Dove eravamo rimasti? Questa rubrica riprende dopo una giornata di sospensione (lo sport è la prima cosa che salta nei giornali anche se voi siete più interessati a quello che dico io che a quello che dice Addis: messaggio per il direttore) e abbiamo doppiato la terza di campionato. Quando non eravamo collegati, Luciano Gaucci ha costretto alle dimissioni la prima donna allenatrice di professionisti: Carolina Morace se n’è andata dalla Viterbese (serie C1) perché Lucianone le voleva licenziare i vice. Una sua vecchia tattica per costringere il tecnico alle dimissioni. Luciano Gaucci, da tutti vituperato per i suoi metodi e le sue orribili camicie, merita un tentativo di riabilitazione. Gauccione sta a certi presidenti o amministratori delegati delle grandi società, come don Vito Corleone del “Padrino” stava ai boss della nuova mafia. Con i suoi ritiri, i suoi silenzi stampa, le sue pedalate propiziatorie ai Santuari mariani, le sue continue intromissioni nella conduzione tecnica, Gauccione è un vecchio e un po’ sorpassato padrone delle ferriere, un anziano boss che non vuole avere nulla a che fare con le moderne droghe del calcio. Fanno più paura certi affilati e spietati tecnocrati del pallone 2000, con il merchandising, il marketing, internet, e il soldo come unico dio.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi