Il cittadino Stefano Rodotà rimprovera il Parlamento che ha concesso «un ruolo civile alla Chiesa». Prossimamente proporrà la Costituzione civile del Clero per trasformare preti e cattolici finalmente in cittadini e proporrà l’abrogazione almeno degli artt. 2 («La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità»), 7 («Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani») e 19 («Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto») della Costituzione repubblicana. Per il momento, per difendere la Rivoluzione (laicista), ricorrerà al Comitato di salute pubblica (pardon, Corte costituzionale) per sollevare una questione di legittimità costituzionale sulla legge 40. E che ne farà il novello Robespierre dei poveri vandeani-astensionisti?
Alessandro Nember, via Internet
Scusi, ma uno che va in giro con quella faccia lì e va in televisione a vantarsi di andare in giro col testamento biologico in tasca, le sembra Nosferatu, pardon, Robespierre?
Gentile direttore, un pezzo non firmato pubblicato su Tempi del 16 giugno e intitolato “Contro Amnesty”, contiene affermazioni molto nette sulla perdita di apoliticità, indipendenza e autorevolezza di Amnesty International. Noi riteniamo che le modalità con cui viene contrastato il terrorismo violino per molti aspetti i diritti umani e, in tal modo, risultino inefficaci rispetto all’obiettivo di rendere il mondo più sicuro: è legittimo contestare questa valutazione, ma non si può accusare Amnesty di aver assunto «toni apertamente politici» contro gli Usa. Sul paragone Guantánamo-Gulag, è stato ampiamente spiegato dalla nostra Segretaria generale che si trattava di una metafora. Si può discutere sull’opportunità o meno di ricorrere ad affermazioni di questo genere, ma non si può prenderle a pretesto per attaccare un’organizzazione che, proprio insieme ai dissidenti, ha contribuito a rivelare l’orrore dei gulag sovietici al mondo. Immagino che anche Lei avrà potuto leggere, come me, la trascrizione integrale dell’intervista di William Schulz, direttore della sezione statunitense di Amnesty International, a Fox News, ampiamente citata nell’articolo di Tempi. Il testo mostra chiaramente che Schulz non è stato costretto a confermare, ma ha serenamente ammesso di aver contribuito, come privato cittadino, alle campagne elettorali di John Kerry e Ted Kennedy. Schulz spiega anche che la ricerca sulle violazioni dei diritti umani negli Usa non viene condotta – come prevede lo Statuto mondiale di Amnesty – da personale della sezione statunitense, proprio a garanzia di quella indipendenza e imparzialità che la nostra associazione non ha affatto perso. Infine, Tempi cita il Wall Street Journal, che accusa Amnesty di aver diffuso un appello in favore di un iracheno detenuto in Giordania, poi risultato essere un operativo di al-Qaida. L’appello non era ovviamente per la liberazione, ma chiedeva garanzie che il prigioniero non fosse torturato: garanzie che, fino a quando il diritto internazionale dei diritti umani avrà ancora un senso, spettano anche ai terroristi.
Riccardo Noury, Portavoce Amnesty International, Sezione Italiana
Scusi, ma se avessimo scritto che Amnesty è la ‘Ndrangheta del XXI secolo, come l’avreste presa voi la nostra metafora? Perciò, ascolti il nostro consiglio e dica alla sua Segretaria Generale che dovrebbe avere semplicemente il buon gusto di ammettere che ha detto una stupidaggine e chiedere scusa all’America. Quanto alla politicizzazione di Amnesty il nostro è più che un sospetto. Abbiamo già scritto sui vostri strani comunicati (per esempio sulla pena di morte) e non vorremmo star qui a rivangare le stranezze (per esempio il fatto che voi denunciate che «il 97 per cento di tutte le esecuzioni capitali conosciute hanno avuto luogo in Cina, Iran, Vietnam e Stati Uniti» ma evitate di segnalare il non piccolo dettaglio che l’89,5 per cento di tutte le esecuzioni capitali conosciute hanno avuto luogo in Cina). Di nuovo c’è soltanto che Rodolfo Casadei, autore del pezzo non firmato, ci prega di farvi sapere che il direttore della sezione statunitense di Amnesty, William Schulz, è stato per anni dirigente nel consiglio di amministrazione di Planned Parenthood of America, un’organizzazione favorevole alla diffusione della contraccezione e dell’aborto cui sono stati tagliati fondi pubblici dopo la vittoria elettorale di G. W. Bush nel 2001.