Non tutti gli arabi, non tutti i musulmani detestano la Blackwater, la compagnia privata militare americana che in Iraq e in Afghanistan ne ha combinate più di Bertoldo in Francia: Mohammed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan, principe della corona e governante di fatto degli Emirati Arabi Uniti, la apprezza a tal punto da averle affidato la creazione di un piccolo esercito di 800 mercenari stranieri che dovranno garantire la sicurezza dell’emirato sui fronti più delicati. Cioè le minacce terroristiche, le interferenze iraniane, eventuali proteste di piazza per la democrazia, scioperi violenti dei lavoratori stranieri, che vivono in condizioni molto meno che ottimali nei cantieri nel deserto.
Anche se il progetto ha preso forma nella primavera dello scorso anno, molto prima che i moti popolari contro le autocrazie si manifestassero in molti paesi arabi. L’operazione è talmente rilevante che lo stesso fondatore di Blackwater, l’ex navy seal Erik Prince, si è trasferito dalla fine dello scorso anno ad Abu Dhabi, e che si parla di un contratto da 529 milioni di dollari.
Blackwater ha cambiato nome due volte negli ultimi quattro anni, ribatezzandosi prima Blackwater International e poi, due anni fa, Xe Services LLC. Prince non è più capo del Consiglio d’amministrazione e in nessun contratto figura il suo nome, ma dietro il megacontratto con gli Emirati c’è sicuramente lui. I cambiamenti di nome non sono stati effettuati solo per cancellare le tracce delle controversie sorte a causa delle attività in Iraq, ma anche per segnalare lo spostamento del core business dell’azienda dall’iniziale fornitura di guardie del corpo ad attività più orientate all’addestramento di personale locale e alla fornitura di servizi tecnologicamente avanzati. Ma la creazione di una “legione straniera” a disposizione di un governo arabo ha tutta l’aria di una nuova frontiera: per crearla Prince ha attirato negli Emirati reduci americani dell’Iraq e dell’Afghanistan offrendo loro stipendi annui da 200 mila dollari, e reclutando soldati soprattutto in America Latina: la maggioranza assoluta delle 580 reclute giunte finora ad Abu Dhabi (dove guadagnano 150 dollari al giorno) è costituita da colombiani.
In Iraq la licenza operativa di Blackwater è stata sospesa – senza effetti reali – dal governo di Baghdad dopo il sanguinoso incidente di piazza Nisour nel settembre 2007, allorchè 14 civili iracheni persero la vita per il fuoco aperto da agenti della Blackwater senza giustificato motivo, dopo l’esplosione di un’autobomba. La compagnia continua a fornire sicurezza ai diplomatici americani e di altri Stati presenti nel paese. Fra il 2005 e il settembre 2007 operativi della Blackwater sono stati coinvolti in Iraq in 195 scontri a fuoco, 163 dei quali da loro iniziati. Le guardie licenziate per uso inappropriato delle armi sono 28. La prima battaglia di Fallujah (aprile 2004) fu innescata dal massacro e dall’esposizione dei corpi di 4 dipendenti della Blackwater il giorno 24 marzo. Per quei morti la Blackwater è stata portata in giudizio negli Usa dai parenti, per avere esposto il suo personale a rischio eccessivo; Blackwater/Xe ha pagato negli Usa 42 milioni di dollari di sanzioni comminate per aver esportato armi e aver addestrato personale militare straniero senza autorizzazione, per un totale di 288 violazioni. Negli Usa è stato recentemente riaperto un processo per l’eccidio di piazza Nisour, mentre non ci sono notizie su cause legali intentate presso tribunali iracheni.
Secondo fonti del New York Times, se la creazione del primo battaglione di “legione straniera” negli Emirati Arabi Uniti andrà in porto, il governo locale firmerà un contratto molto più ricco per la creazione di un’intera brigata con migliaia di uomini, e per la creazione di un grande centro di addestramento gestito dalla Xe Services rivolto anche ai paesi vicini.