report continuano a ribadire di non essere obbligati a dover informare i familiari che il loro assistito potrebbe aver preso questa decisione. Il dipartimento della Salute ha specificato che è vero che al momento non c’è obbligo da parte dei medici di informare i pazienti dell’esistenza di questa lista, e che quindi tali nomi non verranno scelti per potenziali programmi di fine vita. «Anche se la maggior parte delle persone ci dice che preferirebbe morire nel proprio letto, a casa propria, piuttosto che in un letto di ospedale. I medici generici vorrebbero fare in modo di preparare un piano in questo senso». Ora la palla passa al Parlamento.