La mostra del Meeting Enjoy the game presenta attraverso videoclip aneddoti significativi di quattro grandi icone della storia delle discipline sportive; Jesse Owens, indiscussa leggenda afroamericana del salto in lungo, Roger Federer, rinomato campione di tennis svizzero, Kobe Bryant, cestista afroamericano il cui nome merita un posto di rilievo negli annali del basket, e Valentino Rossi, uno dei piú grandi motociclisti di tutti i tempi.
L’esposizione ha riscosso una popolaritá enorme; uno sterminato passaparola si è riscontrato tra visitatori e lavoratori di tutta le etá, soprattutto giovani ed adolescenti. Le risposte dello staff organizzatore di Enjoy the game ci aiuteranno a capire perché l’evento in questione ha goduto di tanto successo.
La prima domanda è relativa a ció che vi ha portato a dare vita questa grande iniziativa. Cosa vi ha spinto a realizzarla?
Quello che ci ha mosso è stata la provocazione nata dal titolo del Meeting. Leggendolo, abbiamo provato a pensare ad una cosa che ci rende felici. Lo sport appunto, ma ci siam chiesti cos’ha esso a che fare con la nostra felicitá. Per noi, la risposta era implicita nella nostra quotidianitá, per esempio le gioie davanti ad una partita di calcio, ai bambini che alcuni di noi allenano, eccetra… La cosa interessante è stata scoprire che lo stesso fattore è presente nei grandi campioni che hanno fatto la storia dello sport. Perció abbiam voluto offrire il loro esempio ai visitatori, affinché anche loro potessero essere colpiti nel profondo.
Riguardo a ciascuno dei quattro atleti, vi andrebbe di raccontare quale sfaccettatura della loro personalitá vi è rimasta piú impressa?
A noi di Federer colpisce la disponibilitá a cambiare, che sia sempre incline a mettere tutto in discussione ed imparare da zero. Di Vale il voler trasmettere ai motociclisti piú giovani la passione della sua disciplina, per cui vive e di cui non potrá mai fare a meno. Di Kobe l’umiltá; come si puó intravedere in una lettera che lui ha dedicato alla pallacanestro, umiltá e gratitudine gli appartengono in tutto e per tutto. Di Owens l’umanitá, che traspare soprattutto con il campione europeo di salto in lungo Luz Long.
Quattro discipline differenti, quattro contesti differenti… quali sono i fattori che hanno in comune questi quattro uomini?
Ció che unisce i quattro campioni è l’amore smisurato per gli sport che praticano e l’espressione di una bellezza “cinetica”, come la definisce David Foster Wallace nel saggio Federer come esperienza religiosa. Secondo l’autore, la bellezza cinetica si verifica quando “la sua forza e la sua attrattiva sono universali”. Inoltre l’umiltá che hanno in tutti i loro gesti, è fonte di una profonda crescita interiore, come sportivi, ma soprattutto come uomini.
Non sono soltanto dei grandi campioni, ma un valido esempio per tutti noi. In che modo possono costituire dei punti di riferimento per noi fondamentali?
Loro ci insegnano che un desiderio di felicitá non basta; occorre prenderlo molto sul serio, e mobilitarci al massimo al fine di realizzarlo, e soprattutto di realizzarci. Le vicende umane di queste leggende ci invitano a metterci in gioco. Ad applicarci a pieno, ad impiegare tutto il nostro essere.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi