Eterologa. Pontificia accademia per la vita: «Decisione che suscita sconcerto». Roccella: «Presenterò proposta di legge»

Di Redazione
09 Aprile 2014
Monsignor Pegoraro: «Comporterà una cascata di conseguenze difficili da gestire e molti problemi per la tutela della vita e l'equilibrio della coppia». Il ministro Lorenzin: «Questioni che non si possono regolare solo con atti amministrativi»

Dopo la bocciatura giunta oggi della Corte costituzionale a quella parte della legge 40 che vietava il ricorso all’eterologa, la Pontificia Accademia per la vita, attraverso il suo Cancelliere, monsignor Renzo Pegoraro, ha dichiarato che la decisione della Consulta «suscita molto sconcerto e gravi perplessità perché questo divieto determinava una serie di garanzie soprattutto per il nascituro, a tutela della chiara identità dei genitori, con le relative responsabilità. La possibilità che ci sia una terza figura, spesso maschile, quindi una distinzione tra paternità biologica e una affettiva e sociale nella stessa coppia crea dei problemi».
Monsignor Pegoraro ha anche sottolineato che la decisione della Consulta «comporterà una cascata di conseguenze difficili da gestire», oltre a «molti problemi per la tutela del nascituro, l’equilibrio della coppia, nonché conseguenze di carattere giuridico».

LORENZIN: «SERVE UNA DECISIONE PARLAMENTARE». Ha espresso perplessità sulla sentenza di oggi anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, notando che «sono questioni che non si può pensare di regolare con un atto di tipo amministrativo, ma necessitano una condivisione più ampia, di tipo parlamentare». Il ministro ha infatti annunciato che «alla luce delle motivazioni della Consulta al più presto comunicheremo la road map per l’attuazione della sentenza. Ma l’introduzione della fecondazione eterologa nel nostro ordinamento è un evento complesso che difficilmente potrà essere attuato solo mediante decreti».
Le perplessità del ministro nascono anche dal fatto che «ci sono alcuni aspetti estremamente delicati che non coinvolgono solamente la procedura medica, ma anche problematiche più ampie, come ad esempio l’anonimato o meno di chi cede i propri gameti alla coppia e il diritto di chi nasce da queste procedure a conoscere le proprie origini e la rete parentale come fratelli e sorelle».

ROCCELLA: PRESENTO PROPOSTA DI LEGGE. La deputata Ncd Eugenia Roccella ha emanato una nota: «La sentenza di oggi non è una soluzione per le coppie ma apre nuovi gravi problemi che la legge 40, una legge equilibrata che aveva dato buoni risultati, aveva finora evitato. Con l’abolizione del divieto di fecondazione eterologa cade una delle più importanti garanzie a tutela del bambino: cade il diritto di ogni nato a crescere con i genitori naturali che lo hanno generato, e iniziano le pressioni per introdurre anche nel nostro paese quella compravendita dei gameti senza la quale la fecondazione eterologa difficilmente può essere attuata, o per introdurre magari anche l’utero in affitto. Si apre ora uno scenario problematico a cui si dovrà dare una risposta di tipo legislativo, sarà quindi compito del Parlamento trovare una sintesi su tanti nuovi quesiti che ora sono aperti. Presenterò nei prossimi giorni una proposta di legge per fare fronte alle molte questioni che questa sentenza della Consulta lascia aperte, come il diritto del bambino a conoscere le proprie origini, o come il rischio che, anche in Italia, si crei un mercato del corpo umano (dalla compravendita degli ovociti all’utero in affitto) analogo a quello che già esiste a livello internazionale, con gravi forme di sfruttamento delle donne giovani e povere».

Articoli correlati

13 commenti

  1. valeria46

    Non riesco nemmeno ad arrabbiarmi. Provo solamente un grande senso di tristezza e di sgomento nel constatare, leggendo molti commenti, di come ormai in molti abbiano la testa piena di fumo sulfureo e non sono piu’ in grado di riconoscere la realta’ compresi “quelli” della corte costituzionale. Non si rendono conto che, quando meno se l’aspetteranno, saranno chiamati a rispondere di tanta stoltezza perche’ non si puo’ giocare con la vita altrui impunemente.

  2. Fabrizio Viola

    Qual’è la vera posta in gioco lo si capisce se si considera i diversi ruoli riproduttivi dei due sessi (sessi,non “generi”)e si riconosce la evidente disparità che rende il maschio sostanzialmente dipendente dalla femmina.l’eterologa è ripugnante non perchè offende la natura ma perchè abbassa il maschio a semplice funzione di fuco.E non mi si dica che non conta la genitorialità biologica perchè sennò non si capisce il motivo per cui ciò che non è valido per l’uno lo debba essere invece per l’altra.Qualcuno potrebbe obiettare che un uomo potrebbe comprare un ovocita da una donna e poi affittare l’utero di un’altra.Ma a parte l’evidente natura aberrante di queste pratiche che rendono tutto “merce”,bambini compresi,si capisce subito che questa modalità è infinitamente più impegnativa ed economicamente più gravosa di quella implicita nella donazione(si fa per dire) di sperma.L’adozione allora non sarebbe la migliore soluzione?? Certo che dietro queste pratiche biotech ci devono essere enormi interessi economici che hanno tutto l’interesse a influenzare il clima culturale.

  3. filomena

    Ma é possibile che per diventare un paese civile bisogna ricorrere ai magistrati?

    1. Raffaele

      Ma è possibile che debbano essere dei magistrati a decidere cosa sia civile per gli italiani?

      1. filomena

        Evidentemente i parlamentari….non ci arrivano’ che ti devo dire. Sono troppo condizionati dalla vicina santa sede che in quanto a intromissioni nella politica non ha nulla da invidiare a nessuno

        1. Raffaele

          Ah giusto, quando le leggi non ci piacciono, sono condizionate dalla Santa Sede. [Sul fatto che il sillogismo sottostante (legge in accordo con la Santa Sede => legge imposta dalla Santa Sede) sia in realtà un paralogismo, cioè sia fallace, lasciamo al lettore la dimostrazione].
          In ogni caso, bisognerebbe una volta per tutte correggere la nostra democrazia parlamentare: consente addirittura che le posizioni del legislatore siano in accordo con quelle della Santa Sede! Che paese di talebani…

          1. Davide Checchi

            Vorrei solo sottolineare all’utente Filomena che la vecchia legge 40, fatta a pezzi a colpi di sentenze, NON era una legge cattolica, nè in alcun modo poteva essere approvata dalla Santa Sede.

            Dal punto di vista della Chiesa, qualsiasi fecondazione in vitro è un male, perchè provoca la produzione e la distruzione consapevole di migliaia di embrioni, perchè scinde la procreazione dall’atto di amore, perchè il figlio non è un diritto da reclamare (e per altre ragioni che non sto qui ad approfondire). Anche per questa ragione Ruini invitò i cattolici all’astensione al referendum, in quanto in alcun modo la legge 40 poteva essere difesa da un cattolico.

            Se davvero l’Italia dipendesse dalla Santa Sede, allora nell’ordinamento giuridico non ci sarebbe mai stata una legge 40/2004, ma una legge diversa, che avrebbe vietato in ogni caso il ricorso alla fecondazione in vitro.

            Saluti

          2. Nino

            Davide ha ragione, la chiesa è contro tutte le tecniche di fecondazione assistita, ma dimentica di dire che la legge fu fatta proprio perchè, essendoci una “vacatio legis”, ognuno poteva fare come credeva, e il parlamento sentì l’esigenza di “regolamentare” l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita (fare una legge che la proibisse francamente era un po’ troppo perfino per l’italia conservatrice,).

            Così la legge fu fatta e, con la “scusa” di regolamentare, si misero così tanti paletti da rendere il ricorso alla fecondazione assistita estremamente difficoltoso. Paletti che evidentemente erano troppo stretti, tanto che nel tempo sono stati quasi tutti smantellati da sentenze della Corte Costituzionale

          3. Su Connottu

            Nino,
            anche tu dimentichi di dire che con la legge 40 le forme di fecondazione assistita consentite sono passate sotto la tutela e la copertura del SSN.
            Prima della legge 40 chi voleva la fecondazione assistita, con qualunque tecnica, doveva pagarsela.
            Qundi non è corretto dire che la legge 40 è servita solo a mettere ordine in una specie giungla, cosa per altro più che opportuna.

    2. beppe

      filomena la parola civiltà in bocca a te è come la famosa perla del porco.

      1. filomena

        Se essere civili significa sostenere le tue tesi dettate dal vaticano allora preferisco essere incivile con o senza perle.

    3. giovanna

      Filomena, ti rendi lontanamente conto che il tuo commento è da fascista? Senza offesa per i fascisti !

I commenti sono chiusi.