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Lettere al direttore

Don Villa, come si fa una scuola?

Emanuele Boffi
16/09/2022 - 8:00
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Caro direttore, il grande, tenero, appassionato, tenace e fedele don Antonio Villa non è più temporaneamente tra di noi. Un altro “santo” è salito a vedere direttamente il volto di Colui per il quale ha donato tutta la sua fecondissima vita. Un altro “santo” è salito a raggiungere l’ormai numerosa compagnia dei servi di Dio don Luigi Giussani, Enzo Piccinini e Andrea Aziani e di don Fabio Baroncini, di don “Ciccio”, di Pier Alberto Bertazzi, di Leo Aletti, di don Luigi Maquignaz, di Pigi Bernareggi e di tanti nostri amici che, come dicono gli alpini, sono andati avanti.

L’animo di intelligente fanciullezza, nutrito da una fede amorosa nel suo buon Gesù, lo ha portato, in tutta la sua lunga vita, ad accogliere ogni bisognoso ed a consolare ogni difficoltà. Riusciva a trasformare i luoghi in cui le circostanze e gli incarichi ecclesiali lo ponevano in luoghi di fraterna ed ilare accoglienza, sia che fosse coadiutore in una prestigiosa parrocchia di Milano, sia che fosse “direttore” di un centro sportivo o di un pensionato per studenti.

Nei momenti molto difficili vissuti in Gioventù Studentesca intorno agli anni ’68, la carità di don Villa ha evitato che molti si disperdessero e che tanti trovassero un “luogo” in cui continuare a vivere l’esperienza di fede. Nella parrocchia è persino riuscito ad ospitare il primo anno della prima classe elementare della scuola La Zolla, intrattenendo i bambini, tra l’altro, con racconti biblici da lui composti e interpretati con tanta “poesia”. Ma il suo capolavoro è stata la fondazione della scuola di Tarcento, dove si recò, avendo detto sì ad un richiamo di don Giussani, per aiutare il popolo friulano, colpito dal violentissimo terremoto del 1976. Lì capì che per aiutare veramente un popolo occorreva iniziare dall’impegno educativo, espresso nel mettere in moto una scuola, nata da una esigenza di carità che poi si è espressa con una genialità ed una originalità uniche. Don Villa ha capovolto tutti i criteri di creazione e gestione di una scuola “cattolica”, sulla base del principio che l’educazione scolastica deve essere GRATUITA, come è sempre stato ed è tuttora nella “sua” scuola. Ma come si fa? A questa domanda rispondeva che “ci pensa la provvidenza”, la quale, però, si serviva anche della sua straordinaria generosità, che lo portava a fare l’insegnante, il cuoco, il cameriere, tutto insomma. Ma lo portava soprattutto ad essere un grande educatore, che ogni mattina, prima che le lezioni iniziassero, ricordava agli studenti il senso di quello che stavano per fare a scuola con la memoria di un santo, con un canto e con alcune brevi ma sempre originali ed efficacissime parole. Una carità diventata una intelligente pedagogia.

Sento in me, in mia moglie ed in tanti amici un insolito e lancinante dolore per questa “partenza”, anche se non era del tutto inaspettata. Penso che il modo migliore per superare questo dolore sia fare costante e grata memoria della sua testimonianza di un fanciullesco amore a Cristo che lo ha portato, con la semplicità del suo cuore, a insegnare a tutti come dovrebbe essere una scuola ed una educazione. E, soprattutto, come dovrebbe essere una vita dedicata all’educazione.

Spero che il mondo delle scuole cattoliche italiane abbia a guardare a don Villa come a un grande maestro da seguire anche nelle lotte socio-politiche per assicurare una educazione scolastica “gratuita” per ogni famiglia. Don Villa non era un “intellettuale”, ma è diventato un “maestro” intelligente perché, amando semplicemente Cristo, ha amato con una tenerezza immensa e fino alla fine dei suoi giorni ogni studente che frequentava la sua scuola. E questo amore lo ha reso geniale sia a livello pedagogico che a livello della politica scolastica. Un maestro da seguire.

Che ora, dal luogo luminoso in cui si trova, ci aiuti a vivere nella luce, con la sua semplicità di cuore e la sua passione piena di fede.

Peppino Zola

***

Don Antonio Villa ci ha lasciati, raggiungendo la casa del Padre. Inutile dire che lascia un grande vuoto, non soltanto nella comunità di Tarcento, ma anche tra i tanti amici del movimento di Comunione e Liberazione, e le tante persone che l’hanno conosciuto, tra cui molte associate all’Associazione Genitori Scuole Cattoliche.

Chi era don Antonio Villa? Il terremoto del Friuli – avvenuto il 6 maggio del 1976 – fu una terribile tragedia, nella quale trovarono la morte quasi mille persone. Alla ricostruzione si mobilitarono molti volontari provenienti dalle più disparate Regioni, tra cui don Antonio Villa, che da Milano, si è assunto, sin dalla prima ora, di rispondere alla chiamata di don Luigi Giussani e di trasferirsi a Tarcento per operare alla rinascita di quella terra. Con la condivisione di amici di Comunione e Liberazione e il sostegno dell’intera popolazione, fondò una scuola gratuita per i bambini delle famiglie friulane terremotate, scuola alla quale diede il nome di “Mons. Camillo De Gaspero”. La scuola rappresenta, ancor oggi, un esempio maturo si solidarietà e di impegno, che ha dato e continua a dare il segno della sua dedizione e della sua umanità.

Egli non si appellò alle elemosine dello Stato per mettere in azione l’obiettivo di sostegno alle famiglie in difficoltà nel loro compito di educare i figli. Aprì la scuola senza chiedere nulla a nessuno: alle famiglie chiedeva solo ciò che esse potevano dare, e a chi era in difficoltà, non chiedeva nulla, offriva loro la possibilità di collaborare nelle varie necessità logistiche di una scuola attenta e aperta ai problemi che una scuola comunque doveva, e deve affrontare.

Alle persone che andavano a trovarlo – tra cui più volte il sottoscritto – faceva vedere la sua scuola e le attività che in essa venivano svolte, e illustrava loro la sua funzione di docente, di dirigente e anche di factotum (al mattino si alzava presto per preparare le merendine per i bambini, collaborava in cucina alla preparazione del pranzo, e – protetto da un grembiulone – attendeva a tutte le operazioni della cucina, e non soltanto).

Non mancò di condividere e di stare accanto all’Agesc. Forte il suo sostegno alla manifestazione pubblica, dall’Agesc promossa a Udine, in rivendicazione del diritto alla libertà di educazione. Non mancò di essere fortemente critico circa “la situazione diabolica e paradossale in cui si trova ad esercitare oggi la scuola non statale cosiddetta paritaria”.

Don Antonio Villa è stato un grande educatore, un fervente cattolico, un uomo di scuola e di vita cristiana, al quale va la gratitudine più sincera di tutti, per lo stimolo, dato dalla sua lunga e preziosa testimonianza, a restare fedeli all’idealità, a coinvolgerci nel problema educativo e formativo, e a procedere in una battaglia per la libertà di educazione, affrontando giornalmente, con decisione coraggiosa, la promozione di quell’ ”essenziale” che è la radice ed il fine ultimo dell’educazione cristiana.

E con profonda riconoscenza, un sincero “grazie don Antonio Villa”!

Giancarlo Tettamanti

Tags: Antonio VillaComunione e LiberazioneEnzo PiccininiLuigi Giussanitarcento
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